Il successo internazionale del prosecco: come la bollicina italiana ha conquistato il mondo

25/06/2024
da Giovanni Mastropasqua

Originario del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, il prosecco è diventato negli anni uno dei vini spumanti più amati e riconosciuti a livello globale, trasformandosi, anche fuori dall’Italia, in un vero e proprio stile di vita, per lo più simbolo di festa e convivialità. Ma come viene percepito e consumato il prosecco nelle diverse culture del mondo? In questo articolo, esploreremo insieme il successo internazionale della bollicina italiana.

Dall’Europa alla Nuova Zelanda: chi sono i protagonisti del successo internazionale del prosecco

Negli ultimi decenni, il prosecco ha vissuto una crescita esponenziale in termini di popolarità e consumo. Originariamente prodotto nelle colline del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, oggi in Italia il prosecco viene spesso servito come aperitivo, accompagnato da stuzzichini leggeri quali olive, formaggi e salumi, ma viene anche particolarmente apprezzato durante celebrazioni di diverso tipo, dai matrimoni alle feste di compleanno. Grazie alla sua freschezza, al suo gusto fruttato e ad un prezzo più accessibile rispetto ad altri spumanti come il famosissimo Champagne, il prosecco si afferma in Italia come vino frizzante adatto ad ogni occasione e trova anche una strada privilegiata nei mercati internazionali.

Il successo del prosecco in Europa

In Europa, il prosecco ha conquistato un posto di rilievo nelle abitudini di consumo di numerosi paesi. La sua freschezza e versatilità lo hanno reso infatti una scelta ideale per una vasta gamma di occasioni, dai brindisi durante le celebrazioni più importanti alle serate conviviali con gli amici. Nel Regno Unito, ad esempio, il prosecco è ormai una scelta popolare per accompagnare brunch e aperitivi, ma è anche molto comune vederlo servito durante i festeggiamenti natalizi, i matrimoni e le cene eleganti. Inoltre, i pub e i ristoranti britannici offrono spesso prosecco al bicchiere, rendendolo anche un drink serale informale. Allo stesso modo, in Germania e nei Paesi Bassi, il prosecco viene spesso utilizzato come aperitivo, per accompagnare stuzzichini e antipasti. In Spagna e in Portogallo, invece, la bollicina italiana è diventata un’alternativa ai vini spumanti locali, integrandosi facilmente nelle tradizioni culinarie di entrambe le nazioni. Persino in Francia, paese notoriamente fedele allo Champagne, il prosecco ha iniziato a guadagnare consensi soprattutto tra i giovani, attratti dalla sua freschezza e dalla sua accessibilità. Possiamo quindi affermare che la diffusione europea della bollicina sia il risultato di una combinazione vincente di qualità, convenienza e capacità di evocare lo spirito italiano della dolce vita.

Il successo del prosecco negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti, il prosecco ha guadagnato una straordinaria popolarità, diventando una delle scelte preferite tra i vini spumanti. Come quelli europei, anche i consumatori americani apprezzano particolarmente la versatilità e il prezzo accessibile della bollicina italiana, che la rendono ideale per una vasta gamma di occasioni, dalle celebrazioni formali ai momenti informali di relax. Qui il prosecco è infatti diventato un elemento essenziale nei brunch, soprattutto grazie alla diffusione di cocktail come il Mimosa e il Bellini, e viene spesso offerto in versioni bottomless in molti ristoranti e bar. Viene inoltre ampiamente utilizzato in eventi come matrimoni e feste aziendali, grazie al suo sapore fresco e fruttato che mette d’accordo la maggior parte dei palati. Insomma, complice anche la crescente familiarità statunitense con la cucina e la cultura italiana, che ne ha ulteriormente spinto la diffusione, il prosecco si è affermato come una presenza costante nelle enoteche e nei menù dei locali statunitensi.

Il successo del prosecco in Asia

In Asia, il prosecco sta rapidamente diventando popolare, un vero e proprio simbolo di raffinatezza e modernità. In paesi come il Giappone, la Cina e la Corea del Sud, il prosecco è spesso associato a uno stile di vita cosmopolita e viene percepito come una bevanda elegante e sofisticata. I giovani professionisti asiatici lo apprezzano particolarmente per il suo gusto leggero e frizzante, che si adatta bene alle cene sociali e agli eventi mondani. Inoltre, nei ristoranti italiani delle grandi città asiatiche, il prosecco viene spesso servito come aperitivo, accompagnato da piccoli stuzzichini, oppure utilizzato in cocktail raffinati come l'Aperol Spritz. La crescente curiosità delle popolazioni asiatiche per la cucina e la cultura italiana, infatti, ha contribuito alla diffusione della bollicina, rendendola una scelta sempre più popolare per le celebrazioni e le serate speciali. Integrazione certamente supportata anche dalla sua accessibilità in termini di prezzo rispetto ad altri vini spumanti internazionali, che la rende una presenza costante nei locali alla moda e nei negozi di vino asiatici. Di recente, persino gli eventi di degustazione e le masterclass sul prosecco stanno diventando sempre più frequenti in questi paesi!

Il successo del prosecco in Australia e in Nuova Zelanda

In Australia e in Nuova Zelanda, il prosecco ha trovato un pubblico entusiasta e ha quindi conosciuto una crescita significativa, diventando un elemento chiave nelle celebrazioni e negli eventi sociali. Grazie al suo carattere rinfrescante e alla sua versatilità, infatti, la bollicina italiana si adatta perfettamente al clima caldo e allo stile di vita all'aperto di questi paesi, diventando protagonista di barbecue, picnic e feste estive. La percezione del prosecco in queste regioni è strettamente legata a un senso di convivialità e informalità e viene quindi spesso consumato come aperitivo, accompagnato da antipasti e frutti di mare, e utilizzato in cocktail alla moda come l'Aperol Spritz e il Mimosa.

La crescente familiarità con i vini italiani e la preferenza per bevande fresche e fruttate hanno ulteriormente consolidato la presenza del prosecco nei mercati australiano e neozelandese, dove la bollicina italiana continua a guadagnare popolarità per la sua qualità e convenienza. Non solo, grazie alla presenza di un clima simile a quello delle regioni italiane produttrici, alcuni viticoltori locali hanno iniziato a produrre prosecco, arricchendo ulteriormente la cultura del vino nella regione.

Prosecco: la bollicina italiana diventata fenomeno globale

Il prosecco, con il suo gusto fresco e versatile, è diventato un fenomeno globale. Le sue bollicine sono sinonimo di festa, eleganza e accessibilità. Che sia servito in un raffinato ristorante di Tokyo, durante un brunch a New York, o in una festa all'aperto nelle campagne francesi, il prosecco porta sempre con sé un pezzo di Italia e della sua arte del vivere bene.

Ogni nazione ha trovato il proprio modo unico di integrare il prosecco nelle proprie tradizioni e celebrazioni, creando un fenomeno di globalizzazione e offrendo alle aziende italiane produttrici l’opportunità di diffonderne la qualità e l’autenticità anche in culture completamente differenti. E mentre il suo viaggio internazionale continua, possiamo solo aspettarci che il suo fascino cresca ulteriormente, conquistando nuovi appassionati ovunque vada.

Ricetta estiva con il prosecco: il risotto al prosecco e limone

19/06/2024
da Giovanni Mastropasqua

Quando il caldo dell'estate si fa sentire, per sorprendere i propri ospiti servono piatti freschi e raffinati. Per questo, oggi vi presentiamo la ricetta di un delizioso risotto al prosecco e limone che, grazie alla vivacità delle bollicine del prosecco e alla freschezza del limone, diventerà il piatto più amato in tutti i vostri pranzi e le vostre cene estive all'aperto. Scopriamo insieme come prepararlo!

Come preparare il risotto al prosecco e limone: tutti gli ingredienti necessari

Prima di iniziare con la preparazione del risotto, assicuratevi di avere in casa tutti gli ingredienti necessari. Per 4 persone, dovrete utilizzare:

  • 320 g di riso
  • 1 bottiglia di prosecco
  • 1 litro di brodo vegetale
  • 1 cipolla bianca
  • 2 limoni non trattati
  • 50 g di burro
  • 50 g di Parmigiano Reggiano grattugiato
  • Olio extravergine di oliva
  • Sale
  • Pepe nero

La nostra ricetta estiva con il prosecco: il procedimento per un risotto perfetto

Dopo aver preparato tutti gli ingredienti, potrete procedere con la preparazione del risotto. Tritate allora finemente la cipolla e grattugiate la scorza dei limoni, facendo attenzione a non prendere la parte bianca che è amara. Spremete poi il succo di un limone e tenetelo da parte. Nel frattempo, scaldate un filo di olio extravergine di oliva in una pentola ampia e aggiungete la cipolla tritata. Fate soffriggere a fuoco basso fino a quando la cipolla diventa trasparente. A questo punto, aggiungete il riso alla pentola con la cipolla e tostatelo per un paio di minuti, mescolando continuamente: la tostatura è importante per sigillare l'amido e mantenere il riso al dente durante la cottura. Versate un bicchiere di prosecco sul riso tostato e lasciate evaporare l'alcool, continuando a mescolare. Aggiungete poi un mestolo di brodo vegetale caldo e mescolate ancora. Quando il brodo viene assorbito, aggiungete un altro mestolo e così via, fino a portare il riso a cottura (circa 18-20 minuti). A metà cottura, versate il succo di limone precedentemente spremuto e un altro bicchiere di prosecco. A fine cottura, spegnete il fuoco e aggiungete il burro, il Parmigiano Reggiano e la scorza di limone grattugiata. Mantecate energicamente per ottenere una consistenza cremosa, aggiustate di sale e pepe a piacere, lasciate riposare il risotto per un minuto e poi servitelo caldo, guarnito con qualche fogliolina di prezzemolo fresco e, se gradite, un filo di olio extravergine di oliva a crudo.

Variazioni alla ricetta: i nostri consigli per personalizzare il risotto al prosecco e limone

Se volete personalizzare il vostro risotto al prosecco e limone, vi basterà apportare delle semplici variazioni alla ricetta originale. Provate, ad esempio, ad aggiungere:

  • dei gamberetti per esaltare la freschezza del limone e l’effervescenza del prosecco. Saltateli brevemente in padella con un po' di olio e aglio e aggiungeteli al risotto a metà cottura;
  • delle zucchine, che si sposano perfettamente con il limone. Tagliatele a rondelle sottili e fatele saltare in padella con un filo di olio prima di aggiungerle al risotto verso la fine della cottura;
  • delle foglioline di menta tritate finemente durante la mantecatura, per una versione ancora più fresca del risotto;
  • il salmone affumicato tagliato a pezzettini negli ultimi minuti di cottura, per dare un tocco gourmet.

Risotto al prosecco e limone: l’abbinamento con il vino

Per esaltare i sapori del risotto al prosecco e limone, la scelta del vino è fondamentale. L'abbinamento più naturale è con lo stesso prosecco utilizzato per la preparazione del risotto: le sue bollicine leggere e il gusto fruttato si sposeranno alla perfezione con il piatto, creando una continuità di sapori. Ma per esaltarne ancora di più la freschezza, provate ad abbinarlo ad un vino bianco leggero e aromatico come il Vermentino, con note agrumate e floreali, oppure ad un buon Chardonnay, magari non troppo barricato, bilanciando l'acidità del limone e la vivacità del prosecco.

Il risotto al prosecco e limone è un piatto versatile e raffinato, perfetto per i mesi estivi. Le sue variazioni permettono di adattarlo ai gusti di ogni ospite, mentre gli abbinamenti con il vino ne esaltano le caratteristiche uniche. Che si tratti di un pranzo in famiglia o di una cena tra amici, questa ricetta conquisterà tutti con la sua eleganza e soprattutto con la sua incredibile freschezza.

Eventi e festival dedicati al prosecco: gli appuntamenti da non perdere in Italia e nel mondo

16/06/2024
da Giovanni Mastropasqua

Dalle colline venete e friulane, dove l’uva Glera trova il suo habitat ideale, fino alle capitali internazionali del gusto, il prosecco è protagonista di numerose manifestazioni che ne esaltano il prestigio e ne certificano l’eccellenza. Ogni anno, eventi e festival dedicati alla bollicina vengono organizzati in tutto il mondo, permettendo ai più appassionati di essere sempre aggiornati sulle novità del settore e di immergersi nella tradizione e nella cultura enologica italiana anche all’estero. In questo articolo, vi offriremo una panoramica degli appuntamenti che non potete assolutamente perdervi se, come noi, siete dei veri e propri cultori del prosecco.

Celebrazione della bollicina italiana: quali sono i principali eventi e festival nella regione del prosecco

La regione del prosecco, situata tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, non è solo il cuore pulsante della produzione vinicola, ma anche il palcoscenico di numerosi eventi e festival che celebrano l’eccellenza enologica italiana. Tra degustazioni, fiere e manifestazioni culturali, i visitatori hanno ogni anno l'opportunità di immergersi nella cultura del prosecco e di scoprire tutti i segreti della bollicina più amata al mondo.

Uno degli eventi più attesi è senza dubbio la Primavera del Prosecco Superiore, un festival che si svolge da marzo a giugno nelle colline di Conegliano e Valdobbiadene. Questa manifestazione è una celebrazione del territorio e del vino, con un calendario ricco di appuntamenti che includono degustazioni, visite alle cantine, passeggiate tra i vigneti e incontri con i produttori locali.

Sempre nelle colline venete, a giugno di ogni anno si tiene la Conegliano Valdobbiadene Experience, un evento che attira enologi, sommelier e appassionati da tutto il mondo, offrendo degustazioni guidate, visite alle cantine storiche e masterclass tenute da esperti del settore. Ogni weekend inoltre, diverse località della Strada del Prosecco ospitano eventi che permettono ai partecipanti di scoprire le diverse espressioni del Prosecco Superiore DOCG, in un contesto paesaggistico unico e affascinante. Tuttavia, la manifestazione ufficiale dedicata al Prosecco Superiore DOCG viene organizzata dal Consorzio di Tutela del Prosecco Superiore DOCG e si svolge a maggio nel suggestivo Castello di San Salvatore a Susegana. Sì, stiamo parlando proprio di Vino in Villa, l’evento che ogni anno riunisce tutti i migliori produttori di prosecco.

Un altro incontro estivo imperdibile è Calici di Stelle, che ha luogo tra fine luglio e fine agosto in varie località del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, dove i visitatori hanno l’opportunità di degustare il prosecco sotto un cielo stellato e di godersi musica dal vivo, spettacoli pirotecnici e momenti di osservazione astronomica.

Nel mese di settembre, Valdobbiadene ospita invece la Festa della Vendemmia, un evento tradizionale che segna l’inizio della raccolta delle uve e che celebra il duro lavoro dei viticoltori. In questo periodo, le strade di Valdobbiadene si animano con sfilate di carri allegorici, spettacoli folcloristici e bancarelle enogastronomiche dove si possono assaporare prodotti tipici locali abbinati al prosecco e degustare i primi mosti della stagione.

Tra fine settembre e inizio ottobre, ciclisti provenienti da tutto il mondo si ritrovano a Valdobbiadene per percorrere le strade panoramiche tra i vigneti del Prosecco Superiore DOCG per il famosissimo Prosecco Cycling, un evento sportivo che unisce la passione per il ciclismo con l'amore per il prosecco, che va ben oltre la competizione sportiva.

Noto è anche il Conegliano Valdobbiadene Running Festival, che si svolge a dicembre e attira runner da tutto il mondo: un’altra bella iniziativa per promuovere un’area e un prodotto d’eccellenza riconosciuto a livello internazionale.

Oltre ai grandi eventi, poi, la regione del prosecco è ricca di manifestazioni locali e sagre che ne valorizzano la cultura e la tradizione enogastronomica. Ogni borgo e cittadina ha la propria festa dedicata al vino, dove i visitatori possono immergersi nell'autenticità del territorio, assaporando il prosecco accompagnato da piatti tipici.

Eventi e festival dedicati al prosecco nel mondo: i 4 appuntamenti più attesi

Nel corso degli anni, il prosecco ha conquistato il palato di milioni di persone in tutto il mondo. La sua sempre crescente popolarità ha portato all’organizzazione di numerosi eventi e festival internazionali che celebrano la cultura enologica italiana all’estero.

Uno degli eventi più prestigiosi è il Prosecco Masters, una competizione nata dalla rivista inglese The Drinks Business che riunisce produttori di prosecco di tutto il mondo, i cui vini vengono giudicati da una giuria di esperti enologi e sommelier. L’evento include degustazioni e masterclass, offrendo un’ottima opportunità per scoprire le diverse sfumature del prosecco e le ultime tendenze del mercato.

Ci spostiamo poi a New York, dove il Pizza & Prosecco Festival è un evento molto atteso per celebrare due icone italiane, offrendo una combinazione irresistibile di degustazioni di prosecco e varianti di pizza e permettendo ai partecipanti di esplorare abbinamenti perfetti in un’atmosfera festosa e conviviale.

In Australia, si tiene invece annualmente il Melbourne Prosecco Festival, in cui è possibile degustare diverse etichette di prosecco italiano e australiano, partecipare a masterclass e incontrare i produttori. Il festival mette in evidenza l’influenza globale del prosecco e la sua capacità di adattarsi a diversi palati e culture.

Infine, a Tokyo, si tiene l’Italian Wine and Prosecco Week, che celebra il prosecco insieme ad altri vini italiani di prestigio, attirando enologi, sommelier e appassionati di vino e offrendo degustazioni guidate, cene a tema e workshop. Questa manifestazione rappresenta un’occasione unica per immergersi nella cultura del vino italiano in uno dei mercati più dinamici e sofisticati dell’Asia.

I festival e gli eventi nazionali e internazionali dedicati al prosecco riflettono l’ampia diffusione e l’apprezzamento della bollicina su scala globale. Partecipare a queste manifestazioni è un'esperienza che va oltre la semplice degustazione; è un viaggio attraverso la tradizione, la cultura e il territorio, capaci di rendere la bollicina italiana unica al mondo.

Il metodo Martinotti-Charmat: storia, processo e vantaggi

09/06/2024
da Giovanni Mastropasqua

Il metodo Martinotti-Charmat rappresenta un pilastro fondamentale nella produzione del prosecco, offrendo una combinazione unica di efficienza e qualità. Questa tecnica, ideata nel 1895 e sviluppata all'inizio del XX secolo, ha rivoluzionato l'industria vinicola, favorendo la produzione di spumanti freschi e aromatici su larga scala. Nell'articolo che segue, esploreremo la sua affascinante storia, le fasi principali del suo processo e i molteplici vantaggi che ha introdotto nel mondo del vino. Dalla sua ideazione da parte di Federico Martinotti al suo perfezionamento da parte di Eugène Charmat, scopriremo come questa innovazione abbia contribuito a rendere il prosecco una delle bollicine più amate al mondo.

Origine del metodo Martinotti-Charmat: una storia che inizia in Italia

La storia del metodo Martinotti-Charmat inizia in Italia alla fine del XIX secolo con il lavoro dell’enologo piemontese Federico Martinotti che, mentre era direttore dell’Istituto Sperimentale per l’Enologia di Asti, ideò un nuovo metodo per produrre vini spumanti. Il suo processo prevedeva la seconda fermentazione del vino in grandi serbatoi di acciaio invece che in bottiglia, come avveniva nel metodo tradizionale champenoise. Martinotti pubblicò la sua scoperta nel 1895, proponendo questa tecnica come un modo più efficiente per produrre vini spumanti su larga scala, mantenendo al contempo la qualità del prodotto finale. Tuttavia, la sua idea rimase relativamente sconosciuta al di fuori dell’Italia per diversi anni, fino a che, all’inizio del XX secolo, l’enologo francese Eugène Charmat, ispirato dal lavoro di Martinotti, perfezionò e industrializzò il processo. Charmat migliorò il design dei serbatoi di fermentazione, rendendoli più robusti ed efficienti, e introdusse innovazioni che permettevano un controllo più preciso della temperatura e della pressione durante la fermentazione. Nel 1907, Charmat brevettò il suo metodo, che in Francia divenne noto come “méthode Charmat”, un nuovo processo che non solo permetteva una produzione più rapida e meno costosa di vini spumanti, ma garantiva anche una qualità uniforme del prodotto finale. Grazie a queste caratteristiche, il metodo Charmat si diffuse rapidamente, trovando applicazione in molte regioni vinicole, inclusa l’Italia.

Il processo di fermentazione con il metodo Martinotti-Charmat: come l’uva Glera diventa prosecco

Il metodo Martinotti-Charmat, al contrario del metodo champenoise tradizionale, prevede una seconda fermentazione non in bottiglia ma in grandi serbatoi di acciaio inossidabile, chiamati autoclavi. Questo processo di fermentazione passa attraverso 4 principali fasi:

1. Prima fermentazione, con l'uva Glera raccolta e pressata. Il mosto ottenuto subisce una prima fermentazione alcolica in vasche di acciaio inox per trasformare gli zuccheri in alcool e ottenere il vino base;

2. Assemblaggio e filtrazione del vino base per eliminare le impurità;

3. Seconda fermentazione, con il vino base che viene trasferito in autoclavi, dove si aggiungono uno sciroppo di zucchero e lieviti. La chiusura ermetica delle autoclavi permette la formazione di anidride carbonica, che si dissolve nel vino creando le caratteristiche bollicine del prosecco;

4. Stabilizzazione, filtrazione e imbottigliamento, dopo un periodo di fermentazione, che può durare da poche settimane a diversi mesi. Il vino viene raffreddato per fermare la fermentazione, stabilizzato e filtrato nuovamente prima di essere imbottigliato sotto pressione per preservare le bollicine.

DaIla preservazione degli aromi alla riduzione dell’impatto ambientale: tutti i vantaggi del metodo Martinotti-Charmat

Il metodo Martinotti-Charmat offre numerosi vantaggi rispetto ad altri metodi di fermentazione, vediamoli insieme:

  • preservazione della freschezza e degli aromi del vino, attraverso la fermentazione nelle autoclavi che permette di mantenere gli aromi fruttati e floreali tipici dell'uva Glera e di conservare le caratteristiche organolettiche naturali del vino, impedendo l’ossidazione;
  • maggiore economicità ed efficienza rispetto al metodo tradizionale champenoise. La fermentazione in autoclavi riduce i costi di produzione, poiché permette di produrre grandi quantità di vino in tempi relativamente brevi. Ciò rende il prosecco e altri spumanti prodotti con questo metodo più accessibili al grande pubblico;
  • rapidità di produzione, con la seconda fermentazione in autoclavi che può durare da poche settimane a diversi mesi, a seconda del tipo di spumante desiderato: un metodo molto più veloce rispetto a quello tradizionale, che può richiedere anni di invecchiamento in bottiglia;
  • controllo della qualità, in quanto le moderne autoclavi in acciaio inox permettono un controllo preciso della temperatura e della pressione durante la fermentazione. Questo controllo rigoroso garantisce la qualità del prodotto finale, permettendo ai produttori di mantenere standard elevati e uniformi per ogni lotto di vino spumante prodotto;
  • versatilità, che rende il metodo Martinotti-Charmat adatto alla produzione di una vasta gamma di spumanti, come i vini frizzanti tedeschi e americani. Ciò permette ai produttori di sperimentare con diverse varietà di uva e stili di vino, ampliando così la gamma di prodotti disponibili sul mercato;
  • minore impatto ambientale, rispetto al metodo tradizionale. La riduzione dei tempi di produzione e dei costi energetici associati alla fermentazione in autoclave contribuisce a rendere il processo più sostenibile. Inoltre, l'uso di serbatoi in acciaio inox può essere più efficiente dal punto di vista energetico rispetto alla fermentazione in bottiglia.

Il metodo Martinotti-Charmat è una delle chiavi del successo del prosecco che, grazie a questo innovativo processo di produzione, riesce a mantenere le sue caratteristiche distintive di freschezza, aromaticità e leggerezza. La storia e l'evoluzione del metodo Martinotti-Charmat dimostrano come l'innovazione possa sposarsi con la tradizione per creare un prodotto d’eccellenza amato in tutto il mondo. 

La vendemmia del prosecco: quante sono le fasi di raccolta dell’uva Glera e quali tecniche vengono utilizzate

29/05/2024
da Giovanni Mastropasqua

Molto più di una semplice pratica agricola, la raccolta dell’uva Glera è un attesissimo evento annuale che coinvolge non solo i viticoltori, ma anche gli enologi e gli appassionati che vogliono vivere e celebrare in prima persona la vendemmia, attraverso degustazioni, visite guidate in cantina e pranzi all’aperto con piatti tipici locali. In questo articolo, esploreremo le fasi di raccolta dell’uva Glera, nota per la vincente combinazione di tecniche tradizionali e innovative.

Le fasi della vendemmia: dal monitoraggio del vitigno Glera all’imbottigliamento del prosecco

In un periodo che va da fine agosto a metà ottobre, individuare il momento giusto per la raccolta dell’uva Glera è fondamentale per garantire l’elevata qualità del prosecco. Prima dell’inizio della vendemmia, infatti, viene effettuata un’attenta valutazione delle condizioni climatiche dell’anno in corso, delle caratteristiche del terreno e del grado di maturazione dell’uva: un monitoraggio preliminare che, dando inizio alla vendemmia, culminerà nell’imbottigliamento della bollicina.

Monitoraggio dei vigneti e organizzazione della raccolta: la prima fase della vendemmia del prosecco

Con l’attento monitoraggio dei vigneti da parte dei viticoltori, si dà ufficialmente inizio alla prima fase della vendemmia, che si concluderà con l’identificazione del momento ideale per la raccolta dell’uva Glera. In questa fase, i viticoltori controllano lo stato di salute delle viti e dei grappoli e verificano il grado di maturazione dell’uva attraverso analisi specifiche che permettono loro di valutarne il livello di zucchero, l’acidità e i composti fenolici. Passano poi all’organizzazione logistica della raccolta, con la coordinazione del personale necessario sia per la raccolta manuale che per la gestione delle macchine vendemmiatrici.

Raccolta dell’uva Glera: la seconda fase della vendemmia del prosecco

Dopo una fase di analisi e organizzazione preliminare, si procede con la vera e propria raccolta dell’uva Glera, che in base alle caratteristiche del vigneto e alla filosofia produttiva della cantina, potrà avvenire in maniera manuale o meccanica. La raccolta manuale consiste in una selezione accurata e delicata dei grappoli, che devono essere integri, sani e maturi, al fine di evitare la fermentazione precoce, tipica dell’uva che viene schiacciata al momento della raccolta. Questa tecnica è particolarmente diffusa nelle zone collinari di produzione del prosecco e in particolare nelle aree DOCG, dove la conformazione del terreno rende difficile l'utilizzo di macchinari. La raccolta meccanica permette invece di raccogliere grandi quantità di uva in tempi brevi ed è quindi particolarmente utile in annate con condizioni meteorologiche instabili, dove l’ottimizzazione del lavoro diventa cruciale. Le moderne vendemmiatrici meccaniche sono dotate di tecnologie avanzate che permettono di raccogliere le uve con precisione, riducendo al minimo i danni e separando i grappoli dalle foglie e dai rami.

Qualsiasi sia la tecnica adottata, la raccolta avviene sempre nelle prime ore del mattino o nel tardo pomeriggio, affinché l’uva non rischi di deteriorarsi nei momenti più caldi della giornata. Dopo essere stati raccolti, i grappoli vengono posti in piccole cassette o contenitori ventilati e vengono immediatamente trasportati in cantina per evitare schiacciamenti e fermentazioni indesiderate.

Pigiatura e pressatura dell’uva Glera: la terza fase della vendemmia del prosecco

Una volta in cantina, le uve vengono prima pigiate per liberare il succo evitando di estrarre troppi tannini e composti amari, e poi pressate per separare il mosto dalle bucce. La fase di pigiatura e pressatura dell’uva Glera è molto delicata in quanto l’estrazione di componenti indesiderati potrebbe danneggiare la qualità del prosecco.

Fermentazione del mosto: la quarta fase della vendemmia del prosecco

Ottenuto il mosto, si procede alla fermentazione con il metodo Charmat, ovvero in grandi contenitori a tenuta stagna che preservano le bollicine prodotte naturalmente, chiamati autoclavi. Dopo la fermentazione primaria, infatti, il vino base viene rifermentato in autoclave con l’aggiunta di zucchero e lieviti, creando così le caratteristiche bollicine del prosecco.

Affinamento ed imbottigliamento: la quinta ed ultima fase della vendemmia del prosecco

Terminata la fase di fermentazione, il prosecco sviluppa i suoi aromi e la sua struttura durante l’affinamento, che avviene in un periodo variabile in base allo stile di vino che si desidera ottenere: più fresco e fruttato o più complesso e strutturato. Una volta completato l’affinamento, il prosecco viene filtrato e imbottigliato, pronto per essere distribuito e gustato in tutto il mondo.

La vendemmia del prosecco è un processo complesso e affascinante che unisce tradizione e innovazione. Ogni fase, dal monitoraggio del vitigno all’imbottigliamento, è fondamentale per garantire la qualità e la tipicità della bollicina italiana per eccellenza.

Il cuore pulsante della vendemmia è la dedizione dei viticoltori e degli enologi, che con grande competenza portano a termine con successo ogni fase, dando vita a bottiglie di prosecco che raccontano la storia di un intero territorio e la passione di un intero popolo.

L'importanza del terroir nel prosecco, il legame tra territorio e gusto

26/05/2024
da Giovanni Mastropasqua

Il prosecco è un vino che ha conquistato i palati di tutto il mondo grazie alla sua freschezza, versatilità e raffinata effervescenza. Tuttavia, ciò che rende il prosecco davvero speciale è il suo legame indissolubile con il territorio da cui proviene. Conoscere quello che in gergo tecnico viene definito terroir diventa pertanto fondamentale per comprendere le caratteristiche uniche della bollicina italiana per eccellenza. In questo articolo, ti guideremo alla scoperta del legame indissolubile tra il prosecco e il suo prezioso terroir.

Il terroir: quali sono i fattori che definiscono l’unicità di un vino

Terroir è un termine francese che non ha un corrispettivo diretto in italiano, ma può essere tradotto come “territorio” e definito come la combinazione di fattori naturali e umani che influenzano la coltivazione delle viti e la produzione del vino. Tra questi fattori troviamo:

  • il clima: temperature, precipitazioni, esposizione al sole e venti;
  • il suolo: composizione chimica, drenaggio, struttura e profondità;
  • la topografia: altitudine, pendenza delle colline e orientamento dei vigneti;
  • le pratiche vitivinicole: tecniche di coltivazione e vinificazione adottate dai viticoltori.

Il terroir del prosecco: l’influenza del territorio sul gusto

Le aree di produzione del prosecco si estendono tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, coprendo sia le zone DOC che le prestigiose zone DOCG, che rappresentano un prezioso terroir in grado di conferire caratteristiche uniche alla bollicina.

Le caratteristiche dell’area di produzione del prosecco

Il gusto del prosecco è il riflesso dei principali fattori che caratterizzano il suo terroir, primo fra tutti il clima della regione. Le colline venete e friulane beneficiano infatti di un microclima particolarmente favorevole grazie alla loro posizione tra le Prealpi e il mare Adriatico, che crea un perfetto equilibrio tra le temperature diurne e notturne, con estati calde e inverni miti. La presenza del mare garantisce inoltre una buona ventilazione e un livello di umidità ideale; fattori cruciali per la maturazione ottimale dell’uva Glera, vitigno principale del prosecco.

Il secondo fattore da prendere in considerazione è il suolo delle colline di Conegliano e Valdobbiadene. Queste aree presentano una varietà di terreni, tra cui quelli argillosi-calcarei, che sono particolarmente apprezzati per la viticoltura. Il terreno argilloso trattiene infatti molto bene l'umidità, permettendo alle radici delle viti di avere un costante apporto idrico anche durante i periodi più secchi. Allo stesso tempo, la presenza di calcare favorisce un buon drenaggio, evitando ristagni d'acqua che potrebbero danneggiare le radici. Questa combinazione di caratteristiche permette alle viti di prosperare e di produrre uve con una complessità aromatica e una freschezza inconfondibili.

Il terzo fattore da non sottovalutare è l’esposizione delle colline di Conegliano e Valdobbiadene che, con altitudini che variano dai 50 ai 500 metri sul livello del mare, offrono condizioni ideali per la coltivazione della vite. L'altitudine garantisce infatti una maggiore escursione termica che è essenziale per la sintesi degli aromi e per mantenere un'acidità equilibrata nelle uve. Inoltre, l'esposizione a sud o sud-est delle vigne permette alle piante di ricevere una quantità ottimale di luce solare, favorendo la fotosintesi e la maturazione delle uve.

Il quarto ed ultimo fattore che influisce sul gusto unico del prosecco è la tradizione del territorio in cui vengono prodotte le uve. Oltre agli aspetti puramente naturali, il terroir del prosecco viene infatti fortemente influenzato dalle pratiche vitivinicole tradizionali e dalla cultura stessa del territorio. In queste zone, la viticoltura ha radici molto antiche e porta con sé tecniche di coltivazione e produzione che sono state affinate nel corso dei secoli. I viticoltori locali hanno oggi una profonda conoscenza del loro territorio e delle peculiarità delle diverse parcelle di vigneto, che permette loro di gestire in maniera meticolosa le viti e le uve.

L’influenza del terroir sul gusto del prosecco

Il terroir appena descritto ha un impatto diretto sulle caratteristiche sensoriali del prosecco e in particolare su:

  • aromi e profumi, in quanto il microclima e la composizione del suolo influenzano lo sviluppo degli aromi nell'uva Glera, vitigno principale del prosecco che, provenendo da suoli ricchi di minerali, tende a presentare note floreali e fruttate complesse. Il prosecco è quindi caratterizzato da un aroma fresco e vivace, esaltato dalle condizioni climatiche favorevoli del suo terroir;
  • acidità e struttura, attraverso le escursioni termiche che favoriscono un’acidità equilibrata, e i terreni calcarei e argillosi che aggiungono una struttura elegante e una mineralità che conferisce profondità alla bollicina. È proprio da questo equilibrio tra acidità e corpo che nasce l’inconfondibile freschezza e versatilità del prosecco;
  • persistenza e complessità, caratteristica dei migliori prosecco, specialmente quelli DOCG, che riflettono la complessità del terroir. Le pratiche vitivinicole tradizionali, come la raccolta manuale e la selezione rigorosa delle uve, assicurano che solo i grappoli migliori contribuiscano alla bollicina, esaltandone le caratteristiche uniche.


Il terroir del prosecco è un insieme armonioso di clima, suolo, altitudine, esposizione e tradizione. Ogni bottiglia ha un’identità inconfondibile che racchiude l'essenza delle colline venete e friulane, riflettendo la ricchezza e la diversità di un territorio unico. È questa combinazione di fattori che rende il prosecco un autentico simbolo del patrimonio enologico italiano.

Prosecco in cucina: il menù completo per stupire gli ospiti

15/05/2024
da Giovanni Mastropasqua

Intriso di storia e cultura, il prosecco, con la sua vivace effervescenza e il suo gusto fruttato, non è solo la bollicina con cui si brinda alle occasioni speciali, ma è anche l’ingrediente perfetto per trasformare ricette semplici in piatti raffinati. Dalla cucina tradizionale a quella più moderna, infatti, il prosecco si presta ad una varietà di preparazioni e alle più diversificate combinazioni di sapori. In questo articolo, ti mostreremo come la bollicina più amata al mondo possa costituire il fil rouge di un menù completo che, dall’antipasto al dolce, eleverà la tua cucina a un livello superiore e stupirà tutti i tuoi ospiti!

L’antipasto - Prosecco in cucina

L'antipasto si apre con dei crostini al formaggio con salsa al prosecco e miele: un inizio all’apparenza semplice ma con un gusto sofisticato che delizierà anche i palati dei tuoi ospiti più raffinati.

Ingredienti:

  • Pane
  • Formaggio morbido
  • 240ml di prosecco
  • 1 cucchiaio di miele
  • Noci tritate o foglie di timo

La preparazione di questo antipasto è facile e veloce. Per prima cosa, taglia il pane a fette e tostalo in forno preriscaldato a 180° per circa 5-7 minuti. Nel frattempo, versa il prosecco e il miele in una pentola, e cuoci a fuoco medio-basso, mescolando occasionalmente, fino a quando il miele non si sarà completamente sciolto e la salsa addensata. Finite le preparazioni, spalma del formaggio morbido sulle fette di pane tostate, aggiungi la salsa al prosecco e miele, e decora con delle noci tritate o con delle foglie di timo. Disponi poi i crostini su un piatto da portata e servili ai tuoi ospiti: vedrai, non lasceranno nemmeno una briciola!

Il primo - Prosecco in cucina

Terminato l’antipasto, possiamo procedere con la preparazione di un risotto al prosecco con asparagi e parmigiano, un primo piatto di stagione super equilibrato, dal gusto fresco, cremoso, dolce e delicato.

Ingredienti:

  • 320g di riso
  • 1 scalogno
  • 250ml di prosecco
  • 1 mazzo di asparagi
  • 1,2l di brodo vegetale

50g di burro

  • 60g di parmigiano grattugiato
  • Sale
  • Pepe
  • Olio extra vergine d’oliva
  • Prezzemolo fresco

Nonostante i tempi di preparazione aumentino rispetto alla portata precedente, la semplicità del piatto, che ancora una volta viene reso più raffinato dall’utilizzo del prosecco, rimane invariata. Inizia quindi tagliando a pezzetti gli asparagi e facendo bollire le punte in acqua salata per 2-3 minuti, fino a che non saranno tenere. Mettile da parte, prendi una padella e rosola lo scalogno a fuoco medio nell’olio extravergine d’oliva. Aggiungi poi il riso e tostalo per un paio di minuti, prima di sfumarlo con il prosecco. Quando l’alcool sarà evaporato, versa gradualmente il brodo vegetale caldo, mescolando fino a completo assorbimento. A metà cottura, aggiungi i pezzetti di asparagi (tranne le punte) e continua a cuocere. Quando il riso sarà cotto al dente, aggiungi anche le punte di asparagi precotte e completa la cottura. Togli poi la pentola dal fuoco, incorpora il burro e il parmigiano grattugiato et voilà, il tuo risotto super cremoso è pronto! Servilo con del prezzemolo fresco tritato e goditi insieme ai tuoi ospiti un piatto primaverile super raffinato.

Il secondo - Prosecco in cucina

Siamo quasi giunti al termine del nostro menù e, per continuare a lasciare i tuoi ospiti senza parole, ti proponiamo di preparare un petto di pollo al prosecco con uvetta e pinoli.

Ingredienti:

  • 4 petti di pollo
  • 120ml di prosecco
  • 60g di uvetta
  • 60g di pinoli
  • Olio extravergine d’oliva
  • Sale
  • Pepe
  • Prezzemolo fresco tritato

Prima di iniziare, metti l’uvetta in una ciotola, coprila con acqua tiepida e lasciala in ammollo per circa 15-20 minuti, finché non sarà morbida. In questa fase, occupati anche di tostare i pinoli in padella, a fuoco medio-basso. Una volta tostati, passa alla preparazione del petto di pollo, che deve essere rosolato in padella con dell’olio d’oliva a fuoco medio-alto, fino a che non sarà dorato in entrambi i lati. A questo punto, aggiungi e lascia evaporare il prosecco, incorpora l’uvetta e i pinoli, copri la padella e cuoci a fuoco medio-basso per circa 15-20 minuti, senza dimenticarti di girare il pollo di tanto in tanto. Aggiusta di sale e pepe, e servi con del prezzemolo fresco tritato: il profumo di questo piatto non avrà bisogno di spiegazioni!

Il dolce

Dulcis in fundo, concludiamo il nostro menù con un delicatissimo dessert primaverile: una mousse al prosecco con fragole fresche.

Ingredienti:

  • 250ml di prosecco
  • 200ml di panna fresca
  • 100g di zucchero a velo
  • 6g di gelatina in polvere
  • Fragole fresche
  • Foglioline di menta fresca

Versa in una ciotola la gelatina in polvere e aggiungi 50ml di prosecco. Mescola il composto e lascia riposare per alcuni minuti affinché la gelatina si idrati. Nel frattempo, monta la panna fresca con lo zucchero a velo in un’altra ciotola, e scalda leggermente il restante prosecco in una pentola. Fai sciogliere la gelatina idratata nel prosecco tiepido e lascia raffreddare il composto per qualche minuto, prima di incorporare delicatamente la panna montata, fino ad ottenere una consistenza uniforme. Versa la mousse in coppette individuali, coprile con della pellicola trasparente e lascia raffreddare in frigorifero per almeno 3-4 ore. Prima di servirle, lava e taglia a fettine le fragole fresche e utilizzale come guarnizione insieme a qualche fogliolina di menta.

Questo dessert conclude il nostro menù a base di prosecco, dove sapori freschi e raffinati si fondono perfettamente, dimostrando che la bollicina più amata al mondo non è solo un ottimo aperitivo ma anche un ingrediente versatile sempre più utilizzato in cucina. Capace di trasformare ricette semplici in portate ricercate, il prosecco è oggi infatti il protagonista di numerosi piatti della tradizione, con l’obiettivo di esaltarne il sapore ed elevarli ad un livello nettamente superiore.

Alla scoperta dell’uva Glera: origini e caratteristiche dell’essenza del prosecco

10/05/2024
da Giovanni Mastropasqua

Iscritta ufficialmente nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite dal 1970, l’uva Glera rappresenta uno dei tesori dell’enologia italiana, simbolo di una storia di tradizione e innovazione che dal cuore delle pittoresche colline venete si estende fino al Friuli Venezia Giulia. Le caratteristiche favorevoli di queste terreni, unite al clima mite, alle escursioni termiche giornaliere e alla dedizione degli agricoltori locali, hanno determinato una notevole espansione del vitigno Glera nel corso degli anni, lasciando poche tracce sulle sue origini ma togliendo ogni dubbio in merito al suo potenziale. In questo articolo, vi offriremo una breve panoramica sulla storia e sulle caratteristiche principali dell’ingrediente che costituisce l’essenza del prosecco, il vino frizzante più amato al mondo.

La storia del vitigno

Vitigno a bacca bianca appartenente alla famiglia dei semiaromatici, l’uva Glera viene coltivata nelle regioni del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, dove trova un clima ideale per prosperare e dei terreni resi particolarmente fertili dalla presenza di ghiaia. Non a caso, il termine Glera deriva dal latino glarea, che indica appunto la ghiaia, confermando le origini antiche di un vitigno sulla cui espansione esistono una pluralità di teorie differenti. Mentre alcune ritengono che la produzione di uva Glera sia iniziata a "Prosecco", un piccolo comune del Carso triestino - per poi espandersi verso i Colli Euganei - altre riconoscono proprio nei Colli Euganei il luogo di nascita del vitigno, che si sarebbe poi diffuso gradualmente verso la Slovenia.

Glera, un'uva particolarmente resistente

Nonostante le origini siano incerte e sia difficile risalire al luogo esatto in cui il vitigno si è sviluppato, l’uva Glera ha acquisito nel corso degli anni una crescente popolarità tra gli agricoltori, dovuta alla sua particolare resistenza ai parassiti e alla sua capacità di adattarsi ad una varietà di terreni e climi diversi. A partire dal XVII secolo, infatti, gli agricoltori locali hanno iniziato a toccare con mano il potenziale dell’uva Glera e della conseguente produzione di vini leggeri, fino ad arrivare a possedere oggi una ricca coltivazione concentrata principalmente nella zona del Trevigiano, tra Conegliano e Valdobbiadene.

Le caratteristiche dell’uva

Caratterizzato da foglie medie cuneiformi, il vitigno Glera produce grappoli compatti di medie o grandi dimensioni e acini sferisci con buccia di colore verde-gialla, che vengono raccolti alla fine del mese di settembre o all’inizio del mese di ottobre. Una maturazione precoce, quella dell’uva Glera, che le permette di preservare la propria acidità naturale e la rende particolarmente adatta alla produzione di vini freschi e fruttati, nonostante il gusto possa assumere sfumature diverse in base alle caratteristiche del terreno e della zona in cui viene coltivata. Con note più o meno floreali, fruttate o agrumate, l’uva Glera rappresenta quindi la freschezza distintiva di molti vini, primo tra tutti il prosecco.

La trasformazione dell’uva in prosecco

Punto di svolta nella produzione di uva Glera, già nota per la sua acidità bilanciata, il suo profilo aromatico e la sua particolare versatilità, è senza dubbio la trasformazione in prosecco. Basti pensare che inizialmente il vitigno portava proprio il nome della bollicina, poi sostituito dal termine Glera nel 2009, quando fu creata la DOC prosecco e nacque quindi l’esigenza di tutelarne la denominazione.

Oggi il prosecco, per essere definitivo tale, da disciplinare deve contenere almeno l’85% di uva Glera, mentre il restante 15% può provenire da altri vitigni. Si distingue per il suo colore giallo paglierino e un gusto, in alcuni casi più secco e in altri più amabile, che regala al palato note fresche e fruttate. La sua ben nota vivacità e freschezza deriva dall’acidità equilibrata dell’uva e dalla bassa gradazione alcolica che questa gli conferisce, mentre la varietà nel gusto si deve alla particolare versatilità della stessa uva nelle tecniche di vinificazione.

Individuare le caratteristiche del prosecco è fondamentale per riconoscerlo e per definirne l’autenticità attraverso la denominazione geografica controllata (DOC) e la denominazione di origine controllata e garantita (DOCG). Oggi, infatti, l'uva Glera è molto più di un semplice ingrediente per la produzione del prosecco e, soprattutto, non tutte le uve Glera diventano prosecco.

Ci troviamo di fronte al frutto di un territorio e di una cultura che si fondono per creare vini di straordinaria qualità e carattere, attraverso la passione e l’impegno costante dei viticoltori. In questo quadro, l'uva Glera rappresenta un vero e proprio tesoro delle pittoresche colline venete e friulane, in grado di regalare al mondo intero un assaggio dell'autentica bellezza enologica italiana.

Le 4 tappe del cammino del prosecco: un viaggio nelle terre della bollicina più amata al mondo

04/05/2024
da Giovanni Mastropasqua

Il prosecco è molto più di una bollicina sublime; è un’esperienza, un viaggio attraverso le colline verdi del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, dove la tradizione vinicola si intreccia con un territorio ricco di storia, cultura e bellezze naturali. Patrimonio dell’UNESCO dal 2019, le colline venete del prosecco si estendono da Vidor a Vittorio Veneto: 51 kilometri di meraviglia a cui gli amanti di avventure enogastronomiche e paesaggi mozzafiato non possono rinunciare. In questo articolo, ti guideremo alla scoperta delle 4 tappe, tutte in provincia di Treviso, del cammino del prosecco: un percorso inaugurato l’anno scorso per permettere ai visitatori di tutto il mondo di immergersi nel cuore di questa rinomata regione vinicola.

Vidor

L’itinerario inizia a Vidor, un piccolo comune nei pressi del fiume Piave. Il borgo, conosciuto fin dall’epoca romana, quando costituiva un punto di sosta lungo l’antica Via Claudia Augusta Altinate, ha assistito nei secoli all’ascesa e alla caduta di diversi poteri dominanti, fino a trasformarsi nell’importante centro vinicolo che è ancora oggi. Con un’economia basata principalmente sull’agricoltura e sulla produzione di prosecco DOC e DOCG, il suo tratto distintivo sono le colline ricoperte da vigne che producono l’uva Glera, e le cantine locali, dove le degustazioni sono all’ordine del giorno. Oltre al suo patrimonio vitivinicolo, Vidor vanta un’atmosfera rurale e pittoresca che attrae visitatori di tutto il mondo: una tappa obbligatoria non solo per il caratteristico centro storico, ma anche per la famosissima Abbazia di Santa Bona, per il Castello di Colbertaldo, per la Chiesa del Nome Santissimo di Maria e per il santuario della Madonna delle Grazie. Vidor presenta inoltre un calendario di eventi e festival molto ricco, tra cui segnaliamo la sagra del prosecco, che si tiene a settembre e rappresenta una grande celebrazione del vino frizzante più amato al mondo, tra musica dal vivo, cibo tradizionale e degustazioni.

Col San Martino

La prima tappa del cammino del prosecco ci porta a Col San Martino, una frazione di Farra di Soligno circondata da vigneti che sorge lungo il torrente Raboso. Come testimoniano le sue opere artistiche e architettoniche, le origini sono medievali: dal tempietto di San Martino alla torre del campanile di Santa Maria in Silvis, passando per la chiesetta di S.Vigilio, la chiesa arcipretale dedicata alla SS. Annunziata e l’oratorio di Piazza Rovere, la storia di questo borgo è ben presto svelata!

Tra i principali edifici di interesse storico-artistico appena elencati, il tempietto di San Martino vanta il legame con un’antica credenza, secondo la quale le giovani coppie che desideravano un figlio vi si recavano per chiedere un’intercessione al Santo, con la promessa di chiamare poi il proprio figlio con il nome pescato da un’urna qui conservata.

Una destinazione ideale, quella di Col San Martino, per gli amanti della storia, della cultura e del paesaggio, assolutamente da non perdere se volete addentrarvi nelle vere origini delle colline del prosecco!

Follina

Proseguendo con il nostro itinerario, la seconda tappa del cammino del prosecco termina a Follina. Affascinante borgo medievale, riconosciuto come uno dei più belli d’Italia, Follina si trova ai piedi delle Prealpi Trevigiane. La sua storia è legata ad un gruppo di monaci dell’ordine dei benedettini prima e ai cistercensi poi, promotori della tecnica di “follatura” nella lavorazione della lana, da cui la cittadina prende il nome.

Oltre al centro storico, a Follina non potete non visitare l’Abbazia di Santa Maria, che rappresenta ancora oggi il centro della vita culturale, ma anche il Palazzo Barberis Rusca, dove avveniva la produzione di tessuti raffinati, e il Castelletto Brandolini, dell’omonima famiglia nobiliare. Toccate con mano anche i vecchi lanifici e bachifici, simbolo di una tradizione secolare premiata dai più grandi marchi di moda, e fermatevi ad ammirare la sorgente di Santa Scolastica che attraversa il paese.

Questa località offre agli amanti della cultura e della storia la possibilità di esplorare antichi monasteri, passeggiare lungo i sentieri panoramici, assaporare i prelibati piatti della cucina locale e, ovviamente, degustare il prosecco DOCG.

Tarzo

Terza tappa del cammino del prosecco è Tarzo, un incantevole comune tra le colline ricoperte da vigne di uva Glera, con la quale si produce prosecco DOC e DOCG. La bellezza naturale di questo luogo viene esaltata dal Lago di Lago, dove ci si può dilettare nella pesca e nel canottaggio, oppure rilassarsi e godersi la natura, ma rilevante è anche il suo patrimonio storico e culturale. Numerose sono infatti le chiese antiche e i monumenti che esaltano il suo valore, tra cui la famosissima chiesa parrocchiale di San Giorgio, di grande interesse artistico e architettonico.

Se amate camminare e immergervi nella tranquillità della campagna veneta, a Tarzo troverete numerosi sentieri escursionistici e percorsi panoramici: i vigneti vi offriranno viste mozzafiato e potrete fermarvi a gustare prodotti gastronomici locali, tra cui formaggi e salumi, sorseggiando un bel calice di prosecco.

Vittorio Veneto

La quarta ed ultima tappa del cammino del prosecco è Vittorio Veneto, il punto d’arrivo di un tour enogastronomico e culturale senza eguali. Come preannunciato, rimaniamo in provincia di Treviso e ci troviamo nel luogo in cui si combatté l’omonima battaglia che portò alla vittoria dell’esercito italiano su quello austro-ungarico, ponendo fine alla Grande Guerra.

Il territorio di Vittorio Veneto, suddiviso nei due centri storici di Serravalle e Ceneda, vanta testimonianze di epoche diverse, dai resti romani ai palazzi medievali, fino alle ville settecentesche.

Vi consigliamo di partire costeggiando il corso del torrente Meschio, tra architetture medievali e angoli caratteristici, e continuare fino a raggiungere Piazza Flaminio, dove potrete ammirare la Loggia Serravallese, antica sede del potere politico, e il Duomo. Alle spalle della cattedrale troverete una scalinata che vi porterà al santuario di S. Augusta, un balcone naturale dal quale potrete ammirare il Col Visentin e le Colline del Prosecco

Spostatevi poi a Ceneda, dove verrette accolti dalla bellezza suggestiva della cattedrale neoclassica, della loggia del Cenedese, antica sede municipale, e del museo della battaglia che accoglie testimonianze della prima guerra mondiale. Procedendo più alto, potrete vedere anche il Castello di San Martino, la sede vescovile in cui termina il nostro viaggio nelle terre del prosecco.

Che siate degli appassionati di vino, degli amanti della natura o dei cultori della storia, il cammino del prosecco vi porterà alla scoperta di un luogo unico al mondo. Una vista incomparabile, lontana dal caos quotidiano, vi farà abbracciare la bellezza naturale delle colline del prosecco, innalzate dalla ricca cultura enogastronomica della regione.

Sostenibilità nella produzione del prosecco: pratiche agricole eco-friendly e produzione biologica

28/04/2024
da Giovanni Mastropasqua

Il prosecco, gioiello delle colline venete, è da sempre apprezzato per il suo gusto unico e la sua eleganza effervescente. Tuttavia, dietro ogni bicchiere di questo celebre vino frizzante si cela un processo produttivo che può avere un impatto significativo sull’ambiente. Negli ultimi anni, complici il cambiamento climatico e la maggiore sensibilità ambientale, è emersa la necessità di adottare pratiche più sostenibili ed eco-friendly anche nella produzione del prosecco, con l’obiettivo di acquisire un gusto che soddisfi non solo il palato, ma anche l’ambiente circostante. Ve ne parliamo in questo articolo.

L’importanza della sostenibilità ambientale

La sostenibilità ambientale è diventata un pilastro fondamentale per molte aziende vinicole, comprese quelle che producono prosecco. Questa esigenza nasce dalla crescente consapevolezza che le pratiche agricole, sovrapponendosi ad un ecosistema naturale, hanno inevitabilmente un impatto ambientale, che deve essere minimizzato. Occorre pertanto agire per preservare quanto più possibile la qualità del terreno, dell’aria e dell’acqua: un vero e proprio impegno generalizzato nella tutela dell’ambiente e delle risorse naturali.

Lo sanno bene i produttori di prosecco, che si dedicano ogni giorno alla costruzione di un mondo vinicolo sempre più sostenibile e sempre meno inquinante. Lo fanno attraverso pratiche eco-friendly e produzioni biologiche, con l’obiettivo di mantenere e preferibilmente aumentare la qualità del prodotto finale.

Pratiche agricole eco-friendly

Sono diverse le pratiche eco-friendly adottate per ridurre l’impatto ambientale nella produzione di prosecco. Tra queste pratiche troviamo:

  • Riduzione dell’uso dell’acqua, grazie all’irrigazione a goccia, che fornisce acqua direttamente alle radici delle viti, al sistema di raccolta dell’acqua piovana e alle pratiche per ottimizzare l’uso dell’acqua durante il processo di vinificazione e di pulizia delle attrezzature;
  • Utilizzo di energie rinnovabili, principalmente solare ed eolica, attraverso l’installazione di pannelli solari nelle aree adiacenti ai vigneti e turbine eoliche nelle zone più aperte e ventilate;
  • Gestione sostenibile dei vigneti, con la riduzione dell’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici a favore dell’agricoltura biologica o integrata, basate sull’uso di metodi naturali per controllare le malattie e le infestazioni degli insetti;
  • Conservazione del suolo per proteggere la biodiversità e ridurre l’erosione, attraverso la messa a dimora di coperture vegetali, l’implementazione di tecniche di aratura minima o non aratura e la creazione di zone di habitat naturale intorno ai vigneti per favorire la presenza di flora e fauna locali;
  • Riduzione degli imballaggi, minimizzando l’uso di vetro, utilizzando vetro riciclato per le bottiglie e materiali biodegradabili per il packaging esterno.

Produzione biologica

Come già accennato, le aziende produttrici di prosecco, sempre più votate alla sostenibilità, hanno convertito e stanno continuando a convertire i loro vigneti alla produzione biologica. Questo metodo di coltivazione esclude l’uso di pesticidi chimici, erbicidi e fertilizzanti sintetici, a favore di metodi naturali, quali la concimazione organica, il controllo biologico delle malattie e degli insetti e la gestione oculata delle risorse idriche e del suolo. Per moderare le infestazioni e migliorare la fertilità del terreno, si prediligono quindi insetti benefici, piante insettifughe, rotazioni colturali, compost e concimi organici.

Un metodo di produzione, quello appena descritto, che non solo rispetta l’ambiente, ma anche le aziende produttrici. Oltre a ridurre l’inquinamento, conservare le risorse naturali e tutelare la biodiversità, infatti, la produzione biologica abbatte i costi aziendali, migliora l’immagine del marchio e aumenta la fidelizzazione dei clienti e la qualità del prosecco. Le aziende produttrici di prosecco biologico godranno così della riduzione dei costi di acquisto di input, di interventi esterni e di gestione dei rifiuti, oltre che di incentivi governativi, quando presenti, e di maggiore reputazione sul mercato.

Prosecco sostenibile: un impegno concreto

Sono numerose le filiere che hanno abbracciato la sostenibilità nella produzione del prosecco, compiendo percorsi sempre più virtuosi e seguendo le buone pratiche di gestione dei vigneti descritte nel Vademecum Viticolo pubblicato con cadenza annuale dal Consorzio di Tutela della DOC Prosecco. Con l’obiettivo di tutelare e diffondere il vero prosecco DOC, il Consorzio di Tutela, nato nel 2009, svolge azioni di vigilanza costante, attività di informazione mirate e promozioni del vero prosecco sui canali di comunicazione più appropriati. È il Consorzio stesso a creare un protocollo di sostenibilità che definisce i criteri che le aziende devono rispettare per potersi definire produttrici di "Prosecco DOC Sostenibile".

Non un caso di greenwashing quindi, ma un vero e proprio passo verso l’implemento di pratiche sostenibili e il miglioramento delle tecnologie disponibili per preservare la qualità del prosecco, tutelando l’ambiente. Sono già numerosi i consumatori che scelgono il prosecco proprio sulla base della presenza di caratteristiche green, come il bio e la sostenibilità ambientale e sociale.