Degustazione di prosecco: come riconoscere una bollicina di qualità

28/08/2024
da Giovanni Mastropasqua

Universalmente noto come simbolo di convivialità e raffinatezza, il prosecco si caratterizza per la sua freschezza, leggerezza e il suo fine perlage. Tuttavia, senza una corretta degustazione che coinvolga vista, olfatto e gusto sarebbe impossibile apprezzarne appieno tutte le qualità e scoprirne le più sottili sfumature aromatiche e gustative. In questo articolo, esploreremo le diverse fasi della degustazione di prosecco, dai preparativi iniziali fino alla valutazione finale.

Le quattro fasi della degustazione di prosecco: quali sono i sensi coinvolti

Prima di iniziare una degustazione di prosecco è fondamentale assicurarsi che la bollicina sia alla giusta temperatura di servizio e che si abbia a disposizione un bicchiere a tulipano che, con la sua forma più ampia alla base e stretta in alto, permette ai profumi di concentrarsi e di essere apprezzati al meglio, o una flûte che, al contrario, esalta il perlage e mantiene la freschezza del vino grazie alla sua forma allungata.

Solo una volta terminati i preparativi, avrà inizio la vera e propria degustazione di prosecco che, esattamente come quella di altri vini, avviene attraverso una serie di fasi messe a punto per apprezzarne appieno le caratteristiche sensoriali: vediamole insieme!

Fase 1: l’esame visivo

La degustazione del prosecco inizia con l'esame visivo. Versate quindi una piccola quantità di prosecco nel bicchiere e osservatelo contro una superficie bianca o alla luce naturale per apprezzarne il colore, che può variare dal giallo paglierino al dorato chiaro, con riflessi verdognoli nei vini più giovani. Successivamente, prestate attenzione al perlage, che in un prosecco di qualità deve essere fine, continuo e persistente. Bollicine più grosse o irregolari potrebbero infatti indicare un vino di qualità inferiore o un errore nella tecnica di produzione.

Fase 2: l’esame olfattivo

L’esame olfattivo è la fase in cui si analizzano i profumi del prosecco. Per farlo, avvicinate il bicchiere al naso senza agitarlo e inspirate delicatamente, cercando di coglierne le diverse note aromatiche. Il prosecco è noto per i suoi profumi freschi e i suoi aromi fruttati (mela, pera, pesca) e floreali (glicine, fiori d’acacia), ma se maturo potrebbe presentare sentori più complessi e intensi. Per coglierne tutte le sfumature dovrete pertanto far ruotare delicatamente il vino nel bicchiere, in modo da ossigenarlo, liberare ulteriormente gli aromi e percepire tutte le note più sottili e complesse, spesso inizialmente nascoste. In questo modo, avrete ben chiare l’intensità aromatica e la freschezza del prosecco oggetto della vostra degustazione.

Fase 3: l’esame gustativo

Dopo aver esaminato l'aspetto e l'aroma del prosecco, è il momento di assaporarlo! La terza fase della degustazione consiste infatti in un vero e proprio esame gustativo, che inizia prendendo un piccolo sorso di prosecco e lasciando che si distribuisca uniformemente in bocca. Questo vi permetterà di valutare diverse caratteristiche, quali:

  • il sapore, in quanto il prosecco è generalmente fresco e fruttato, con una piacevole acidità che ne bilancia la dolcezza, ma alcune tipologie si distinguono per le loro note più morbide e rotonde mentre altre per la loro più spiccata mineralità;
  • la struttura, ovvero la consistenza del vino, che può essere leggera o corposa, anche se un buon prosecco dovrebbe sempre avere una texture fine e vellutata, generata da un equilibrio armonico tra acidità e dolcezza;
  • la persistenza che, se piacevole e prolungata indica un vino di alta qualità, lasciando un ricordo aromatico che può variare dal fruttato al floreale, fino a note più complesse di mandorla o spezie;
  • le sensazioni tattili, attraverso l’osservazione della cremosità del perlage al palato e la sensazione di effervescenza, che non deve essere troppo aggressiva ma delicata e piacevole.

Fase 4: l’esame retro-olfattivo

La fase finale della degustazione di prosecco consiste in un esame retro-olfattivo. Dopo aver deglutito, infatti, si possono percepire aromi di ritorno, chiamati appunto aromi retro-olfattivi, che confermano o arricchiscono le sensazioni avute in precedenza durante l’esame olfattivo e gustativo. È questo il momento in cui si valutano l’armonia e l’equilibrio complessivo del prosecco, che deve risultare piacevole, senza eccessi di acidità o dolcezza.

Tenendo conto di tutti gli elementi esaminati, potrete ora esprimere un giudizio complessivo sulla qualità del prosecco oggetto della vostra degustazione. Giudizio che potrà certamente comprendere anche una riflessione sull'abbinamento con il cibo e sull’occasione ideale di consumo.

Fake news e falsi miti sul prosecco: da che parte sta la verità

24/08/2024
da Giovanni Mastropasqua

Il prosecco è uno dei vini italiani più apprezzati al mondo, da sempre simbolo di convivialità e dolce vita. Tuttavia, con la sua crescente popolarità, sono emerse una serie di fake news e falsi miti che possono confondere i consumatori e compromettere la percezione di questo eccellente prodotto italiano: facciamo chiarezza!

Il prosecco non è uno champagne economico: quali solo le principali differenze tra i due vini

Uno dei falsi miti più comuni è che il prosecco sia semplicemente una versione economica dello champagne. In realtà, prosecco e champagne sono due prodotti distinti, con caratteristiche e metodi di produzione molto diversi. Mentre lo champagne viene prodotto in Francia, nella regione della Champagne, utilizzando il metodo classico, conosciuto anche come metodo Champenoise, il prosecco è originario del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, in Italia, e viene prodotto prevalentemente con il metodo Martinotti-Charmat. A differenza del metodo classico, che prevede una doppia fermentazione in bottiglia, dove il vino acquisisce complessità grazie al contatto prolungato con i lieviti, il metodo Martinotti-Charmat prevede una seconda fermentazione in grandi vasche di acciaio inox, responsabili del carattere più leggero, fresco e fruttato del prosecco rispetto allo champagne, che avrà quindi bollicine più grandi e meno persistenti. Caratteristiche organolettiche queste che sono ovviamente influenzate anche dal tipo di uva utilizzato: da un lato la prevalenza della varietà a bacca bianca Glera, che conferisce al prosecco il suo carattere floreale; dall’altro i tre vitigni, Chardonnay a bacca bianca, Pinot Noir e Pinot Meunier a bacca nera, che compongono la corposità tipica dello champagne. Due vini completamente diversi quindi, ancora prima di considerare il loro posizionamento sul mercato, dove lo champagne è generalmente più costoso del prosecco a causa dell’utilizzo di un metodo di produzione più laborioso e del lungo periodo di invecchiamento che richiede la bollicina francese.

Il prosecco di qualità ha le bollicine: la scelta tra vino spumante e frizzante

Le bollicine sono una caratteristica distintiva del prosecco e giocano un ruolo fondamentale nella definizione della sua identità. Tuttavia, il pensiero comune è che un prosecco di alta qualità non dovrebbe avere bollicine, in quanto la loro presenza sarebbe simbolo, al contrario, di un vino di basso livello: anche questo è chiaramente un falso mito! Il prosecco, prodotto con il metodo Martinotti-Charmat, sviluppa le sue bollicine naturali durante la seconda fermentazione nelle grandi vasche di acciaio inox: bollicine che diventano indicatori di una fermentazione ben eseguita, di una conservazione corretta e di una freschezza adeguata. Non va dimenticato, inoltre, che il prosecco si presenta in due principali varianti effervescenti, entrambe di altissima qualità: il prosecco spumante quando ha una pressione più elevata e quindi bollicine più intense e persistenti, il prosecco frizzante quando è sottoposto a una pressione inferiore ed ha bollicine più delicate. In entrambi i casi, le bollicine migliorano l’esperienza sensoriale complessiva, esaltando la percezione delle loro note fruttate e floreali.

Il prosecco non è sempre dolce: le versioni Brut, Extra Dry e Dry

Un'altra fake news piuttosto diffusa è che il prosecco sia sempre dolce, nonostante esistano tre categorie (Brut, Extra Dry e Dry) che indicano livelli crescenti di zucchero residuo. Il Brut è la versione più secca, con meno di 12 grammi di zucchero per litro, mentre l'Extra Dry contiene tra 12 e 17 grammi di zucchero per litro e il Dry, nonostante il nome, è il prosecco più dolce in assoluto, con 17-32 grammi per litro. Tra queste, la varietà più diffusa e apprezzata dai consumatori è anche quella più equilibrata, l’Extra Dry, che pur mantenendo una buona acidità offre una leggera rotondità al palato e viene quindi percepita come più piacevole rispetto al carattere asciutto del Brut e a quello morbido del Dry, che è l’unico prosecco realmente dolce, ideale per accompagnare i dessert. E questo sfata anche un altro falso mito: il prosecco, grazie alla sua estrema versatilità, non si beve solo come aperitivo!

Il prosecco rosé è autentico: come si è evoluta la bollicina italiana tradizionale

Con l'introduzione e la crescente popolarità del prosecco rosé sul mercato, alcuni puristi hanno sollevato dubbi sulla sua autenticità, nonostante si presenti come una variante legittima e riconosciuta del prosecco tradizionale, prodotta secondo le stesse rigide normative, ma con l'aggiunta di un piccolo quantitativo di uve Pinot Nero per conferirgli il caratteristico colore rosato e arricchirne il profilo aromatico. Si tratta quindi di un vino fresco e fruttato che mantiene l’essenza del prosecco pur offrendo un'esperienza gustativa completamente diversa. Oltre a provenire dalla stessa area geografica, ad essere composto in prevalenza da uva Glera e ad essere regolato dalla stessa denominazione di origine controllata del prosecco tradizionale, inoltre, anche il prosecco rosé viene prodotto utilizzando il metodo Martinotti-Charmat. Nonostante le delicate sfumature fruttate conferite dall’aggiunta di Pinot Nero, infatti, il prosecco rosé presenta la stessa freschezza, vivacità e versatilità di quello tradizionale, oltre a tutte le qualità e le garanzie che ne derivano. A dimostrarlo, il riconoscimento della denominazione DOC nel 2020, dopo anni di studio e di perfezionamento del processo produttivo di quello che oggi rappresenta una deliziosa evoluzione del prosecco classico.

Il prosecco non invecchia: perché la bollicina italiana va bevuta giovane

Contrariamente a molti altri vini prodotti con il metodo classico, il prosecco, prodotto con il metodo Martinotti-Charmat, non è concepito per evolvere in bottiglia e sviluppare complessità nel tempo e, pertanto, non migliora con l’invecchiamento e va consumato giovane, entro uno o due anni dall’imbottigliamento, per evitare che perda gradualmente la sua freschezza ed effervescenza e che i suoi aromi fruttati e floreali si attenuino. Per questo motivo, se non viene bevuto immediatamente dopo l’acquisto, è importante che venga conservato in un luogo fresco e buio, lontano da fonti di calore e luce diretta e possibilmente in posizione orizzontale per mantenere l’umidità del tappo. Un’altra dimostrazione, questa, di come conoscere le differenze nei metodi di produzione, comprendere le varietà disponibili sul mercato e capire come conservarle al meglio, permette di sfatare i falsi miti che ruotano attorno all’inimitabile bollicina italiana, espressione di una tradizione vitivinicola che ha conquistato il mondo.

Il prosecco di qualità non si trova solo in Italia: il fenomeno dell’esportazione

Il prosecco è indiscutibilmente uno dei simboli enologici italiani più conosciuti al mondo, ma è un errore pensare che si possa trovare esclusivamente in Italia, nazione che, al contrario, ogni anno ne esporta grandi quantità in tutto il mondo. I produttori italiani hanno infatti lavorato duramente per garantire che il prosecco esportato mantenga gli stessi standard qualitativi di quello venduto sul mercato nazionale, rendendo possibile trovare prosecco DOC e DOCG, le due denominazioni di origine controllata e garantita (che impongono rigide regole sulla produzione del prosecco, che includono l'area geografica di produzione, il metodo di vinificazione e i vitigni utilizzati), nei migliori ristoranti e negozi di tutto il mondo. Mentre l'Italia rimane quindi il cuore pulsante della produzione di prosecco, la qualità di questo vino non è confinata alla nazione d’origine. Grazie all'esportazione, alla distribuzione internazionale di produttori di fama e a rigorosi controlli, il prosecco di alta qualità è accessibile anche all'estero.

Bellini: la storia del cocktail veneziano a base di prosecco conosciuto in tutto il mondo

20/08/2024
da Giovanni Mastropasqua

Da sempre simbolo di un’eleganza tipicamente italiana, il Bellini nasce a Venezia negli anni ’40 ma viene oggi riconosciuto come uno dei cocktail più iconici e raffinati al mondo. In questo articolo, esploreremo le sue origini storiche, sveleremo i segreti che si celano dietro alla sua preparazione e scopriremo perché, a distanza di decenni, continua ad avere un ruolo da protagonista in tutti i migliori bar del mondo.

Il successo internazionale del Bellini: l’evoluzione del cocktail veneziano

L'origine del Bellini è strettamente legata a Venezia, al celebre Harry's Bar - uno dei locali più iconici della città - e al suo fondatore Giuseppe Cipriani, noto per la sua creatività e per la sua abilità nel combinare ingredienti semplici in modo innovativo. Nel 1948 infatti, nel tentativo di riprodurre una particolare tonalità di rosa che il grande maestro rinascimentale Giovanni Bellini aveva utilizzato per dipingere la tunica del santo nella sua opera San Francesco nel deserto, Cipriani diede origine ad un nuovo cocktail a base di pesche bianche e prosecco che prenderà proprio il nome del pittore veneziano e che, in breve tempo, diventerà un simbolo di eleganza e raffinatezza, apprezzato non solo dai frequentatori dell'Harry's Bar, ma anche dai personaggi famosi e dagli artisti che, in quegli anni, erano soliti visitare Venezia.

La ricetta originale del Bellini: ingredienti e preparazione

La preparazione del Bellini, il cocktail inventato da Giuseppe Cipriani, è molto semplice e richiede l’utilizzo di solamente due ingredienti:

  • la purea di pesche bianche, possibilmente della varietà Saturnia, che devono essere dolci e mature al punto giusto;
  • il prosecco, preferibilmente un Valdobbiadene Superiore DOCG che, con il suo gusto fresco e fruttato, riesca ad esaltare il sapore delle pesche senza sovrastarlo e a conferire effervescenza al cocktail.

La purea di pesche viene preparata schiacciando delicatamente la polpa della frutta, precedentemente sbucciata e privata del nocciolo, e aggiungendo qualche goccia di succo di limone per evitare l'ossidazione e mantenere il colore originale. Una volta pronta, la purea viene passata al setaccio per eliminare eventuali grumi, versata in una flûte e mescolata delicatamente al prosecco in un rapporto di circa 1 parte di purea per 2 parti di prosecco. Se si desidera un Bellini più fresco, si possono raffreddare in anticipo i due ingredienti oppure aggiungere alcuni cubetti di ghiaccio nel bicchiere, prima di decorarlo con una fettina di pesca sul bordo e servirlo.

Il ruolo dell’Harry’s Bar nel successo internazionale del Bellini

Dopo aver conquistato l’Italia, il Bellini si è rapidamente diffuso in tutto il mondo, diventando uno dei cocktail più famosi e amati a livello internazionale, spesso oggetto di reinterpretazioni quali la sostituzione della purea con il succo di pesca, l’aggiunta di liquori come il Grand Marnier o il Cointreau e perfino l'utilizzo di altri frutti. Nonostante le numerose versioni, però, il Bellini è rimasto strettamente legato al suo luogo d'origine, l’Harry’s Bar di Venezia, che in passato gli ha aperto la strada ai contesti internazionali più esclusivi e che ancora oggi rappresenta in assoluto il luogo più suggestivo in cui degustare il cocktail

Fondato nel 1931 da Giuseppe Cipriani, l’Harry's Bar è uno dei bar più famosi e leggendari del mondo. Il locale veneziano è situato vicino a Piazza San Marco, in Calle Vallaresso, e deve il suo nome ad Harry Pickering, un giovane americano di cui si narra che, alla fine degli anni Venti, avrebbe trascorso un breve periodo a Venezia con sua zia per curare un principio di alcolismo ma che, rimasto solo e senza soldi a seguito di una lite, avrebbe ricevuto un prestito proprio da Giuseppe Cipriani, che all’epoca lavorava come barman all’Hotel Europa, dove il giovane alloggiava. Quando, qualche tempo dopo, Harry tornò a ripagare il debito, decise di regalare a Cipriani una somma di denaro extra, chiedendogli di utilizzarla per coronare il suo sogno di aprire un bar: un locale che non solo esiste ancora, ma porta anche il suo nome, l'Harry's Bar.

Nel corso degli anni, l'Harry's Bar è diventato un punto di riferimento per intellettuali, artisti e celebrità. Tra i suoi frequentatori più famosi ci sono personaggi del calibro di Ernest Hemingway, che lo rese celebre nei suoi scritti, e la famosa collezionista d'arte Peggy Guggenheim. Con il suo arredamento semplice ma elegante e un servizio che ha sempre messo al centro l'ospitalità, all’Harry’s Bar si respira la stessa aria dal 1931. Nonostante il passare del tempo e i cambiamenti nel panorama gastronomico e culturale, infatti, il bar di Cipriani è ancora oggi un importante simbolo di eleganza tipicamente italiana e un luogo dove storia, arte e cucina si fondono in un’atmosfera unica e senza tempo.

Conegliano: la storia, la cultura e la lunga tradizione vitivinicola della cittadina veneta

07/08/2024
da Giovanni Mastropasqua

Situata nel cuore del Veneto, in provincia di Treviso, la cittadina di Conegliano ha trasformato la produzione di prosecco in un’arte prima e in una tradizione poi, tramandata di generazione in generazione nell’atmosfera pittoresca di un luogo ricco di storia, cultura e innovazione vitivinicola. Scopriamo insieme cosa si cela dietro al cuore pulsante della produzione della bollicina italiana.

 

La storia di Conegliano: come si è evoluta la città dalla fondazione ad oggi

 

Conosciuta principalmente per il suo ruolo centrale nella produzione di prosecco, Conegliano vanta una ricca storia e un patrimonio culturale che risale a più di mille anni fa. Fondata in epoca romana, la città ha infatti visto il susseguirsi di diverse epoche storiche che ne hanno plasmato il volto e l'identità, rendendola un luogo di grande interesse.

 

Le prime tracce di insediamenti umani nella zona di Conegliano risalgono già all'epoca romana, ma è solo nel Medioevo che la cittadina veneta inizia a svilupparsi come centro abitato di rilievo, ponendo le basi di quella che diventerà, nei secoli successivi, una vera e propria città fortificata, grazie alla costruzione di mura e torri difensive come il Castello di Conegliano che, ancora oggi, offre una vista panoramica spettacolare sulla pianura circostante e sulle colline del prosecco. Tuttavia, bisognerà attendere anche il Rinascimento per assistere alla fioritura culturale e artistica di Conegliano che, in quel periodo, si arricchisce di palazzi nobiliari, chiese ed opere d'arte e soprattutto inizia ad essere riconosciuta per la sua posizione strategica lungo le vie commerciali che collegano Venezia con l'Europa centrale.

 

Sarà poi il XIX secolo a portare con sé importanti cambiamenti per la cittadina veneta con la fondazione, nel 1876, della Scuola Enologica di Conegliano, la prima in Italia e ancora oggi una delle più prestigiose. Questa istituzione ha giocato un ruolo cruciale nello sviluppo della viticoltura e dell'enologia nella regione, promuovendo tecniche innovative, formando generazioni di esperti del settore e trasformando la città in un centro di eccellenza per la produzione del vino, in particolare del prosecco, che proprio in quel periodo inizia ad acquisire maggiore fama a livello internazionale. Fama che aumenterà nel XX secolo, quando Conegliano conoscerà un ulteriore sviluppo economico e urbano, nonostante i danni significativi subiti durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale.

Con la produzione di prosecco ormai solidamente riconosciuta a livello mondiale e la dichiarazione delle colline di Conegliano e Valdobbiadene come Patrimonio dell’Umanità UNESCO, negli ultimi decenni Conegliano è diventata un importante polo turistico ed economico che attira ogni anno migliaia di visitatori desiderosi di scoprire le bellezze naturali e i sapori di questa terra. Oltre al già citato Castello, la città vanta infatti edifici storici come il Duomo di Santa Maria Annunziata e il Teatro Accademia, uno dei teatri più antichi e suggestivi del Veneto. Le strade del centro storico poi, con i loro portici e le facciate affrescate, raccontano storie di un passato glorioso e di una comunità orgogliosa delle proprie radici. 

 

Il territorio di Conegliano: le radici della produzione di prosecco

 

Situata ai piedi delle Prealpi Trevigiane, Conegliano vanta un microclima perfetto per la viticoltura e diventa ben presto l’habitat ideale per la coltivazione dell’uva Glera, la varietà di uva principale utilizzata nella produzione di prosecco. Le colline della regione, comprese tra i 50 e i 500 metri sul livello del mare sono infatti esposte a una buona quantità di sole e beneficiano di una ventilazione costante che, unita alla vicinanza del fiume Piave, contribuisce a creare un ambiente ottimale per la maturazione delle uve. Ambiente favorito senza dubbio anche dal clima mite, con estati calde ma non eccessivamente torride, inverni miti e precipitazioni ben distribuite durante tutto l’anno, che garantiscono alle piante la giusta quantità d’acqua senza creare situazioni di stress idrico.

 

Particolarmente adatti alla viticoltura, i terreni di Conegliano sono principalmente di natura calcareo-argillosa, con una buona presenza di minerali che conferiscono alle uve un profilo aromatico unico. La struttura del terreno, ben drenata e ricca di sostanze nutritive, favorisce infatti la crescita di viti sane e vigorose, capaci di produrre grappoli di alta qualità. I grappoli di Glera, in particolare, sono di medie o grandi dimensioni, con acini sferici di colore giallo-verde e una buccia sottile, apprezzati da tutti per la loro freschezza e le loro note aromatiche, ben distinguibili nel Prosecco Superiore DOCG, prodotto seguendo rigorosi disciplinari che prevedono, tra l’altro, rese limitate per ettaro, tecniche di coltivazione sostenibili e metodi di vinificazione che rispettino le caratteristiche intrinseche delle uve e dello stesso territorio.

 

Il turismo a Conegliano: a quali eventi partecipare quando si visita la città

 

Meta turistica ambita per gli amanti del vino e della cultura, Conegliano ospita ogni anno numerosi eventi che celebrano non solo la sua ricca tradizione vitivinicola, ma anche la sua arte, musica e cultura. Tra i più significativi ricordiamo:

  • la Primavera del Prosecco Superiore che, da marzo a giugno, celebra il Prosecco Superiore DOCG, offrendo ai visitatori l’opportunità di partecipare a degustazioni, visite guidate alle cantine e percorsi enogastronomici;
  • la festa dell'uva che, a settembre, celebra la vendemmia e il raccolto dell'uva, con sfilate di carri allegorici, mercati enogastronomici e spettacoli musicali, dando ai visitatori l’occasione di vivere da vicino le tradizioni contadine della regione e di assaporare i prodotti tipici del territorio;
  • diverse iniziative culturali, comprese esposizioni di pittura, scultura e fotografia, che permettono di scoprire talenti locali e internazionali;
  • gli spettacoli del Teatro Accademia;
  • il caratteristico mercatino di Natale durante il periodo natalizio.

Ognuno di questi eventi offre ai visitatori occasioni uniche per scoprire il cuore pulsante di una città fatta di storia, cultura e una lunga tradizione vitivinicola.

 

 

 

  

Tiramisù al prosecco: l’evoluzione della dolce tradizione italiana

04/08/2024
da Giovanni Mastropasqua

Il tiramisù, originario del Veneto e simbolo della pasticceria tradizionale italiana, è conosciuto e amato in tutto il mondo per la sua cremosità avvolgente e per il suo sapore inconfondibile dato dalla combinazione di savoiardi, caffè, mascarpone e cacao. Tuttavia, come ogni grande classico, è stato negli anni soggetto a numerose e innovative reinterpretazioni, la più raffinata delle quali prevede la sostituzione del caffè con il prosecco. Vediamo allora insieme come preparare un delizioso tiramisù al prosecco.

Tiramisù al prosecco: origine, ingredienti e preparazione

Il tiramisù tradizionale nasce come dolce al cucchiaio composto da strati di savoiardi imbevuti nel caffè e uniti da una soffice crema a base di mascarpone, uova e zucchero. La sua origine esatta è ancora oggi molto dibattuta, ma viene generalmente attribuita al Veneto degli anni ’60-’70, una regione rinomata per la sua cucina e, non a caso, patria del prosecco. L'idea di combinare il tiramisù con il prosecco nasce infatti dalla voglia di sperimentare nuove combinazioni di sapori, rimanendo però sempre fedeli alla tradizione italiana: il prosecco, con le sue note fruttate e la sua leggerezza effervescente, si sposa perfettamente con la delicatezza del mascarpone e con la consistenza soffice dei savoiardi, offrendo una versione più leggera e fresca del dessert tradizionale.

Ingredienti

  • 300 g di savoiardi
  • 4 uova
  • 100 g di zucchero
  • 500 g di mascarpone
  • 200 ml di prosecco
  • 50 g di zucchero a velo
  • Cacao amaro in polvere per guarnire

Preparazione

1. Preparazione della crema al mascarpone: in una ciotola, montate i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungete il mascarpone e amalgamate fino ad ottenere una crema liscia e omogenea. A parte, montate gli albumi a neve con lo zucchero a velo e poi incorporateli delicatamente alla crema di mascarpone, mescolando dal basso verso l’alto per non smontare il composto.

2. Preparazione della bagna al prosecco: versate il prosecco in una ciotola e aggiungete un po’ di zucchero per dolcificare leggermente, mescolando fino a scioglierlo completamente.

3. Assemblaggio: prendete i savoiardi ed immergeteli velocemente nella bagna al prosecco, facendo attenzione a non inzupparli troppo per evitare che si sfaldino. Disponeteli sul fondo di una pirofila e copriteli con uno strato generoso di crema al mascarpone. Ripetete l'operazione fino al termine degli ingredienti, avendo cura di concludere la preparazione con uno strato di crema, in modo da rendere la presentazione più elegante.

4. Riposo e guarnizione: coprite la pirofila con della pellicola trasparente e lasciatela riposare in frigorifero per almeno 4 ore, meglio se tutta la notte. Prima di servire, spolverate la superficie del tiramisù con del cacao amaro in polvere, utilizzando un setaccio per ottenere una copertura uniforme.

I nostri consigli

Come avrete intuito, la preparazione del tiramisù al prosecco è molto semplice, ma per renderla impeccabile vi consigliamo di adottare dei piccoli accorgimenti. Per prima cosa, scegliete con cura il prosecco, che dovrà preferibilmente essere Extra Dry o Dry per compensare la dolcezza della crema al mascarpone. In secondo luogo, utilizzate esclusivamente uova fresche o pastorizzate e, quando montate gli albumi, provate ad aggiungere un pizzico di sale: faciliterà il processo! Prestate poi particolare attenzione ai savoiardi: ricordatevi sempre di inzupparli rapidamente per mantenere la giusta consistenza e, se preferite ottenere un sapore più intenso, aggiungete dello zucchero o un goccio di liquore come il Marsala alla bagna al prosecco. Una volta terminate tutte le preparazioni e dopo aver lasciato riposare il tiramisù in frigorifero, servitelo ben freddo e consumatelo entro 2-3 giorni.

Il tiramisù al prosecco non solo rappresenta una variante raffinata e moderna del dolce tradizionale, ma è anche un modo perfetto per valorizzare la bollicina italiana e per dare un tocco di classe alle occasioni speciali, quali cene eleganti o festività. Ma abbiamo un ultimo consiglio per voi: provate a servire il tiramisù al prosecco con un bicchiere dello stesso vino con cui è stato preparato. Il prosecco, con la sua bollicina delicata e le sue note aromatiche, bilancerà la dolcezza del tiramisù, esaltando l’esperienza gustativa.

Calici di Stelle 2024: l’appuntamento annuale con la cultura enologica italiana

26/07/2024
da Giovanni Mastropasqua

Al via sabato 27 luglio Calici di Stelle 2024, l’evento Made in Italy in cui la passione per il buon vino diventa protagonista delle magiche notti stellate estive. Organizzato dal Movimento Turismo del Vino e dall’Associazione Nazionale Città del Vino, questo appuntamento annuale trasformerà borghi, piazze e cantine in scenari incantati che, fino al 25 agosto, celebreranno le eccellenze vitivinicole italiane. Sì, perché Calici di Stelle 2024 è un'occasione imperdibile per tutti voi, amanti del vino e della cultura, che desiderate scoprire e degustare le migliori etichette del nostro paese. Continuate a leggere l’articolo per saperne di più!

Un mese di brindisi a cielo aperto: perché partecipare a Calici di Stelle 2024

Vero e proprio festival della cultura enologica italiana, anche quest’anno Calici di Stelle non sarà un semplice evento dedicato alla degustazione di vini. Durante quasi un mese, infatti, tutte le località partecipanti offriranno un ricco programma di eventi che includerà degustazioni guidate, visite alle cantine, cene a tema, concerti, spettacoli dal vivo, osservazioni astronomiche e mostre d’arte, coinvolgendo così un pubblico eterogeneo, dagli appassionati di vino ai semplici curiosi, dalle famiglie con bambini ai giovani in cerca di nuove esperienze. Senza dubbio però, uno degli aspetti più affascinanti di Calici di Stelle rimane, anche in questa edizione, la possibilità di degustare vini pregiati sotto un cielo stellato: un’occasione unica per godere della bellezza della volta celeste lontano dall’inquinamento luminoso delle città. È per questo motivo che, anche quest’anno, in collaborazione con le associazioni di astrofili locali, molte delle serate includeranno sessioni di osservazione delle stelle, durante le quali esperti astronomi guideranno i partecipanti alla scoperta dei segreti del cielo notturno. Ed è per lo stesso motivo che le location di Calici di Stelle 2024 offriranno cornici uniche e suggestive all’interno delle quali scoprire i vini locali, le tradizioni e la cultura del territorio. Gli eventi si svolgeranno infatti in alcuni dei luoghi più pittoreschi del paese: dalle colline del Chianti in Toscana ai vigneti della Valpolicella in Veneto, dai borghi medievali dell’Umbria alle terre vulcaniche dell’Etna in Sicilia.

Degustazioni: tutto il patrimonio vitivinicolo italiano in un evento unico

Se volete esplorare e toccare con mano la ricchezza e la varietà del patrimonio vitivinicolo italiano, Calici di Stelle 2024 è la vostra occasione: dai freschi bianchi ai corposi rossi, passando per le bollicine del prosecco, ogni vino vi racconterà una storia fatta di territorio, tradizione e passione. Dal 27 luglio al 25 agosto potrete degustare le rinomate DOCG del Piemonte, come il Barolo e il Barbaresco, i pregiati vini del Sud Italia, come il Nero d’Avola e il Primitivo di Manduria, ma anche i grandi classici toscani come il Brunello di Montalcino e il Chianti Classico. Ogni regione partecipante presenterà infatti le proprie etichette di punta, offrendovi la possibilità di assaporare una vasta gamma di vini, spesso accompagnati da specialità locali e piatti tipici, accuratamente selezionati per esaltarne le caratteristiche. Che si tratti di formaggi, salumi, piatti di pesce o dolci, ogni abbinamento è stato studiato ad hoc per offrirvi un'esperienza di gusto completa e appagante, trasformando ogni degustazione in molto più di un semplice assaggio. In questo mese, verrete guidati da enologi ed esperti del settore, che vi insegneranno a riconoscere gli aromi, i sapori e le sfumature dei vini selezionati e vi sveleranno tutti i segreti della vinificazione italiana.

Eventi a tema: i 4 motivi per non perdere Calici di Stelle 2024

Per l'edizione 2024 di Calici di Stelle, sono quattro i temi selezionati che guideranno gli eventi:

1. mitologia: esplora la connessione tra il mito di Bacco e il vino, nonché l'astronomia e le costellazioni, focalizzandosi in particolare sulla stella Vindemiatrix, nella costellazione della Vergine, simbolicamente legata alla raccolta dell'uva;

2. scienza e agricoltura: si concentra sull'influenza delle fasi lunari e delle stelle nelle tecniche di coltivazione e produzione vinicola. Durante gli eventi, sarà possibile osservare il cielo con telescopi e godere di fenomeni come la superluna, che è prevista per il 19 agosto;

3. cultura e tradizioni: comprende una varietà di eventi culturali come concerti, mostre e giochi per famiglie, con l’obiettivo di celebrare le tradizioni locali attraverso attività che coinvolgono musica, arte e storia;

4. esperienze sensoriali: include attività immersive come sessioni di meditazione o yoga tra i vigneti, passeggiate e pic-nic con abbinamenti enogastronomici, pensate per far vivere ai partecipanti un contatto profondo con la natura e i prodotti del territorio.

Calici di Stelle 2024 si preannuncia quindi un’esperienza unica, capace di coniugare passione per il vino, cultura e natura. Vi invitiamo a non perdere l’opportunità di partecipare a questa celebrazione delle eccellenze vitivinicole italiane, dove potrete scoprire e degustare i migliori vini del paese, accompagnati da attività uniche sotto i cieli stellati dell’estate italiana. Seguite i canali ufficiali dell'evento per rimanere sempre aggiornati sulle località e gli appuntamenti che, dal 27 luglio al 25 agosto, vi porteranno dritti al cuore dell’enologia italiana.

Consorzio Tutela Prosecco DOC: il custode della bollicina italiana

19/07/2024
da Giovanni Mastropasqua

Con la sua leggera effervescenza e il suo sapore inconfondibile, il prosecco è uno dei vini italiani più amati e apprezzati al mondo e, come tale, deve essere tutelato. Il Consorzio Tutela Prosecco DOC nasce proprio per questo motivo: salvaguardare l'integrità del prosecco e garantire che ogni bottiglia che raggiunge i consumatori sia conforme ai rigidi standard di eccellenza che definiscono la sua denominazione. Vediamo insieme, nello specifico, come ha avuto origine, come opera e come si evolverà questa istituzione.

La missione del Consorzio Tutela Prosecco DOC: dalle origini alle prospettive future

Il Consorzio Tutela Prosecco DOC è stato istituito nel 2009 in seguito al riconoscimento della denominazione di origine controllata del prosecco e rappresenta un passo cruciale per garantirne qualità ed autenticità. Di fronte alla crescente domanda e alle numerose falsificazioni che rischiavano di compromettere la reputazione della bollicina, la missione del Consorzio è fin da subito duplice: proteggere l'identità del prosecco e promuovere la sua produzione secondo rigidi standard qualitativi. Attraverso l'implementazione di controlli rigorosi e iniziative di promozione, infatti, il Consorzio si impegna ancora oggi a valorizzare la tradizione vitivinicola del territorio e a salvaguardare la reputazione del prosecco a livello globale. 

Funzioni e responsabilità del Consorzio Tutela Prosecco DOC

Il Consorzio svolge un ruolo centrale nella gestione e nello sviluppo del Prosecco DOC. Le sue principali funzioni includono la tutela della denominazione di origine, la promozione del prodotto, il controllo della qualità e la protezione contro le frodi. Una delle sue responsabilità fondamentali è infatti l'implementazione di un rigoroso sistema di controlli che, attraverso verifiche in vigna, in cantina e sul prodotto finale, garantisce che ogni bottiglia di Prosecco DOC rispetti i criteri stabiliti dal disciplinare di produzione. Il Consorzio, però, si occupa anche della promozione del prosecco attraverso campagne di marketing, eventi e attività educative sia in Italia che all'estero, e della protezione del marchio Prosecco DOC da contraffazioni e usi impropri, garantendo che solo il vero prosecco, prodotto secondo le norme, possa portarne il nome. 

  1. Tutela della qualità del Prosecco DOC
    Una delle principali responsabilità del Consorzio è la verifica della qualità del Prosecco DOC. Questo processo inizia nei vigneti, dove il Consorzio controlla che le uve siano coltivate secondo le pratiche agricole stabilite dal disciplinare di produzione, e include la scelta delle varietà di uve consentite, la gestione dei vigneti e le tecniche di vinificazione. I controlli proseguono in cantina, dove ogni fase della produzione, dalla pigiatura delle uve alla fermentazione, deve rispettare gli standard rigorosi stabiliti dal Consorzio. Ogni lotto di Prosecco DOC viene poi sottoposto a test chimici e organolettici per assicurare che il vino soddisfi i criteri di qualità prima di essere messo in commercio.
  2. Protezione della denominazione Prosecco DOC
    Un'altra funzione cruciale del Consorzio è la protezione della denominazione Prosecco. Con l'aumento della popolarità della bollicina italiana, infatti, sono emerse numerose imitazioni che cercano di sfruttarne la fama e che il Consorzio si occupa di contrastare, collaborando con le autorità nazionali e internazionali per garantire che solo i produttori autorizzati possano utilizzare il nome Prosecco DOC.
  3. Promozione e sostenibilità del Prosecco DOC
    Il Consorzio non si limita alla tutela della qualità e della denominazione; un'altra delle sue missioni fondamentali è la promozione del Prosecco DOC a livello globale. Attraverso eventi, fiere e campagne di marketing, il Consorzio lavora infatti per far conoscere il Prosecco DOC in nuovi mercati e consolidarne la presenza in quelli già affermati. È inoltre impegnato nella promozione di pratiche sostenibili, con progetti per la riduzione dell'impatto ambientale della produzione vitivinicola, l'adozione di tecnologie innovative e la formazione dei viticoltori su pratiche agricole rispettose dell'ambiente.

Consorzio Tutela Prosecco DOC: un futuro di eccellenza

Grazie all'impegno costante del Consorzio Tutela Prosecco DOC, il futuro del prosecco appare promettente e in continua crescita. Il Consorzio sta investendo in ricerca e innovazione per migliorare ulteriormente la qualità della bollicina italiana, affrontando sfide come il cambiamento climatico e la sostenibilità ambientale. Iniziative volte a promuovere pratiche vinicole sostenibili stanno infatti diventando sempre più centrali, garantendo che la produzione di prosecco possa continuare a prosperare senza compromettere l'ambiente. Inoltre, il Consorzio sta espandendo i mercati internazionali, rafforzando la presenza del prosecco nei principali paesi consumatori e conquistando nuovi mercati emergenti. Con il suo costante lavoro di tutela e promozione, il Consorzio Tutela Prosecco DOC è determinato a mantenere alta la reputazione del prosecco, assicurando che questo vino iconico continui ad essere sinonimo di qualità e autenticità nel panorama enologico mondiale.

In un mondo sempre più globalizzato, il Consorzio Tutela Prosecco DOC gioca un ruolo cruciale nel mantenere e valorizzare l'unicità della bollicina italiana, celebrata in tutto il mondo per il suo gusto inconfondibile e la sua ricca e affascinante storia.

Hugo: il cocktail estivo a base di prosecco che sta conquistando il mondo

10/07/2024
da Giovanni Mastropasqua

Nel panorama sempre più vasto dei cocktail estivi a base di prosecco, facendosi strada tra i popolarissimi Spritz e Bellini, l’Hugo ha conquistato tutti con la sua straordinaria semplicità e il suo gusto fresco e leggero. Facilmente riconoscibile dalla sua dolcezza estremamente bilanciata, negli ultimi anni l’Hugo si è rapidamente trasformato in uno dei drink in assoluto più richiesti nelle occasioni più disparate: dai brunch agli aperitivi, in Italia e nel mondo. In questo articolo, ti sveleremo tutti i segreti dell’Hugo partendo dalle origini per arrivare alle moderne variazioni che potrai sperimentare per rendere le tue serate estive ancora più speciali!

Dove nasce l’Hugo: origine e diffusione del cocktail estivo a base di prosecco

Nato nel 2005 in Alto Adige, regione del nord Italia conosciuta per le sue tradizioni vinicole, il drink Hugo è una creazione relativamente recente che ha rapidamente guadagnato popolarità anche fuori dall’Italia grazie al suo sapore fresco e aromatico. Frutto della creatività del barman Roland Gruber e originariamente concepito come alternativa al classico Spritz, l'Hugo si distingue oggi per la presenza di sciroppo di fiori di sambuco, un ingrediente che dona una dolcezza floreale unica al cocktail. Sul suo nome non ci sono spiegazioni ufficiali, ma si vocifera che Gruber abbia scelto "Hugo" semplicemente perché facile da ricordare. Sulla sua ricetta originale, invece, possiamo senza ombra di dubbio affermare che la freschissima combinazione di prosecco, sciroppo di fiori di sambuco, acqua frizzante e foglie di menta sia stata la principale responsabile della diffusione del drink oltre i confini dell'Alto Adige, conquistando i migliori bar e ristoranti di tutta Italia prima, del mondo poi.

Oggi il drink Hugo viene percepito come una bevanda leggera, elegante e sofisticata ed è proprio grazie a questa percezione che ha conosciuto un notevole aumento di popolarità anche fuori dall’Italia, conquistando un posto d’onore nei menù di numerosissimi cocktail bar, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti. Un grande successo quindi quello del drink altoatesino, dovuto in parte alla sua versatilità e in parte all’ormai affermata reputazione di drink estivo per eccellenza, che lo rende particolarmente apprezzato durante i mesi più caldi.

Come preparare l’Hugo: ingredienti, variazioni e abbinamenti gastronomici

La preparazione dell’Hugo è davvero semplicissima. Per questo, oltre alla ricetta originale, vogliamo suggerirti i migliori abbinamenti gastronomici e, soprattutto, alcune piccole variazioni con cui potrai divertirti a personalizzare il tuo drink secondo i tuoi gusti. Iniziamo!

Ingredienti

  • 150 ml di prosecco
  • 20 ml di sciroppo di fiori di sambuco
  • 60 ml di soda o acqua frizzante
  • 3-4 foglie di menta fresca
  • 1-2 fettine di lime
  • Ghiaccio q.b.

Preparazione

  1. Prendi un bicchiere grande da vino o un calice da Spritz;
  1. Metti le foglie di menta e le fettine di lime nel bicchiere. Con l'aiuto di un muddler o un cucchiaio, schiaccia leggermente le foglie di menta e le fettine di lime per rilasciare gli aromi, ma non esagerare per evitare che la menta diventi amara;
  1. Aggiungi del ghiaccio nel bicchiere fino a riempirlo per circa 2/3;
  1. Versa 20 ml di sciroppo di fiori di sambuco nel bicchiere;
  1. Aggiungi 150 ml di prosecco e 60 ml di soda o acqua frizzante;
  1. Mescola delicatamente con un cucchiaio lungo per amalgamare gli ingredienti senza far svanire troppo le bollicine;
  1. Se lo desideri, decora il bicchiere con una fetta di lime e un rametto di menta;
  1. Servi subito il tuo Hugo ben freddo, magari accompagnato da un aperitivo leggero come olive, taralli o formaggi freschi.

Variazioni e abbinamenti gastronomici

Con il suo gusto fresco e floreale, l’Hugo si presta bene ad una vasta gamma di abbinamenti gastronomici, perfetti per le serate estive e per gli aperitivi all'aperto. Questo cocktail si sposa infatti perfettamente con antipasti leggeri come bruschette al pomodoro e basilico, crostini con paté di olive o prosciutto e melone, offrendo uno straordinario equilibrio tra dolcezza e sapidità. Nei piatti principali, l'Hugo trova il suo complemento ideale in insalate fresche arricchite da frutta e formaggi leggeri, piatti di pesce crudo come sashimi, carpacci e tartare, e insalate di pasta colorate. Anche negli snack, come formaggi freschi accompagnati da miele, verdure crude con salse leggere e spiedini di frutta, l'Hugo dimostra appieno la sua versatilità. Ma non è finita qui! Le sue note delicate si fondono infatti perfettamente anche con dessert leggeri come macedonie, sorbetti alla frutta e mousse al limone. Grazie alla sua leggerezza e freschezza, l'Hugo è perfetto per accompagnare ogni momento conviviale, esaltando i sapori senza mai sovrastarli.

Il successo dell'Hugo non è tuttavia dovuto esclusivamente al suo gusto, ma anche alla sua straordinaria versatilità e alle sue molteplici possibilità di personalizzazione. Prova ad esempio a sostituire il lime con il pompelmo o con il limone e la menta con il basilico o con il rosmarino per ottenere una maggiore acidità e un gusto completamente diverso dall’originale. Prova poi anche ad aggiungere della frutta fresca come fragole o lamponi e a regolare la dolcezza modificando la quantità di sciroppo di fiori di sambuco a tuo piacimento. Insomma, prova a lasciare spazio alla creatività e trasforma il tuo Hugo in un drink unico!

Primavera del Prosecco Superiore 2024: un viaggio tra degustazioni, cultura e innovazione

03/07/2024
da Alberto Perini

Come abbiamo accennato nel precedente articolo, ogni primavera le colline di Conegliano e Valdobbiadene si vestono di festa per celebrare uno dei prodotti enologici più amati e rinomati d'Italia: il Prosecco Superiore. La Primavera del Prosecco Superiore è infatti uno degli eventi più attesi della zona, in cui la passione per il vino si mescola con la cultura locale e la bellezza del territorio, offrendo un'esperienza unica a tutti gli appassionati di enogastronomia e turismo.

Con la fine del mese di giugno, possiamo finalmente tirare le somme dell'edizione 2024 dell’evento, che si è ufficialmente conclusa il 9 giugno (nonostante il territorio continui ad essere sede di degustazioni e mostre) e che ne ha confermato ancora una volta l'importanza, attirando migliaia di visitatori da tutto il mondo.

Percorsi enogastronomici guidati e degustazioni: il cuore pulsante della Primavera del Prosecco Superiore 2024

Festival che si svolge tra marzo e giugno di ogni anno, la Primavera del Prosecco Superiore è un vero e proprio viaggio itinerante attraverso i borghi storici e le cantine della Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) Conegliano Valdobbiadene. Ogni fine settimana, per tre mesi, una diversa località ospita degustazioni, visite guidate, eventi culturali e iniziative gastronomiche, permettendo ai visitatori di scoprire le varie sfaccettature del Prosecco Superiore e della sua terra d'origine. Fulcro della manifestazione sono infatti, tutti gli anni, i percorsi enogastronomici guidati che conducono i partecipanti alla scoperta delle cantine e delle vigne, dove i produttori raccontano con passione e competenza le tecniche di vinificazione e le caratteristiche del loro vino. È qui che hanno poi luogo le degustazioni, che offrono a tutti i visitatori la possibilità di assaporare diverse etichette di Prosecco Superiore, accompagnate da prodotti tipici locali come formaggi, salumi e piatti della tradizione veneta.

L’edizione della Primavera del Prosecco che si è appena conclusa ha visto un'ampia partecipazione delle cantine locali, che hanno presentato le loro migliori produzioni e si sono distinte per aver abbracciato l’innovazione pur mantenendo la tradizione, creando vini dai sapori ricchi e complessi. Tutte le degustazioni sono state guidate da sommelier esperti, che hanno seguito i partecipanti nella scoperta delle note aromatiche e delle più specifiche sfumature del Prosecco Superiore. Caratteristiche queste che sono state esaltate anche nei menù ideati appositamente dai ristoranti e dalle osterie del territorio, nei picnic gourmet tra i vigneti, negli aperitivi al tramonto e nei brunch domenicali organizzati per l’occasione.

Oltre le degustazioni: eventi culturali e attività all’aperto durante la Primavera del Prosecco Superiore 2024

La Primavera del Prosecco Superiore non è solo un viaggio enologico, ma anche un'immersione nella cultura e nelle tradizioni del territorio. Ogni anno, il festival propone un ricco calendario di eventi culturali e attività all’aperto che arricchiscono l’esperienza dei visitatori, offrendo una visione completa della vita e della storia delle colline del prosecco.

L'edizione 2024 della Primavera del Prosecco Superiore ha visto una straordinaria partecipazione a concerti, mostre d'arte e conferenze che hanno animato i borghi storici della zona. Tra gli eventi più significativi, le mostre fotografiche dedicate alla vita nelle vigne e alla storia delle famiglie di viticoltori hanno catturato l'attenzione di molti visitatori, offrendo uno spaccato autentico della tradizione vitivinicola locale. Le esposizioni d'arte contemporanea e le installazioni all'aperto hanno aggiunto un tocco di modernità, creando un interessante contrasto tra passato e presente. I concerti all’aperto, poi, spesso organizzati in suggestive location come le piazze dei borghi medievali o i cortili delle cantine storiche, hanno riempito le serate di musica: artisti locali e internazionali si sono esibiti in un repertorio vario, che spazia dalla musica classica al jazz, dal folk al pop, creando un’atmosfera festosa e super coinvolgente.

Le attività all’aperto sono state un altro punto di forza del festival, con numerose escursioni a piedi, in bicicletta e a cavallo. Tra le iniziative più apprezzate, la Slow Bike, una pedalata tra i vigneti, ha combinato sport e degustazioni, offrendo ai partecipanti la possibilità di esplorare il territorio in modo sostenibile e divertente. Gli itinerari guidati hanno permesso loro di scoprire sentieri nascosti e punti panoramici, regalandogli scorci indimenticabili delle colline di Conegliano e Valdobbiadene.

Grande successo hanno riscosso anche le giornate dedicate ai laboratori di cucina, che hanno offerto a tutti i partecipanti un approfondimento sui prodotti tipici della zona, svelando i segreti della cucina locale, sotto la guida di chef e produttori esperti.

Infine, le conferenze e i dibattiti hanno fornito un'occasione per riflettere su tematiche attuali legate al mondo del vino, come la sostenibilità, l’innovazione nelle tecniche di produzione e la promozione del territorio. Gli interventi di esperti del settore, enologi e giornalisti hanno arricchito il dibattito, offrendo spunti interessanti e stimolando il confronto tra i partecipanti.

Primavera del Prosecco Superiore 2024: l’accento su innovazione e sostenibilità

Uno degli aspetti più affascinanti del festival è la capacità di coniugare tradizione e innovazione. Pur rimanendo fedeli ai metodi di produzione tradizionali, molti produttori stanno infatti sperimentando nuove tecniche e varietà per offrire un Prosecco Superiore sempre più raffinato e distintivo. Il festival diventa così un'occasione per scoprire le ultime novità del settore e per incontrare i protagonisti di questa evoluzione. L'edizione del 2024, in particolare, ha messo in evidenza l'importanza della sostenibilità nella produzione del Prosecco Superiore, con molte cantine che hanno presentato iniziative per ridurre l'impatto ambientale, come l'adozione di pratiche agricole biologiche e l'utilizzo di energie rinnovabili, suscitando grande interesse nei visitatori, sempre più attenti alle tematiche ambientali.

Durante il festival, conferenze e workshop hanno approfondito temi legati alla sostenibilità e all'innovazione, coinvolgendo esperti del settore, accademici e produttori. Questi incontri hanno offerto un’occasione di confronto e scambio di conoscenze, stimolando una riflessione sulle sfide e sulle opportunità generate dalla sostenibilità e dimostrando un impegno concreto verso un futuro più verde e sostenibile, dove tradizione e modernità si fondono armoniosamente.

La Primavera del Prosecco Superiore non è quindi solo un festival enologico, ma la celebrazione della cultura, della storia e della bellezza di un territorio unico: partecipare a questo evento significa immergersi in un'atmosfera di festa e convivialità, dove il vino diventa il filo conduttore di un viaggio indimenticabile. A confermarlo, ancora una volta, le testimonianze dei partecipanti e i numerosi riconoscimenti per la qualità degli eventi che hanno ricevuto gli organizzatori dell’edizione che si è appena conclusa. Molti visitatori hanno infatti sottolineato come la Primavera del Prosecco Superiore, uno degli eventi più attesi nel panorama enoturistico internazionale, rappresenti un'opportunità unica per scoprire un territorio ricco di storia e tradizioni, oltre che per gustare la bollicina italiana per eccellenza, amata e riconosciuta in tutto il mondo.

Il successo internazionale del prosecco: come la bollicina italiana ha conquistato il mondo

25/06/2024
da Giovanni Mastropasqua

Originario del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, il prosecco è diventato negli anni uno dei vini spumanti più amati e riconosciuti a livello globale, trasformandosi, anche fuori dall’Italia, in un vero e proprio stile di vita, per lo più simbolo di festa e convivialità. Ma come viene percepito e consumato il prosecco nelle diverse culture del mondo? In questo articolo, esploreremo insieme il successo internazionale della bollicina italiana.

Dall’Europa alla Nuova Zelanda: chi sono i protagonisti del successo internazionale del prosecco

Negli ultimi decenni, il prosecco ha vissuto una crescita esponenziale in termini di popolarità e consumo. Originariamente prodotto nelle colline del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, oggi in Italia il prosecco viene spesso servito come aperitivo, accompagnato da stuzzichini leggeri quali olive, formaggi e salumi, ma viene anche particolarmente apprezzato durante celebrazioni di diverso tipo, dai matrimoni alle feste di compleanno. Grazie alla sua freschezza, al suo gusto fruttato e ad un prezzo più accessibile rispetto ad altri spumanti come il famosissimo Champagne, il prosecco si afferma in Italia come vino frizzante adatto ad ogni occasione e trova anche una strada privilegiata nei mercati internazionali.

Il successo del prosecco in Europa

In Europa, il prosecco ha conquistato un posto di rilievo nelle abitudini di consumo di numerosi paesi. La sua freschezza e versatilità lo hanno reso infatti una scelta ideale per una vasta gamma di occasioni, dai brindisi durante le celebrazioni più importanti alle serate conviviali con gli amici. Nel Regno Unito, ad esempio, il prosecco è ormai una scelta popolare per accompagnare brunch e aperitivi, ma è anche molto comune vederlo servito durante i festeggiamenti natalizi, i matrimoni e le cene eleganti. Inoltre, i pub e i ristoranti britannici offrono spesso prosecco al bicchiere, rendendolo anche un drink serale informale. Allo stesso modo, in Germania e nei Paesi Bassi, il prosecco viene spesso utilizzato come aperitivo, per accompagnare stuzzichini e antipasti. In Spagna e in Portogallo, invece, la bollicina italiana è diventata un’alternativa ai vini spumanti locali, integrandosi facilmente nelle tradizioni culinarie di entrambe le nazioni. Persino in Francia, paese notoriamente fedele allo Champagne, il prosecco ha iniziato a guadagnare consensi soprattutto tra i giovani, attratti dalla sua freschezza e dalla sua accessibilità. Possiamo quindi affermare che la diffusione europea della bollicina sia il risultato di una combinazione vincente di qualità, convenienza e capacità di evocare lo spirito italiano della dolce vita.

Il successo del prosecco negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti, il prosecco ha guadagnato una straordinaria popolarità, diventando una delle scelte preferite tra i vini spumanti. Come quelli europei, anche i consumatori americani apprezzano particolarmente la versatilità e il prezzo accessibile della bollicina italiana, che la rendono ideale per una vasta gamma di occasioni, dalle celebrazioni formali ai momenti informali di relax. Qui il prosecco è infatti diventato un elemento essenziale nei brunch, soprattutto grazie alla diffusione di cocktail come il Mimosa e il Bellini, e viene spesso offerto in versioni bottomless in molti ristoranti e bar. Viene inoltre ampiamente utilizzato in eventi come matrimoni e feste aziendali, grazie al suo sapore fresco e fruttato che mette d’accordo la maggior parte dei palati. Insomma, complice anche la crescente familiarità statunitense con la cucina e la cultura italiana, che ne ha ulteriormente spinto la diffusione, il prosecco si è affermato come una presenza costante nelle enoteche e nei menù dei locali statunitensi.

Il successo del prosecco in Asia

In Asia, il prosecco sta rapidamente diventando popolare, un vero e proprio simbolo di raffinatezza e modernità. In paesi come il Giappone, la Cina e la Corea del Sud, il prosecco è spesso associato a uno stile di vita cosmopolita e viene percepito come una bevanda elegante e sofisticata. I giovani professionisti asiatici lo apprezzano particolarmente per il suo gusto leggero e frizzante, che si adatta bene alle cene sociali e agli eventi mondani. Inoltre, nei ristoranti italiani delle grandi città asiatiche, il prosecco viene spesso servito come aperitivo, accompagnato da piccoli stuzzichini, oppure utilizzato in cocktail raffinati come l'Aperol Spritz. La crescente curiosità delle popolazioni asiatiche per la cucina e la cultura italiana, infatti, ha contribuito alla diffusione della bollicina, rendendola una scelta sempre più popolare per le celebrazioni e le serate speciali. Integrazione certamente supportata anche dalla sua accessibilità in termini di prezzo rispetto ad altri vini spumanti internazionali, che la rende una presenza costante nei locali alla moda e nei negozi di vino asiatici. Di recente, persino gli eventi di degustazione e le masterclass sul prosecco stanno diventando sempre più frequenti in questi paesi!

Il successo del prosecco in Australia e in Nuova Zelanda

In Australia e in Nuova Zelanda, il prosecco ha trovato un pubblico entusiasta e ha quindi conosciuto una crescita significativa, diventando un elemento chiave nelle celebrazioni e negli eventi sociali. Grazie al suo carattere rinfrescante e alla sua versatilità, infatti, la bollicina italiana si adatta perfettamente al clima caldo e allo stile di vita all'aperto di questi paesi, diventando protagonista di barbecue, picnic e feste estive. La percezione del prosecco in queste regioni è strettamente legata a un senso di convivialità e informalità e viene quindi spesso consumato come aperitivo, accompagnato da antipasti e frutti di mare, e utilizzato in cocktail alla moda come l'Aperol Spritz e il Mimosa.

La crescente familiarità con i vini italiani e la preferenza per bevande fresche e fruttate hanno ulteriormente consolidato la presenza del prosecco nei mercati australiano e neozelandese, dove la bollicina italiana continua a guadagnare popolarità per la sua qualità e convenienza. Non solo, grazie alla presenza di un clima simile a quello delle regioni italiane produttrici, alcuni viticoltori locali hanno iniziato a produrre prosecco, arricchendo ulteriormente la cultura del vino nella regione.

Prosecco: la bollicina italiana diventata fenomeno globale

Il prosecco, con il suo gusto fresco e versatile, è diventato un fenomeno globale. Le sue bollicine sono sinonimo di festa, eleganza e accessibilità. Che sia servito in un raffinato ristorante di Tokyo, durante un brunch a New York, o in una festa all'aperto nelle campagne francesi, il prosecco porta sempre con sé un pezzo di Italia e della sua arte del vivere bene.

Ogni nazione ha trovato il proprio modo unico di integrare il prosecco nelle proprie tradizioni e celebrazioni, creando un fenomeno di globalizzazione e offrendo alle aziende italiane produttrici l’opportunità di diffonderne la qualità e l’autenticità anche in culture completamente differenti. E mentre il suo viaggio internazionale continua, possiamo solo aspettarci che il suo fascino cresca ulteriormente, conquistando nuovi appassionati ovunque vada.