L’impatto del cambiamento climatico sul vitigno Glera: qual è la reazione dei produttori di prosecco

30/01/2025
da Alberto Perini

Negli ultimi anni, il cambiamento climatico è diventato un fenomeno globale e le colline del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, patria del prosecco, ne sono state fortemente influenzate. L’innalzamento delle temperature, le alterazioni del regime delle precipitazioni e l’aumento della frequenza di eventi meteorologici estremi stanno infatti modificando radicalmente le dinamiche di viticoltura di queste aree. Vediamo allora insieme quali sono le principali sfide che i produttori di prosecco devono e dovranno affrontare e quali soluzioni stanno già adottando per garantire la qualità e la sostenibilità della bollicina italiana per eccellenza.

Le conseguenze del cambiamento climatico sul vitigno Glera

Sempre più evidenti, gli effetti del cambiamento climatico hanno, negli ultimi anni, causato danni significativi al vitigno Glera, riducendo la quantità di uva raccolta e mettendo a rischio la qualità del prosecco prodotto. Vediamoli nel dettaglio.

Aumento delle temperature e maturazione anticipata

Con le temperature medie in continua crescita, l’uva Glera matura più rapidamente, causando:

  • un anticipo della vendemmia e, di conseguenza, una riduzione del tempo disponibile per lo sviluppo degli aromi tipici dell’uva Glera;
  • un aumento del contenuto zuccherino e quindi del grado alcolico del prosecco, che potrebbe perdere la caratteristica freschezza e leggerezza;
  • una diminuzione dell’acidità, che potrebbe compromettere l’equilibrio del prodotto finale.

Irregolarità delle precipitazioni e stress idrico

Le variazioni nei regimi delle precipitazioni presentano sfide significative, quali:

  • periodi di siccità che, nel caso in cui avvengano durante la fase di maturazione dell’uva Glera, comportano una drastica riduzione della resa produttiva e un’eccessiva concentrazione di composti fenolici, influenzando negativamente il profilo organolettico del prosecco;
  • eventi meteorologici estremi, come piogge intense e grandinate, che possono danneggiare i grappoli e favorire lo sviluppo di muffe e malattie fungine che costringono i viticoltori a interventi più frequenti in vigna.

La reazione dei produttori di prosecco al cambiamento climatico

Nonostante le sfide siano sempre più complesse, i produttori di prosecco stanno dimostrando una grande capacità di adattamento, attraverso:

  • l’introduzione della viticoltura sostenibile, con una significativa riduzione dell’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici;
  • la selezione clonale, ovvero la ricerca di varietà di uva favorevoli alle nuove condizioni climatiche, con l’obiettivo di preservare l’identità del vitigno Glera, e l’utilizzo di portainnesti più resistenti e adatti alle condizioni di suolo secco;
  • la gestione della chioma, per mitigare l’eccesso di esposizione solare e mantenere livelli di acidità ottimali;
  • l’irrigazione sostenibile, che permette di contrastare gli effetti dello stress idrico, ottimizzando l’uso delle risorse idriche;
  • la vendemmia notturna o anticipata, per sfruttare le ore più fresche della giornata con l’obiettivo di preservare la qualità dell’uva, evitando fermentazioni indesiderate;
  • l’innovazione dei processi di vinificazione in cantina per mantenere la caratteristica freschezza e leggerezza del prosecco, lavorando sulla temperatura di fermentazione e sull’acidità naturale delle uve.

Il cambiamento climatico rappresenta una sfida complessa per i produttori di prosecco e richiede un approccio a lungo termine che coinvolga ricerca scientifica, pratiche sostenibili e politiche di tutela del territorio, ma può anche essere un’opportunità per ripensare il modo in cui viene coltivata la vite e prodotto il prosecco. Investire in tecnologie sostenibili, ricerca e innovazione sarà cruciale per preservare non solo la qualità del prosecco, ma anche il territorio unico che lo rende possibile.