Le origini del nome Prosecco: perché si chiama così e come nasce questo vino

20/06/2020
da Alberto Perini

Il Prosecco è tra le bollicine più consumate in Italia e nel mondo. Perfetto come aperitivo, si sposa benissimo anche con pietanze fresche ed appetitose tanto che c'è anche chi non lo disdegna con i dolci! In estate, poi, è una vera delizia. Ma come nasce il Prosecco, quali sono le sue origini e perché si chiama proprio così? Vediamolo insieme.

Le origini del nome Prosecco: tutto parte da un comune in Friuli Venezia Giulia

Sembra che le origini del vino Prosecco, con il nome con cui lo conosciamo oggi, risalgano alla fine del '500, quando per la prima volta allo spumante viene dato questo appellativo. In particolare la definizione viene data al castellum nobile vino Pucinum, identificato con il castello di Prosecco, un comune del Friuli Venezia Giulia in provincia di Trieste. Il vino “Pucinum”, cioè Puccino, secondo alcune testimonianze scritte dell'epoca, era estremamente gradito già al tempo dei Romani (tanto che ne parla anche Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia e sembra fosse il vino preferito dell'imperatrice Livia, moglie di Augusto). Successivamente, tra la fine del '700 e gli inizi dell'800, il vitigno di Prosecco si allarga dalla fascia friulana fino a quella collinare veneta. Una curiosità: il termine “Prosecco” così come lo conosciamo riferito al vino, appare per la prima volta proprio in questo periodo, nel 1754, in un poemetto, “Il Roccolo Ditirambo”, scritto da Valeriano Canati.

Il primo Prosecco in bottiglia: quello di Carpené-Malvolti

Ai primi dell'800 Francesco Maria Malvolti, un viticoltore interessato allo sviluppo dei vini frizzanti, già faceva notare in un discorso all'Accademia di Conegliano “quanto fossero interessanti e squisiti i loro Prosecchi” (li citava insieme ai Bianchetti e ai Moscatelli).

Successivamente, nel 1868 Antonio Carpené fa rientrare anche Malvolti nella società da lui fondata (Società Enologica Trevigiana) nella produzione di Prosecco. È forse da questa data che il Prosecco inizia ad essere conosciuto, promosso ed apprezzato come vino nel senso moderno e come lo conosciamo attualmente. Carpené e Malvolti fondarono poi anche la Scuola Enologica, all'interno della quale nacque il famoso metodo della spumantizzazione Conegliano-Valdobbiadene: una sorta di metodo Charmat, con vino rifermentato insieme a lieviti autoctoni e zuccheri per almeno un mese in autoclave. Forse non tutti sanno che esiste una differenza sostanziale tra i diversi tipi di Prosecco. C'è quello meno alcolico, che è il Prosecco frizzante, che non supera mai il 9% di vol. C'è poi quello detto “tranquillo”, che presenta una gradazione alcolica compresa sempre entro i 10,5% di vol. Infine, il Prosecco Spumante, che parte da un minimo di 11% di vol., dunque il più alcolico fra tutti.

Le altre tappe di una storia gloriosa: dalla strada del Prosecco fino alla DOCG

Negli anni '60 del '900 (1966, per la precisione) viene creata la prima strada italiana del vino: la strada del Prosecco. Si tratta di un itinerario lungo tutti i vitigni di Conegliano-Valdobbiadene, che ancora oggi resta una meta imprescindibile per gli amanti delle bollicine, poi divenuto anche primo Distretto Spumantistico in Italia. Il riconoscimento più alto del Prosecco come vino lo si è avuto nell'agosto del 2009, quando la famosa bollicina di Conegliano Valdobbiadene ha ottenuto la DOCG, Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Già trent'anni prima, nel 1969, era arrivato il riconoscimento della DOC per il Prosecco prodotto nello stesso perimetro di territorio. Sempre nel 2009, va detto, tutta la produzione di Prosecco nelle nove province tra Trieste e Vicenza, viene insignita del marchio DOC. Questo vino è stato premiato anche dai consumatori, attraverso le vendite. Tra gli anni 2005 e 2010 è cominciata infatti una crescita esponenziale del consumo di Prosecco, tanto che nel 2013 per la prima volta la sua vendita ha superato nel mondo quella dello Champagne francese.