Il Disciplinare del Prosecco: ecco cosa dice e cosa prevede

01/08/2020
par Alberto Perini

Per tutelare meglio i prodotti italiani e la loro provenienza, già da tempo vengono apposti dei marchi su particolari alimenti o bevande. Marchi che sono l'Igp (Indicazione geografica protetta), la Doc (Denominazione di origine controllata), la Dop (Denominazione di origine protetta) e Docg (Denominazione di origine controllata e garantita). Questi marchi possono essere attribuiti a dei prodotti seguendo delle regole ben precise, che vengono a trovarsi nei cosiddetti “Disciplinari”.

Un disciplinare può essere quindi equiparato ad una vera e propria legge, e se si contravviene a questa legge si è sottoposti a delle sanzioni. Anche i vini possiedono dei loro disciplinari e, nello specifico, anche il Prosecco. Vediamo allora in cosa consiste il disciplinare del Prosecco e quali caratteristiche tutela.

Come deve essere un Prosecco secondo il Disciplinare approvato dal Consorzio di tutela 

A creare un Disciplinare per determinati prodotti sono i cosiddetti consorzi di tutela. Per il Prosecco il Consorzio in questione è quello di tutela della denominazione. La denominazione “Prosecco Doc” si applica, ad esempio, solo a vini bollicine che vengono dalle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia. In particolare dalle province di Belluno, Padova, Treviso, Venezia, Vicenza per il Veneto, e Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine per il Friuli. Le tipologie del Prosecco Doc sono quelle del “Prosecco Tranquillo”, “Prosecco Spumante” e “Prosecco Frizzante”. Il vino deve essere sempre ottenuto da uve di vitigno Glera, mentre solo un 15% al massimo di esso può risultare proveniente da vitigni come Verdisio, Bianchetta Trevigiana, Perera, Glera lunga, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio e Pinot nero.

Gradazione alcolica e zuccherina, odore e sapore

Per quanto riguarda la gradazione alcolica, invece, deve attestarsi intorno ad un minimo di 10,5% vol. per il Tranquillo e per il Frizzante, con un colore giallo paglierino ed un odore tipico delle uve di provenienza, mentre il sapore dovrà risultare fresco, da amabile a secco. Per il Prosecco Spumante invece il minimo alcolico fissato è intorno agli 11 gradi, il colore dovrà essere sempre giallo paglierino, ma più intenso e brillante rispetto al Prosecco tranquillo, la spuma dovrà risultare persistente e l'odore fine e caratteristico. Il sapore dello Spumante viene invece classificato dal Disciplinare da brut nature (cioè zero zuccheri) fino a demi-sec (Dry).

Come deve essere confezionato

Un vino Prosecco Doc può essere commercializzato solo in bottiglie scure di vetro, chiuse con tappo raso bocca. Per le bottiglie più piccole (fino a 375 ml) viene ammesso anche il tappo a vite. Per il Prosecco Spumante, invece vengono seguite le norme dell'Ue, che prevedono l'uso di tappi in sughero con percentuale non inferiore al 51%. Anche in questo caso, per le bottiglie più piccole (fino a 200 ml) viene consentito il tappo a vite, insieme con un sovratappo a fungo oppure in plastica. In etichetta possono essere riportate (ma non è obbligatorio) l'annata di produzione e la zona, intesa come regione e provincia di provenienza dei vitigni.

Una Doc giovane e due Docg per un vino dalla tradizione millenaria

La denominazione Doc per il Prosecco è arrivata solo nel 2009, dopo un lunghissimo e complicato percorso politico, economico e burocratico. Tutto nasce negli anni ’70 del Novecento, quando la domanda di questo vino particolare ha cominciato a diventare sempre più massiccia nel mondo, e ha reso necessario tutelare il nome del prodotto. A questo proposito occorre dire che già nel 1977 il Prosecco fu inserito nell’elenco dei “Vini da tavola a indicazione geografica”. L’ulteriore miglioramento della qualità negli ultimi decenni e la necessità di una maggiore tutela del nome a livello internazionale, hanno portato nel 2009 ad ottenere il riconoscimento della denominazione di origine controllata «Prosecco» (decreto ministeriale 17 luglio 2009). Il Disciplinare al suo interno prevede anche due Docg, per le zone “Conegliano Valdobbiadene” e “Colli Asolani” o “Asolo”. Il Discliplinare ha subìto recentemente (nel 2019) delle modifiche, che ne hanno corretto alcuni passi e articoli.

Per leggerlo integralmente si può cliccare qui.