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Il prosecco, gioiello delle colline venete, è da sempre apprezzato per il suo gusto unico e la sua eleganza effervescente. Tuttavia, dietro ogni bicchiere di questo celebre vino frizzante si cela un processo produttivo che può avere un impatto significativo sull’ambiente. Negli ultimi anni, complici il cambiamento climatico e la maggiore sensibilità ambientale, è emersa la necessità di adottare pratiche più sostenibili ed eco-friendly anche nella produzione del prosecco, con l’obiettivo di acquisire un gusto che soddisfi non solo il palato, ma anche l’ambiente circostante. Ve ne parliamo in questo articolo.
La sostenibilità ambientale è diventata un pilastro fondamentale per molte aziende vinicole, comprese quelle che producono prosecco. Questa esigenza nasce dalla crescente consapevolezza che le pratiche agricole, sovrapponendosi ad un ecosistema naturale, hanno inevitabilmente un impatto ambientale, che deve essere minimizzato. Occorre pertanto agire per preservare quanto più possibile la qualità del terreno, dell’aria e dell’acqua: un vero e proprio impegno generalizzato nella tutela dell’ambiente e delle risorse naturali.
Lo sanno bene i produttori di prosecco, che si dedicano ogni giorno alla costruzione di un mondo vinicolo sempre più sostenibile e sempre meno inquinante. Lo fanno attraverso pratiche eco-friendly e produzioni biologiche, con l’obiettivo di mantenere e preferibilmente aumentare la qualità del prodotto finale.
Sono diverse le pratiche eco-friendly adottate per ridurre l’impatto ambientale nella produzione di prosecco. Tra queste pratiche troviamo:
Come già accennato, le aziende produttrici di prosecco, sempre più votate alla sostenibilità, hanno convertito e stanno continuando a convertire i loro vigneti alla produzione biologica. Questo metodo di coltivazione esclude l’uso di pesticidi chimici, erbicidi e fertilizzanti sintetici, a favore di metodi naturali, quali la concimazione organica, il controllo biologico delle malattie e degli insetti e la gestione oculata delle risorse idriche e del suolo. Per moderare le infestazioni e migliorare la fertilità del terreno, si prediligono quindi insetti benefici, piante insettifughe, rotazioni colturali, compost e concimi organici.
Un metodo di produzione, quello appena descritto, che non solo rispetta l’ambiente, ma anche le aziende produttrici. Oltre a ridurre l’inquinamento, conservare le risorse naturali e tutelare la biodiversità, infatti, la produzione biologica abbatte i costi aziendali, migliora l’immagine del marchio e aumenta la fidelizzazione dei clienti e la qualità del prosecco. Le aziende produttrici di prosecco biologico godranno così della riduzione dei costi di acquisto di input, di interventi esterni e di gestione dei rifiuti, oltre che di incentivi governativi, quando presenti, e di maggiore reputazione sul mercato.
Sono numerose le filiere che hanno abbracciato la sostenibilità nella produzione del prosecco, compiendo percorsi sempre più virtuosi e seguendo le buone pratiche di gestione dei vigneti descritte nel Vademecum Viticolo pubblicato con cadenza annuale dal Consorzio di Tutela della DOC Prosecco. Con l’obiettivo di tutelare e diffondere il vero prosecco DOC, il Consorzio di Tutela, nato nel 2009, svolge azioni di vigilanza costante, attività di informazione mirate e promozioni del vero prosecco sui canali di comunicazione più appropriati. È il Consorzio stesso a creare un protocollo di sostenibilità che definisce i criteri che le aziende devono rispettare per potersi definire produttrici di "Prosecco DOC Sostenibile".
Non un caso di greenwashing quindi, ma un vero e proprio passo verso l’implemento di pratiche sostenibili e il miglioramento delle tecnologie disponibili per preservare la qualità del prosecco, tutelando l’ambiente. Sono già numerosi i consumatori che scelgono il prosecco proprio sulla base della presenza di caratteristiche green, come il bio e la sostenibilità ambientale e sociale.