Alla scoperta dell’uva Glera: origini e caratteristiche dell’essenza del prosecco

10/05/2024
by Giovanni Mastropasqua

Iscritta ufficialmente nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite dal 1970, l’uva Glera rappresenta uno dei tesori dell’enologia italiana, simbolo di una storia di tradizione e innovazione che dal cuore delle pittoresche colline venete si estende fino al Friuli Venezia Giulia. Le caratteristiche favorevoli di queste terreni, unite al clima mite, alle escursioni termiche giornaliere e alla dedizione degli agricoltori locali, hanno determinato una notevole espansione del vitigno Glera nel corso degli anni, lasciando poche tracce sulle sue origini ma togliendo ogni dubbio in merito al suo potenziale. In questo articolo, vi offriremo una breve panoramica sulla storia e sulle caratteristiche principali dell’ingrediente che costituisce l’essenza del prosecco, il vino frizzante più amato al mondo.

La storia del vitigno

Vitigno a bacca bianca appartenente alla famiglia dei semiaromatici, l’uva Glera viene coltivata nelle regioni del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, dove trova un clima ideale per prosperare e dei terreni resi particolarmente fertili dalla presenza di ghiaia. Non a caso, il termine Glera deriva dal latino glarea, che indica appunto la ghiaia, confermando le origini antiche di un vitigno sulla cui espansione esistono una pluralità di teorie differenti. Mentre alcune ritengono che la produzione di uva Glera sia iniziata a "Prosecco", un piccolo comune del Carso triestino - per poi espandersi verso i Colli Euganei - altre riconoscono proprio nei Colli Euganei il luogo di nascita del vitigno, che si sarebbe poi diffuso gradualmente verso la Slovenia.

Glera, un'uva particolarmente resistente

Nonostante le origini siano incerte e sia difficile risalire al luogo esatto in cui il vitigno si è sviluppato, l’uva Glera ha acquisito nel corso degli anni una crescente popolarità tra gli agricoltori, dovuta alla sua particolare resistenza ai parassiti e alla sua capacità di adattarsi ad una varietà di terreni e climi diversi. A partire dal XVII secolo, infatti, gli agricoltori locali hanno iniziato a toccare con mano il potenziale dell’uva Glera e della conseguente produzione di vini leggeri, fino ad arrivare a possedere oggi una ricca coltivazione concentrata principalmente nella zona del Trevigiano, tra Conegliano e Valdobbiadene.

Le caratteristiche dell’uva

Caratterizzato da foglie medie cuneiformi, il vitigno Glera produce grappoli compatti di medie o grandi dimensioni e acini sferisci con buccia di colore verde-gialla, che vengono raccolti alla fine del mese di settembre o all’inizio del mese di ottobre. Una maturazione precoce, quella dell’uva Glera, che le permette di preservare la propria acidità naturale e la rende particolarmente adatta alla produzione di vini freschi e fruttati, nonostante il gusto possa assumere sfumature diverse in base alle caratteristiche del terreno e della zona in cui viene coltivata. Con note più o meno floreali, fruttate o agrumate, l’uva Glera rappresenta quindi la freschezza distintiva di molti vini, primo tra tutti il prosecco.

La trasformazione dell’uva in prosecco

Punto di svolta nella produzione di uva Glera, già nota per la sua acidità bilanciata, il suo profilo aromatico e la sua particolare versatilità, è senza dubbio la trasformazione in prosecco. Basti pensare che inizialmente il vitigno portava proprio il nome della bollicina, poi sostituito dal termine Glera nel 2009, quando fu creata la DOC prosecco e nacque quindi l’esigenza di tutelarne la denominazione.

Oggi il prosecco, per essere definitivo tale, da disciplinare deve contenere almeno l’85% di uva Glera, mentre il restante 15% può provenire da altri vitigni. Si distingue per il suo colore giallo paglierino e un gusto, in alcuni casi più secco e in altri più amabile, che regala al palato note fresche e fruttate. La sua ben nota vivacità e freschezza deriva dall’acidità equilibrata dell’uva e dalla bassa gradazione alcolica che questa gli conferisce, mentre la varietà nel gusto si deve alla particolare versatilità della stessa uva nelle tecniche di vinificazione.

Individuare le caratteristiche del prosecco è fondamentale per riconoscerlo e per definirne l’autenticità attraverso la denominazione geografica controllata (DOC) e la denominazione di origine controllata e garantita (DOCG). Oggi, infatti, l'uva Glera è molto più di un semplice ingrediente per la produzione del prosecco e, soprattutto, non tutte le uve Glera diventano prosecco.

Ci troviamo di fronte al frutto di un territorio e di una cultura che si fondono per creare vini di straordinaria qualità e carattere, attraverso la passione e l’impegno costante dei viticoltori. In questo quadro, l'uva Glera rappresenta un vero e proprio tesoro delle pittoresche colline venete e friulane, in grado di regalare al mondo intero un assaggio dell'autentica bellezza enologica italiana.