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Finora abbiamo sempre parlato di vino in generale, e di Prosecco nello specifico, considerando le tecniche di lavorazione, i sapori, le caratteristiche, i dati sulla vendita, ma dando per scontato, in un certo senso, il frutto e ancora di più la pianta da cui tutto nasce: la vite. Quando è nato il vino e quali sono le origini della viticoltura? Che caratteristiche possiede una vite sana? A queste domande, che nascondono tante notizie di storia, cerchiamo di rispondere con questo articolo.
L'archeologia è una scienza a cui si possono tenere nascoste davvero poche cose. Tra queste la nascita della viticoltura e delle piante di uva da vino. Basti pensare che la vite selvatica appare sulla Terra già 60 milioni di anni fa (uno dei più antichi esseri viventi in natura), mentre quella da vino, “Vitis vinifera” fa la sua comparsa “solo” 1 milione di anni fa. L'adozione della tecnica con Carbonio 14 ha poi aiutato a scoprire come la viticoltura sia comparsa già nel 7000 avanti Cristo, nella culla della civiltà: la Mezzaluna fertile (la zona che si estende tra la zona montuosa del Caucaso e i Paesi del Nord-Africa, come l'Egitto). Già in quest'epoca, quindi, si rilevano tracce di quelle che erano antiche bevande riconducibili all'antenato del vino. Bisogna però arrivare ai primi anni del '900 per avere un vero e proprio vigneto europeo! Nei secoli precedenti, infatti, sciagure, calamità e parassiti come la filossera, avevano messo a rischio la viticoltura del Vecchio Continente.
La storia del vino risale alla preistoria. Sicuramente l’invenzione del vino è stata fortuita e sembra che sia stato prodotto per la prima volta tra 9 e 10000 anni fa nella zona del Caucaso. Le prime testimonianze archeologiche registrate di presenza della Vitis vinifera sono state rinvenute in alcuni siti degli odierni territori della Cina 7.000 anni A.C., della Georgia 6.000 A.C., dell'Iran 5.000 A.C., della Grecia 4.500 A.C. oltre che in Sicilia 4.000 A.C. Circa. La prova più antica della produzione di vino “in serie” e in modo continuativo, però, è stata trovata in Armenia ed è collocabile temporalmente intorno al 4.100 a.C. circa con la scoperta della più antica cantina per la conservazione esistente. Agli armeni, allora, non si deve tanto l’invenzione del vino, quanto il definitivo sviluppo delle coltivazioni e di conseguenza la produzione del nostro amato elisir alcolico.
Il vigneto e il vino sono stati una parte importante delle società fin dall'Antichità, intimamente associati alle loro economie e cultura popolare tradizionale. Il vino è sinonimo di festività, ubriachezza, convivialità; ha investito di sé il vasto campo dei valori simbolici ed è presente tutt'oggi nella maggior parte dei paesi. La sua esistenza è frutto di una storia lunga e turbolenta.
Gli ettari adibiti a vitigni nel mondo equivalgono a circa 8 milioni. Di questi, quasi 5 milioni si trovano proprio in Europa, con prevalenza di Paesi come Italia e Francia. Da non sottovalutare anche la Spagna, con 1 milione di ettari, spesso utilizzati per la produzione del brandy. Restando in Italia, secondo i dati resi noti da Federvini, il primo posto va al vitigno Sangiovese, con 54 mila ettari. Successivamente troviamo il vitigno Montepulciano, con 27 mila ettari e poi il Glera (il vitigno del nostro Prosecco). Interessante la tracciabilità del Trebbiano bianco, coltivato per la maggior parte fuori dal nostro Paese. In pratica, in Italia si trovano appena 21 mila ettari di Trebbiano, in confronto dei 111 mila ettari in altri Paesi. Com'è la situazione nel mondo, invece? A parte la sorpresa del Kyoho, coltivato in gran parte in Cina, a farla da padrone è il Cabernet Sauvignon, con ben 341 mila ettari. Seguono il Merlot, con 266 mila ettari, e il Tempranillo, con 231 mila.
Quando si hanno dei vitigni da curare bisogna affrontare diversi problemi e complicanze che la vite presenta. Si tratta infatti di una pianta molto delicata, sensibile agli sbalzi di temperatura e alle intemperie, come freddo, gelate, caldo intenso e siccità. C'è bisogno di tempo mite in maniera costante, e se tenuto bene, un vitigno può durare molti anni. Una pianta di vite, infatti, arriva anche a vivere fino a 90 anni, un po' come gli esseri umani. Per tutto l'inverno che segue alla vendemmia le viti resteranno spoglie, mentre per attendere le prime gemme occorrerà che arrivi la primavera. Lì ci saranno i primi germogli. Se questi ultimi mancano vuol dire che l'inverno ha danneggiato la pianta. Va quindi molto seguita, quasi quotidianamente, ed osservata per notare il minimo cambiamento in essa. Più la vite viene curata e messa al primo posto per qualità di coltivazione, più il vino sarà buono.