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Caratterizzato da un aroma leggero e fruttato, il prosecco rappresenta l’ingrediente ideale per donare una nota aromatica a numerose ricette di dolci, incluse le più tradizionali. In questo articolo, vedremo come preparare dei biscotti friabili perfetti da servire insieme a the e caffè pomeridiani.
I biscotti al prosecco si preparano velocemente e con pochissimi ingredienti. Procuratevi: 250g di farina 00
Per prima cosa, unite farina e lievito setacciato in una ciotola capiente, aggiungete anche lo zucchero e mescolate bene. Versate poi il prosecco e l’olio di semi di girasole al centro degli ingredienti secchi, iniziate a mescolare con una spatola o con un cucchiaio di legno e procedete impastando a mano fino ad ottenere un composto morbido ed omogeneo: se l’impasto risulta troppo appiccicoso, potete aggiungere un po’ di farina; se invece è troppo asciutto, vi consigliamo di aggiungere un goccio di prosecco. Una volta preparato l’impasto, formate delle palline di circa 15g ciascuna e passatele leggermente nello zucchero semolato o di canna per ottenere un effetto più croccante. Disponete infine i biscotti su una teglia rivestita con carta forno, lasciando un po’ di spazio tra uno e l’altro, e cuocete in forno preriscaldato a 180°C per circa 15-18 minuti, o fino a quando i biscotti saranno leggermente dorati. Terminata la cottura, lasciateli raffreddare completamente prima di servirli con una tazza di the o di caffè. Se non li consumate subito, riponeteli all’interno di una scatola ermetica affinché non perdano la loro caratteristica friabilità.
Quando preparate i vostri biscotti aromatizzati al prosecco, insomma, divertitevi a sperimentare, ma cercate di optare sempre per una bottiglia che consumereste anche a tavola e che sia piacevole da bere. In questo modo, potrete utilizzare il necessario per l’impasto e servire il resto durante la degustazione dei vostri biscotti!
Negli ultimi anni, il prosecco ha conquistato una posizione di rilievo nel panorama enologico prima europeo e poi internazionale, diventando uno dei vini italiani più apprezzati e venduti al mondo. Originario del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia, il prosecco ha infatti rapidamente superato i confini italiani, conquistando i mercati europei grazie non solo alle sue riconoscibili qualità ma anche ad un’impeccabile strategia di marketing: scopriamola insieme!
Per comprendere il motivo per il quale il prosecco si è rapidamente diffuso in Europa, dobbiamo fare un passo indietro e rispolverare le sue radici antiche, risalenti a oltre duemila anni fa, quando il vino prodotto nella zona collinare intorno a Treviso iniziò a guadagnare notorietà proprio per la sua incredibile freschezza e bevibilità; caratteristiche che verranno rese ancora più riconoscibili nei primi del Novecento, quando la produzione si professionalizzerà e si inizierà a parlare di metodo Martinotti-Charmat. Grazie ad una seconda fermentazione in autoclavi di acciaio, infatti, in quegli anni il prosecco conquista le sue caratteristiche bollicine fini e persistenti che, assieme alle sue inconfondibili note fruttate e floreali, lo rendono ancora oggi riconoscibile per la sua incredibile freschezza e leggerezza. A partire dal 2009 poi, la produzione di prosecco inizia ad essere regolata da rigidi standard disciplinari, che ne tutelano l’autenticità e la qualità, e dalla denominazione di origine controllata DOC (e DOCG per le zone di Conegliano, Valdobbiadene e Asolo), che ne garantisce l’origine geografica e le caratteristiche di produzione, valorizzando ulteriormente il prodotto e proteggendolo dalla contraffazione. È proprio in questi anni che il prosecco, che aveva già iniziato ad espandersi nei mercati europei ed internazionali, si afferma in Europa e in particolare:
In questi paesi, soprattutto nell’ultimo decennio, la popolarità e la diffusione del prosecco è stata amplificata da un’efficace strategia di marketing tutta italiana, che ha visto la creazione di campagne di comunicazione mirate a promuovere il prosecco come simbolo di uno stile di vita spensierato, giovane e moderno, riuscendo così a catturare l’interesse di un pubblico eterogeneo e sempre più ampio. Uno dei principali fattori di successo è stato senza dubbio il posizionamento del vino frizzante italiano come alternativa accessibile allo champagne. Con una strategia di prezzo competitiva, il prosecco è infatti riuscito a raggiungere un segmento di consumatori attenti alla qualità ma sensibili al costo, eliminando tutte le formalità associate ai vini spumanti più costosi e inserendosi all’interno di campagne promozionali digitali e tradizionali realizzate appositamente per enfatizzarne la versatilità e per coinvolgere i consumatori, a cui viene data ogni anno anche la possibilità di partecipare a fiere internazionali e ad eventi gastronomici specifici. Fondamentale, a questo proposito, è stato il supporto di consorzi e istituzioni, che hanno permesso ai produttori di accedere a finanziamenti non solo per campagne di promozione collettiva, ma anche per la protezione della denominazione d’origine, garantendo un assoluto distacco del prosecco da prodotti simili ma di qualità inferiore.
La diffusione del prosecco in Europa è stata quindi il risultato di una strategia di marketing articolata e ben calibrata, che ha saputo valorizzare le caratteristiche distintive del prodotto e adattarsi alle aspettative dei consumatori di diversi paesi. Questo approccio ha reso il prosecco non solo un vino popolare, ma anche un fenomeno culturale, riconosciuto e apprezzato in tutta Europa.
Spesso utilizzati in maniera intercambiabile, i termini vino spumante, vino frizzante e prosecco indicano in realtà tre prodotti che si distinguono per effervescenza, aroma e metodo di produzione. Vediamo insieme le principali differenze per evitare di utilizzare a sproposito queste denominazioni e comprendere meglio le caratteristiche di ciascuno.
Stabilito che vino spumante, vino frizzante e prosecco non possano essere utilizzati come sinonimi, un confronto tra i tre è indispensabile per comprenderne appieno le rispettive caratteristiche distintive.
Lo spumante è un vino caratterizzato da un’elevata pressione interna, che va oltre i 3,5 bar, e da bollicine persistenti. In base al livello di zucchero, può essere Extra Brut (la versione più secca), Brut, Extra Dry, Dry e Demi-sec (la versione più dolce), e la sua produzione avviene attraverso:
Rispetto al vino spumante, il vino frizzante è più fresco, leggero e presenta bollicine meno persistenti a causa della sua minore effervescenza, dovuta ad una pressione interna compresa tra 1 e 2,5 bar (e quindi inferiore rispetto al vino spumante). Anche la fermentazione presenta delle differenze: entrambi possono essere fermentati sia in bottiglia sia in autoclave, ma la durata del processo di fermentazione del vino frizzante è nettamente inferiore rispetto a quella del vino spumante!
Nonostante
il prosecco
sia una tipologia specifica di vino spumante o frizzante, non tutti i
vini spumanti o frizzanti possono essere chiamati prosecco. Per
essere definito prosecco, infatti, il vino deve rispettare precisi
parametri qualitativi e l'uva (Glera) provenire da una determinata area geografica,
situata tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia (prosecco DOC), e
dalle selezionate aree di pregio Conegliano-Valdobbiadene e Asolo
(prosecco DOCG). Se il prosecco ha una pressione superiore ai 3,5 bar
(e quindi una maggiore effervescenza) può essere definito spumante,
altrimenti si parla di prosecco frizzante. In ogni caso, la
produzione di prosecco avviene sempre secondo il metodo
Martinotti-Charmat, metodo che consente ai viticoltori di mantenere
le note aromatiche floreali e fruttate dell’uva Glera, il
principale vitigno utilizzato per la sua produzione.
Ci sono due modi infallibili per evitare brutte figure quando si vuole ordinare una bollicina:
- il primo: usate il termine Prosecco, solo se state per scegliere un vino prodotto tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia prodotto con uve Glera. Non si può chiamare Prosecco un vino prodotto in altre regioni d'Italia.
- il secondo: se non sapete se scegliere un Prosecco, un Franciacorta, un Trento Doc o uno Champagne, meglio parlare più in generale di "Bollicina", termine gergale ma che esprime il desiderio di consumare un vino spumante o frizzante senza dichiararsi sulla tipologia.
Vino spumante, vino frizzante e prosecco hanno prezzi completamente differenti. Un vino prodotto con metodo classico (detto anche champenoise) ha un prezzo nettamente superiore in quanto il processo produttivo è più lungo e laborioso. Il Metodo Classico è tipico degli Champagne e dei Crémant, in Francia; dei Franciacorta nella zona collinare situata tra Brescia e l'estremità meridionale del Lago d'Iseo, in Lombardia; e dei Trento Doc che comprende territori della provincia di Trento ubicati nella Valle dell'Adige, nella Valle di Cembra, nella Vallagarina, nella Valle del Sarca, nella Valsugana e nelle Valli Giudicarie. Nel resto d'Italia ci sono tantissime altre aziende vitivinicole che producono Spumanti vinificati con Metodo Classico, ma al di fuori delle zone sopra citate, non vi sono denominazioni che possano caratterizzare il territorio. Il Prosecco, come abbiamo visto, viene prodotto con metodo Charmat o Martinotti, pertanto ha un prezzo sul mercato più basso. Chi sceglie il Prosecco invece di uno spumante prodotto con Metodo Classico, ricerca maggiore freschezza e maggiore "schiettezza" nel vino. Chi sceglie un vino semplicemente frizzante, invece, potrebbe incorrere in prodotti mediocri, dal prezzo sicuramente più accattivante, ma senza una reale valorizzazione delle caratteristiche organolettiche tipiche delle uve utilizzate. Tuttavia, il vino frizzante può comunque rappresentare una scelta interessante per chi cerca un vino leggero e fresco, adatto a momenti informali e a un consumo quotidiano.
Fresco ed elegante, il Rossini è un cocktail a base di prosecco conosciuto in tutto il mondo per la sua incredibile versatilità, che lo rende perfetto per ogni occasione. In questo articolo, scopriamo insieme la sua storia, la sua ricetta originale e le sue varianti più moderne.
Nato come una variante di altri celebri cocktail italiani a base di prosecco, tra cui il Bellini e il Mimosa, il Rossini deve il suo nome al compositore italiano Gioachino Rossini, le cui composizioni musicali armoniose e raffinate si propone di omaggiare con il suo carattere semplice ed elegante. La semplicità è infatti una delle caratteristiche principali del cocktail, che si prepara con pochi ingredienti ma di altissima qualità:
Come i suoi ingredienti, anche la preparazione del Rossini è incredibilmente semplice e richiede solamente pochi minuti.
1. Prepara le fragole: lava accuratamente le fragole e rimuovi il picciolo. Metti le fragole in un frullatore e riducile a una purea liscia. Se desideri, puoi aggiungere un cucchiaino di zucchero per esaltarne il sapore.
2. Filtra la purea: per un cocktail più elegante e setoso, passa la purea di fragole attraverso un colino fine, in modo da eliminare eventuali semi e ottenere una consistenza vellutata.
3. Versa la purea in un calice da spumante o in un bicchiere da cocktail;
4. Aggiungi il prosecco: versa delicatamente il prosecco sulla purea di fragole, mescolando leggermente per amalgamare gli ingredienti. Attenzione a non mescolare troppo energicamente per non far svanire le bollicine!
5. Guarnisci il bicchiere con una fragola fresca o una fetta di limone e servi il cocktail.
Semplice ed incredibilmente versatile, il Rossini può essere preparato anche con uno spumante analcolico o della soda, con fragole surgelate (se non si hanno a disposizione quelle fresche), ma anche con dei frutti di bosco, come lamponi o mirtilli, per donargli maggiore complessità. Insomma, il cocktail Rossini, in versione originale o rivisitata, è veramente adatto a tutti e a tutte le occasioni.
Con l’arrivo dell’autunno e l’affermarsi dei colori e dei sapori caldi e avvolgenti di ingredienti tipicamente autunnali quali funghi, castagne, tartufi e zucche, il prosecco emerge come nota fresca e vivace, perfetta per accompagnare le prime ricette stagionali. Prodotto principalmente in Veneto e Friuli Venezia Giulia, il prosecco si distingue infatti per la sua leggerezza, le sue note fruttate e floreali e la sua vivace acidità; tutte caratteristiche che lo rendono adatto anche alla stagione autunnale! In questo articolo, scopriremo insieme gli abbinamenti più interessanti tra piatti autunnali e prosecco.
Ricca di sapori intensi e avvolgenti, la stagione autunnale è perfetta per sperimentare nuovi abbinamenti enogastronomici con il prosecco: vediamone alcuni!
Insomma, l'autunno offre una vasta gamma di sapori che il giusto prosecco riesce ad esaltare e valorizzare. Dai piatti di funghi alle torte di mele, la bollicina italiana per eccellenza dimostra ancora una volta di essere un vino estremamente versatile, capace di accompagnare piatti ricchi e avvolgenti senza mai sovrastarli. Che sia Brut, Extra Dry, Dry, Superiore, Millesimato, rosé o col fondo, ogni tipologia di prosecco trova infatti il suo abbinamento ideale nella cucina tipica della stagione autunnale.
Bollicine conosciute e consumate in tutto il mondo, il prosecco e lo champagne si posizionano sul mercato con una sostanziale differenza di prezzo. Mentre una bottiglia di champagne è infatti sempre considerata una scelta di lusso a causa del suo costo elevato, il prosecco è generalmente molto più accessibile. Ma quali sono le ragioni che si celano dietro a questa differenza di prezzo? Analizziamole insieme!
La differenza di prezzo tra prosecco e champagne è la conseguenza diretta di diversi fattori, tra cui la zona e il metodo di produzione, le varietà di uve utilizzate, il processo di invecchiamento, il posizionamento di mercato e la legge della domanda e dell’offerta. Vediamoli nel dettaglio.
Una delle principali ragioni della differenza di prezzo tra prosecco e champagne risiede nella rispettiva zona di produzione. Lo champagne viene infatti prodotto in una regione specifica della Francia, chiamata appunto Champagne, che gode di una denominazione d’origine controllata (AOC) e di un terreno costituito da un substrato di gesso che dona al vino caratteristiche particolari ma che, al tempo stesso, rende la produzione molto costosa (considerando anche la limitata estensione del territorio!). Il prosecco, invece, viene prodotto in Veneto e in Friuli-Venezia Giulia, nel nord-est dell'Italia, e la sua denominazione di origine controllata (DOC) copre una superficie molto più ampia e, di conseguenza, ha un’offerta più vasta a costi inferiori rispetto alla regione della Champagne.
Un altro importante fattore che influisce sulla differenza di prezzo tra prosecco e champagne è il metodo di produzione. Mentre infatti lo champagne viene prodotto con il metodo classico (o metodo champenoise), che prevede una seconda fermentazione direttamente in bottiglia e richiede molto tempo, lavoro manuale e attrezzature specifiche per gestire le fasi della seconda fermentazione e della sboccatura (l’eliminazione del sedimento che si accumula durante la fermentazione), il prosecco utilizza principalmente il metodo Martinotti-Charmat, che prevede la fermentazione in grandi serbatoi di acciaio inox (autoclavi) piuttosto che in bottiglia, è più rapido e richiede meno manodopera e risorse tecniche, consentendo di produrre grandi quantità di vino in tempi relativamente brevi. A differenza del metodo classico, quindi, il metodo Martinotti-Charmat è più veloce, meno costoso e meno complesso, giustificando così il prezzo inferiore del prosecco rispetto allo champagne.
Le varietà di uve utilizzate per produrre il prosecco e lo champagne sono un altro fattore fondamentale per giustificare la differenza di prezzo tra le due bollicine. Lo champagne si ottiene infatti dalla combinazione di tre vitigni principali, Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier, che richiedono un'attenzione meticolosa sia in fase di coltivazione che di vinificazione ed hanno rese relativamente basse a causa delle altrettanto basse temperature della regione della Champagne. Il prosecco, al contrario, è prodotto prevalentemente da un'unica varietà di uva, chiamata Glera, che è più facile da coltivare nelle regioni ben più calde del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia e che ha delle rese per ettaro molto più elevate rispetto alle uve dello champagne. Questa maggiore produttività ne riduce ulteriormente i costi di produzione.
Il processo di invecchiamento è un altro fattore che influisce pesantemente sul prezzo delle bollicine. Mentre lo champagne deve invecchiare per almeno 15 mesi (o per un periodo anche più lungo per le versioni millesimate) e presenta quindi un processo di invecchiamento prolungato che comporta costi elevati, poiché richiede spazio nelle cantine, monitoraggio continuo e un’immobilizzazione del capitale, il prosecco è un vino pensato per essere consumato giovane, spesso entro un anno dalla vendemmia, non richiede un periodo di invecchiamento, viene immesso rapidamente sul mercato ed ha quindi bassi costi di stoccaggio.
Anche il posizionamento di mercato gioca un ruolo cruciale nella definizione del prezzo. Da un lato lo champagne, che ha costruito nel corso dei secoli un'immagine di lusso e prestigio, grazie alla sua associazione con celebrazioni, eventi mondani e un marketing fortemente orientato all'esclusività; dall’altro il prosecco che, al contrario, è stato storicamente commercializzato come un prodotto più accessibile, perfetto per aperitivi o per occasioni quotidiane, e che oggi, nonostante abbia guadagnato popolarità internazionale, soprattutto nel Regno Unito e negli Stati Uniti, continua ad essere percepito come un'alternativa più economica e informale rispetto allo champagne.
C’è ancora un ultimo fattore in grado di influenzare la differenza di prezzo tra prosecco e champagne: la legge della domanda e dell’offerta. Poiché la produzione di champagne è limitata dalla rigida regolamentazione dell’AOC e dalle condizioni geografiche della regione, l’offerta è molto limitata. Al contrario, il prosecco viene prodotto in quantità molto più elevate, grazie alla maggiore disponibilità di terreni e alle condizioni favorevoli per la viticoltura, generando così un’offerta più ampia per far fronte ad una domanda che, seppur crescente, non raggiunge quella dello champagne e rende quindi la bollicina italiana più economica rispetto a quella francese.
In definitiva, il prezzo più basso del prosecco rispetto allo champagne è il risultato di una combinazione di fattori, tutti responsabili della definizione di due esperienze di consumo completamente diverse: informale e accessibile il prosecco, prestigioso lo champagne.
Pensato per conservare la freschezza e la qualità del prosecco anche dopo l’apertura, il Private Preserve Spray utilizza una miscela di gas inerti per proteggere la bollicina dall’ossidazione che ne comprometterebbe rapidamente il sapore e l’effervescenza. In questo articolo, ne analizzeremo il funzionamento e ne dimostreremo l’efficacia.
Ideale per mantenere la freschezza e il perlage del prosecco una volta aperto, il Private Preserve Spray crea una barriera tra il liquido e l’aria all'interno della bottiglia, impedendo che l’ossigeno interagisca con la bollicina. Quando si apre una bottiglia di prosecco, infatti, l’ossigeno entra in contatto con il liquido e inizia un processo di deterioramento, chiamato ossidazione, che ne altera progressivamente il sapore, gli aromi e la qualità. Dopo aver versato la bollicina e prima di richiuderla con il tappo è quindi fondamentale spruzzare, per pochi secondi, il Private Preserve Spray all’interno della bottiglia per fare in modo che i gas inerti contenuti nello spray, che sono più pesanti dell’aria, scendano sulla superficie del prosecco, formando una barriera che impedisca all’ossigeno di entrare in contatto con la bollicina. Non reagendo chimicamente con il liquido, infatti, i gas non alterano il sapore del prosecco e lo spray che li contiene aiuta a mantenerne intatti aromi e bollicine, anche per diversi giorni dopo l’apertura. Ma oltre a prolungare la freschezza del prosecco, il Private Preserve Spray permette anche di evitare gli sprechi, consentendo a privati e ristoratori di non buttare le bottiglie di prosecco aperte bensì di conservarle per un’eventuale occasione successiva. E nel caso dei privati, l’utilizzo del Private Preserve Spray si estende perfino a cene o eventi fuori casa, grazie alle sue dimensioni compatte che lo rendono pratico e portatile.
I gas inerti contenuti nel Private Preserve Spray sono stati selezionati per le loro proprietà chimiche e fisiche che li rendono particolarmente efficaci nella conservazione del prosecco. Per questo motivo, lo spray è composto da:
La conservazione del prosecco richiede particolare attenzione rispetto ai vini fermi a causa della presenza dell’anidride carbonica, responsabile del perlage. Quando una bottiglia di prosecco viene aperta, infatti, l'esposizione all'ossigeno non solo avvia il processo di ossidazione, che degrada gli aromi e i sapori, ma porta anche alla rapida dispersione dell'effervescenza, influenzando la percezione del gusto e dimostrando che il perlage non è, come a volte erroneamente si pensa, solo una questione estetica. Senza una corretta conservazione quindi, il prosecco perde molto rapidamente la sua vivacità e freschezza perché l'ossigeno dissolve progressivamente l'anidride carbonica, facendo svanire le bollicine e alterando gli aromi delicati che lo caratterizzano. Per questo motivo, utilizzare il Private Preserve Spray diventa cruciale per conservare il prosecco dopo l’apertura, proteggendone non solo il sapore, ma anche la consistenza e la struttura.
Per noi, produttori di prosecco di alta qualità, è imprescindibile che ogni calice possa essere gustato al meglio, anche quando una bottiglia viene aperta e non finita subito. Il Private Preserve Spray è una soluzione eccellente per conservare il nostro prosecco e mantenere inalterate le sue qualità organolettiche nel tempo.
Quando si parla di prosecco, uno degli elementi distintivi e più affascinanti è senza dubbio il suo perlage. Ma che cos’è esattamente il perlage e perché gioca un ruolo così importante nell’esperienza di degustazione del prosecco? Ne parliamo in questo articolo!
Termine utilizzato per descrivere l'insieme delle bollicine che si formano nei vini spumanti a seguito della fermentazione, il perlage indica precisamente la finezza, la persistenza e la velocità con cui le bollicine risalgono verso la superficie del bicchiere. Le bollicine nascono infatti dall'anidride carbonica prodotta durante la fermentazione e, oltre ad essere visivamente piacevoli, costituiscono un importantissimo indicatore di qualità, capace di esaltare gli aromi e donare freschezza ad ogni vino spumante, influenzandone così l’esperienza gustativa.
Le
caratteristiche del perlage del prosecco
Il perlage è uno degli elementi che contribuisce maggiormente a definire l’eleganza e la freschezza caratteristica del prosecco. Tra le qualità principali, che giocano un ruolo essenziale nell’esperienza sensoriale, spiccano:
1. la finezza, indice di bollicine piccole e delicate che derivano da una fermentazione accurata, tipica dei prosecchi DOC e DOCG. Bollicine troppo grandi, al contrario, possono indicare un processo di fermentazione meno raffinato;
2. la persistenza, ovvero la presenza di un perlage continuo e duraturo: affinché la struttura del prosecco sia vivace e ben bilanciata, le bollicine dovrebbero continuare a risalire nel bicchiere per diversi minuti;
3. la vivacità, che è un indicatore di freschezza: le bollicine devono avere un movimento costante e vivace, ma mai eccessivo, al fine di non alterare gli aromi e i sapori tipici del prosecco.
Il perlage fine e persistente del prosecco non è quindi solo un piacere per gli occhi, ma contribuisce in modo significativo alla sua degustazione, amplificandone le sensazioni fresche e fruttate e contribuendo a sprigionare i suoi aromi tipici, come la mela verde, la pera e i fiori bianchi. Sul palato, le bollicine aggiungono una piacevole sensazione tattile, rendendo il sorso leggero e scorrevole, senza risultare invasivo, e creando quell’equilibrio tra eleganza e vivacità che ha reso il perlage del prosecco unico e apprezzato in tutto il mondo.
Come
valorizzare il perlage del prosecco: il segreto nel servizio
Per valorizzare al meglio il perlage del prosecco, è importante prestare attenzione ad alcuni dettagli legati alla temperatura di servizio, al bicchiere utilizzato e alla corretta apertura della bottiglia. Questi accorgimenti permettono infatti di esaltare la finezza e la persistenza delle bollicine, rendendo l’esperienza di degustazione più piacevole e raffinata.
Seguendo questi semplici accorgimenti, sarà possibile esaltare al massimo il perlage del prosecco, garantendo un’esperienza di degustazione elegante e appagante, in cui le bollicine svolgeranno il loro ruolo da protagoniste.
Originario del Veneto, lo spritz viene oggi riconosciuto, in tutto il mondo, come il simbolo per eccellenza dell’aperitivo italiano: fresco, semplice e versatile. In questo articolo, ne esploreremo le origini, la storia e scopriremo le sue numerose varianti.
Le origini dello spritz risalgono al XIX secolo, epoca in cui il nord-Italia era dominato dall’impero austro-ungarico. Si racconta infatti che i soldati austriaci, stanziati in Veneto, trovassero i vini locali troppo forti rispetto a quelli a cui erano abituati e che chiedevano quindi ai camerieri di "spruzzare" (in tedesco "spritzen") acqua frizzante nel vino per diluirlo. Da questa semplice combinazione tra vino e acqua gassata nacque l'idea dello spritz, la cui ricetta si è evoluta nel corso degli anni, sostituendo prima la semplice acqua con la soda e includendo poi ingredienti più complessi come l’Aperol, il Select o il Campari. Il grande successo dello spritz si deve infatti proprio all’introduzione dell’Aperol negli anni ’50, che ha conferito al drink il suo caratteristico colore arancione e il suo gusto dolce-amaro.
La ricetta originale dello spritz, nella sua versione più tradizionale e popolare con Aperol, è semplice e richiede pochi ingredienti:
Per preparalo, si riempie un bicchiere da vino con del ghiaccio, si versa prima il prosecco seguito dall’Aperol e si aggiunge una spruzzata di soda per dare un tocco di freschezza e completare il drink. Si mescola delicatamente per amalgamare gli ingredienti, si guarnisce con una fetta di arancia, et voilà, lo spritz Aperol è pronto!
Lo spritz, sebbene nella sua versione più famosa sia preparato con Aperol, ha dato vita a numerose varianti regionali e internazionali che offrono diverse sfumature di gusto. Ogni variante riflette infatti la creatività e le preferenze locali, mantenendo però la base del cocktail originale. Ecco alcune delle più conosciute:
Le varianti che abbiamo appena descritto mostrano la versatilità dello spritz, un cocktail che si adatta facilmente a nuovi sapori, mantenendo però intatta la sua identità di aperitivo fresco e leggero. Ma se lo si vuole rendere ancora più speciale, si può provare ad utilizzare del ghiaccio aromatizzato (cubetti di ghiaccio fatti con infusi di erbe come rosmarino o lavanda), della frutta fresca come frutti di bosco, fettine di pesca e lime, o delle erbette fresche come menta, basilico e rosmarino.
L’abbinamento tra cibo e vino è un’arte che richiede una conoscenza approfondita delle caratteristiche organolettiche di entrambi, affinché si crei un equilibrio che ne valorizzi appieno le qualità. Fattori come la struttura, l'acidità, la dolcezza e l'intensità aromatica del vino saranno quindi fondamentali per creare abbinamenti capaci di esaltare i sapori di piatti leggeri e delicati o più intensi e strutturati. In questo articolo, scopriremo insieme come combinare l’incredibile versatilità del prosecco, declinata nelle versioni Brut, Dry ed Extra Dry, con la vasta gamma di sapori, dal dolce allo speziato, delle numerosissime varietà di salumi.
Il segreto per creare un abbinamento prosecco-salumi che si possa definire perfetto è non tralasciare nessun dettaglio. Dovrete quindi valutare:
Ogni tipo di salume ha caratteristiche uniche ma esistono abbastanza varietà di prosecco per esaltarle tutte. Ecco alcuni abbinamenti consigliati per ottenere il massimo da questa combinazione:
Scegliere il prosecco giusto in base al tipo di salume che si consuma non è solo una questione di gusto, ma anche di valorizzazione e armonizzazione delle caratteristiche organolettiche di entrambi. Seguendo le nostre linee guida e sperimentando gli abbinamenti proposti, potrete creare combinazioni che non solo soddisferanno il vostro palato e quello dei vostri ospiti, ma che celebreranno anche l’eccellenza della radicata tradizione enogastronomica italiana.