Biscotti al prosecco fatti in casa: perché non potrete più farne a meno

14/11/2024
da Alberto Perini

Caratterizzato da un aroma leggero e fruttato, il prosecco rappresenta l’ingrediente ideale per donare una nota aromatica a numerose ricette di dolci, incluse le più tradizionali. In questo articolo, vedremo come preparare dei biscotti friabili perfetti da servire insieme a the e caffè pomeridiani.

Come preparare i biscotti al prosecco: la nostra ricetta

I biscotti al prosecco si preparano velocemente e con pochissimi ingredienti.

Procuratevi:

  • 250g di farina 00
  • 100g di zucchero semolato
  • 100ml di prosecco
  • 80ml di olio di semi di girasole
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • zucchero semolato o zucchero di canna per la decorazione (facoltativo)

Per prima cosa, unite farina e lievito setacciato in una ciotola capiente, aggiungete anche lo zucchero e mescolate bene. Versate poi il prosecco e l’olio di semi di girasole al centro degli ingredienti secchi, iniziate a mescolare con una spatola o con un cucchiaio di legno e procedete impastando a mano fino ad ottenere un composto morbido ed omogeneo: se l’impasto risulta troppo appiccicoso, potete aggiungere un po’ di farina; se invece è troppo asciutto, vi consigliamo di aggiungere un goccio di prosecco. Una volta preparato l’impasto, formate delle palline di circa 15g ciascuna e passatele leggermente nello zucchero semolato o di canna per ottenere un effetto più croccante. Disponete infine i biscotti su una teglia rivestita con carta forno, lasciando un po’ di spazio tra uno e l’altro, e cuocete in forno preriscaldato a 180°C per circa 15-18 minuti, o fino a quando i biscotti saranno leggermente dorati. Terminata la cottura, lasciateli raffreddare completamente prima di servirli con una tazza di the o di caffè. Se non li consumate subito, riponeteli all’interno di una scatola ermetica affinché non perdano la loro caratteristica friabilità.

La scelta del prosecco

Preparare i biscotti al prosecco è un’idea originale per portare in tavola un dolce semplice ma ricco di sapore e, inutile dirlo, la scelta della bottiglia giusta è fondamentale! Ogni tipologia di prosecco donerà infatti ai biscotti una sfumatura diversa, influenzandone il profumo, la dolcezza e la friabilità. Non dimenticatevi quindi di considerare:

  1. il livello di dolcezza del prosecco, che varia notevolmente in due categorie principali: il prosecco Extra Dry, caratterizzato da una leggera dolcezza che si abbina armoniosamente con l’impasto, creando un biscotto aromatico e delicato; e il prosecco Brut, che contiene meno zuccheri rispetto all’Extra Dry ed è quindi ideale per realizzare un biscotto meno dolce e dal sapore più sofisticato e per accentuare il contrasto tra l’aroma del prosecco e la dolcezza dello zucchero decorativo sulla superficie del biscotto;
  2. la qualità del prosecco, che deve avere denominazione di origine controllata (DOC) o garantita (DOCG) e può essere prodotto con uve di diverse annate (varietà standard) o della stessa vendemmia (millesimato): scegliete un prosecco DOC o un prosecco standard se volete aggiungere un profumo fresco e leggero ai vostri biscotti senza sovrastare gli altri ingredienti, e optate invece per un prosecco DOCG e millesimato se volete ottenere biscotti dall’aroma più intenso, complesso e raffinato;
  3. gli aromi del prosecco, che si manifestano con note fruttate e floreali. Per ottenere dei biscotti dal sapore fresco e fragrante, cercate un prosecco con note di mela verde, pera, agrumi o fiori bianchi che si fondano con il gusto leggero del biscotto, esaltandone la freschezza e sprigionando un profumo invitante.

Quando preparate i vostri biscotti aromatizzati al prosecco, insomma, divertitevi a sperimentare, ma cercate di optare sempre per una bottiglia che consumereste anche a tavola e che sia piacevole da bere. In questo modo, potrete utilizzare il necessario per l’impasto e servire il resto durante la degustazione dei vostri biscotti!

Prosecco in Europa: la strategia di marketing dietro al suo successo

07/11/2024
da Alberto Perini

Negli ultimi anni, il prosecco ha conquistato una posizione di rilievo nel panorama enologico prima europeo e poi internazionale, diventando uno dei vini italiani più apprezzati e venduti al mondo. Originario del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia, il prosecco ha infatti rapidamente superato i confini italiani, conquistando i mercati europei grazie non solo alle sue riconoscibili qualità ma anche ad un’impeccabile strategia di marketing: scopriamola insieme!

Il successo del prosecco in Europa: come il vino italiano ha conquistato Regno Unito, Germania e Francia

Per comprendere il motivo per il quale il prosecco si è rapidamente diffuso in Europa, dobbiamo fare un passo indietro e rispolverare le sue radici antiche, risalenti a oltre duemila anni fa, quando il vino prodotto nella zona collinare intorno a Treviso iniziò a guadagnare notorietà proprio per la sua incredibile freschezza e bevibilità; caratteristiche che verranno rese ancora più riconoscibili nei primi del Novecento, quando la produzione si professionalizzerà e si inizierà a parlare di metodo Martinotti-Charmat. Grazie ad una seconda fermentazione in autoclavi di acciaio, infatti, in quegli anni il prosecco conquista le sue caratteristiche bollicine fini e persistenti che, assieme alle sue inconfondibili note fruttate e floreali, lo rendono ancora oggi riconoscibile per la sua incredibile freschezza e leggerezza. A partire dal 2009 poi, la produzione di prosecco inizia ad essere regolata da rigidi standard disciplinari, che ne tutelano l’autenticità e la qualità, e dalla denominazione di origine controllata DOC (e DOCG per le zone di Conegliano, Valdobbiadene e Asolo), che ne garantisce l’origine geografica e le caratteristiche di produzione, valorizzando ulteriormente il prodotto e proteggendolo dalla contraffazione. È proprio in questi anni che il prosecco, che aveva già iniziato ad espandersi nei mercati europei ed internazionali, si afferma in Europa e in particolare:


  • nel Regno Unito, dove viene apprezzato non solo per il suo prezzo accessibile (che ha permesso di superare, in poco tempo, le vendite di champagne), ma anche per la sua versatilità e per il suo gusto leggero e fruttato;
  • in Germania, dove ha trovato un terreno già fertile grazie alla lunga tradizione locale di vino spumante, proponendosi come alternativa meno secca e spesso più facilmente reperibile;
  • in Francia, dov’è riuscito a conquistare un proprio spazio all’interno della consolidata cultura enologica del paese. Sebbene lo champagne resti ancora oggi l’opzione preferita per la celebrazione di occasioni speciali, infatti, il prosecco ha trovato un pubblico più giovane e dinamico, che lo sceglie come alternativa informale, perfetta per un aperitivo o una festa tra amici.

In questi paesi, soprattutto nell’ultimo decennio, la popolarità e la diffusione del prosecco è stata amplificata da un’efficace strategia di marketing tutta italiana, che ha visto la creazione di campagne di comunicazione mirate a promuovere il prosecco come simbolo di uno stile di vita spensierato, giovane e moderno, riuscendo così a catturare l’interesse di un pubblico eterogeneo e sempre più ampio. Uno dei principali fattori di successo è stato senza dubbio il posizionamento del vino frizzante italiano come alternativa accessibile allo champagne. Con una strategia di prezzo competitiva, il prosecco è infatti riuscito a raggiungere un segmento di consumatori attenti alla qualità ma sensibili al costo, eliminando tutte le formalità associate ai vini spumanti più costosi e inserendosi all’interno di campagne promozionali digitali e tradizionali realizzate appositamente per enfatizzarne la versatilità e per coinvolgere i consumatori, a cui viene data ogni anno anche la possibilità di partecipare a fiere internazionali e ad eventi gastronomici specifici. Fondamentale, a questo proposito, è stato il supporto di consorzi e istituzioni, che hanno permesso ai produttori di accedere a finanziamenti non solo per campagne di promozione collettiva, ma anche per la protezione della denominazione d’origine, garantendo un assoluto distacco del prosecco da prodotti simili ma di qualità inferiore.


La diffusione del prosecco in Europa è stata quindi il risultato di una strategia di marketing articolata e ben calibrata, che ha saputo valorizzare le caratteristiche distintive del prodotto e adattarsi alle aspettative dei consumatori di diversi paesi. Questo approccio ha reso il prosecco non solo un vino popolare, ma anche un fenomeno culturale, riconosciuto e apprezzato in tutta Europa.

Vino spumante, vino frizzante e prosecco: le principali differenze

31/10/2024
da Giovanni Mastropasqua

Spesso utilizzati in maniera intercambiabile, i termini vino spumante, vino frizzante e prosecco indicano in realtà tre prodotti che si distinguono per effervescenza, aroma e metodo di produzione. Vediamo insieme le principali differenze per evitare di utilizzare a sproposito queste denominazioni e comprendere meglio le caratteristiche di ciascuno.

Vino spumante, vino frizzante o prosecco? Facciamo chiarezza!

Stabilito che vino spumante, vino frizzante e prosecco non possano essere utilizzati come sinonimi, un confronto tra i tre è indispensabile per comprenderne appieno le rispettive caratteristiche distintive.

Vino spumante

Lo spumante è un vino caratterizzato da un’elevata pressione interna, che va oltre i 3,5 bar, e da bollicine persistenti. In base al livello di zucchero, può essere Extra Brut (la versione più secca), Brut, Extra Dry, Dry e Demi-sec (la versione più dolce), e la sua produzione avviene attraverso:

  • il metodo classico (o champenoise), nel caso di Champagne, Franciacorta e Trento DOC, in cui la seconda fermentazione avviene in bottiglia, con tempi di maturazione sui lieviti che possono variare da pochi mesi a diversi anni;
  • il metodo Martinotti-Charmat, in cui la fermentazione avviene invece in grandi autoclavi di acciaio, utilizzate per conservare il profilo fresco e fruttato dell’uva.

Vino frizzante

Rispetto al vino spumante, il vino frizzante è più fresco, leggero e presenta bollicine meno persistenti a causa della sua minore effervescenza, dovuta ad una pressione interna compresa tra 1 e 2,5 bar (e quindi inferiore rispetto al vino spumante). Anche la fermentazione presenta delle differenze: entrambi possono essere fermentati sia in bottiglia sia in autoclave, ma la durata del processo di fermentazione del vino frizzante è nettamente inferiore rispetto a quella del vino spumante!

Prosecco

Nonostante il prosecco sia una tipologia specifica di vino spumante o frizzante, non tutti i vini spumanti o frizzanti possono essere chiamati prosecco. Per essere definito prosecco, infatti, il vino deve rispettare precisi parametri qualitativi e l'uva (Glera) provenire da una determinata area geografica, situata tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia (prosecco DOC), e dalle selezionate aree di pregio Conegliano-Valdobbiadene e Asolo (prosecco DOCG). Se il prosecco ha una pressione superiore ai 3,5 bar (e quindi una maggiore effervescenza) può essere definito spumante, altrimenti si parla di prosecco frizzante. In ogni caso, la produzione di prosecco avviene sempre secondo il metodo Martinotti-Charmat, metodo che consente ai viticoltori di mantenere le note aromatiche floreali e fruttate dell’uva Glera, il principale vitigno utilizzato per la sua produzione.

Come fare per non sbagliarsi

Ci sono due modi infallibili per evitare brutte figure quando si vuole ordinare una bollicina: 

- il primo: usate il termine Prosecco, solo se state per scegliere un vino prodotto tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia prodotto con uve Glera. Non si può chiamare Prosecco un vino prodotto in altre regioni d'Italia. 

- il secondo: se non sapete se scegliere un Prosecco, un Franciacorta, un Trento Doc o uno Champagne, meglio parlare più in generale di "Bollicina", termine gergale ma che esprime il desiderio di consumare un vino spumante o frizzante senza dichiararsi sulla tipologia.

La differenza è anche nel prezzo

Vino spumante, vino frizzante e prosecco hanno prezzi completamente differenti. Un vino prodotto con metodo classico (detto anche champenoise) ha un prezzo nettamente superiore in quanto il processo produttivo è più lungo e laborioso. Il Metodo Classico è tipico degli Champagne e dei Crémant, in Francia; dei Franciacorta nella zona collinare situata tra Brescia e l'estremità meridionale del Lago d'Iseo, in Lombardia; e dei Trento Doc che comprende territori della provincia di Trento ubicati nella Valle dell'Adige, nella Valle di Cembra, nella Vallagarina, nella Valle del Sarca, nella Valsugana e nelle Valli Giudicarie. Nel resto d'Italia ci sono tantissime altre aziende vitivinicole che producono Spumanti vinificati con Metodo Classico, ma al di fuori delle zone sopra citate, non vi sono denominazioni che possano caratterizzare il territorio. Il Prosecco, come abbiamo visto, viene prodotto con metodo Charmat o Martinotti, pertanto ha un prezzo sul mercato più basso. Chi sceglie il Prosecco invece di uno spumante prodotto con Metodo Classico, ricerca maggiore freschezza e maggiore "schiettezza" nel vino. Chi sceglie un vino semplicemente frizzante, invece, potrebbe incorrere in prodotti mediocri, dal prezzo sicuramente più accattivante, ma senza una reale valorizzazione delle caratteristiche organolettiche tipiche delle uve utilizzate. Tuttavia, il vino frizzante può comunque rappresentare una scelta interessante per chi cerca un vino leggero e fresco, adatto a momenti informali e a un consumo quotidiano.

Rossini: il cocktail fresco e versatile a base di prosecco

27/10/2024
da Giovanni Mastropasqua

Fresco ed elegante, il Rossini è un cocktail a base di prosecco conosciuto in tutto il mondo per la sua incredibile versatilità, che lo rende perfetto per ogni occasione. In questo articolo, scopriamo insieme la sua storia, la sua ricetta originale e le sue varianti più moderne.

La storia del Rossini: origine, ingredienti e preparazione del cocktail a base di prosecco

Nato come una variante di altri celebri cocktail italiani a base di prosecco, tra cui il Bellini e il Mimosa, il Rossini deve il suo nome al compositore italiano Gioachino Rossini, le cui composizioni musicali armoniose e raffinate si propone di omaggiare con il suo carattere semplice ed elegante. La semplicità è infatti una delle caratteristiche principali del cocktail, che si prepara con pochi ingredienti ma di altissima qualità:

  • il prosecco, che con le sue bollicine fini è l’ingrediente base del Rossini;
  • le fragole fresche, che devono essere ben mature e dolci;
  • lo zucchero, l’ingrediente opzionale utilizzato da alcuni barman per esaltare la dolcezza naturale delle fragole.

La preparazione del cocktail Rossini e le principali varianti

Come i suoi ingredienti, anche la preparazione del Rossini è incredibilmente semplice e richiede solamente pochi minuti.

1. Prepara le fragole: lava accuratamente le fragole e rimuovi il picciolo. Metti le fragole in un frullatore e riducile a una purea liscia. Se desideri, puoi aggiungere un cucchiaino di zucchero per esaltarne il sapore.

2. Filtra la purea: per un cocktail più elegante e setoso, passa la purea di fragole attraverso un colino fine, in modo da eliminare eventuali semi e ottenere una consistenza vellutata.

3. Versa la purea in un calice da spumante o in un bicchiere da cocktail;

4. Aggiungi il prosecco: versa delicatamente il prosecco sulla purea di fragole, mescolando leggermente per amalgamare gli ingredienti. Attenzione a non mescolare troppo energicamente per non far svanire le bollicine!

5. Guarnisci il bicchiere con una fragola fresca o una fetta di limone e servi il cocktail.

Semplice ed incredibilmente versatile, il Rossini può essere preparato anche con uno spumante analcolico o della soda, con fragole surgelate (se non si hanno a disposizione quelle fresche), ma anche con dei frutti di bosco, come lamponi o mirtilli, per donargli maggiore complessità. Insomma, il cocktail Rossini, in versione originale o rivisitata, è veramente adatto a tutti e a tutte le occasioni.

Prosecco e cucina autunnale: guida ai migliori accostamenti

10/10/2024
da Giovanni Mastropasqua

Con l’arrivo dell’autunno e l’affermarsi dei colori e dei sapori caldi e avvolgenti di ingredienti tipicamente autunnali quali funghi, castagne, tartufi e zucche, il prosecco emerge come nota fresca e vivace, perfetta per accompagnare le prime ricette stagionali. Prodotto principalmente in Veneto e Friuli Venezia Giulia, il prosecco si distingue infatti per la sua leggerezza, le sue note fruttate e floreali e la sua vivace acidità; tutte caratteristiche che lo rendono adatto anche alla stagione autunnale! In questo articolo, scopriremo insieme gli abbinamenti più interessanti tra piatti autunnali e prosecco.

Come abbinare il prosecco ai piatti tipici della stagione autunnale

Ricca di sapori intensi e avvolgenti, la stagione autunnale è perfetta per sperimentare nuovi abbinamenti enogastronomici con il prosecco: vediamone alcuni!

  1. Funghi e prosecco Brut. L'autunno è la stagione dei funghi freschi, che diventano protagonisti di risotti, tagliatelle, polente, zuppe e torte salate e che, con le loro caratteristiche note terrose si abbinano alla perfezione con un prosecco Brut, secco e dall’acidità vivace. La bollicina italiana è infatti ideale per bilanciare l’intensità dei funghi, esaltandone le note terrose senza mai sovrastarle.
  1. Zucca e prosecco Extra Dry. La dolcezza naturale della zucca, ingrediente chiave di molte ricette autunnali come vellutate, ravioli ripieni e torte salate, richiede un vino morbido ma capace di sgrassare il palato come il prosecco Extra Dry, che essendo leggermente più dolce del Brut, riesce ad armonizzarne la consistenza vellutata e il sapore delicato.
  1. Castagne e prosecco Superiore. Le castagne, arrostite o utilizzate come ingrediente principale di zuppe e dessert, evocano immediatamente il calore tipico della stagione autunnale. Con le loro note dolci e leggermente affumicate, si legano perfettamente alla struttura complessa del prosecco Superiore di Valdobbiadene.
  1. Tartufi e prosecco Millesimato. Il tartufo è uno dei protagonisti più pregiati dell’autunno, con il suo sapore deciso e aromatico. Abbinare un vino a un ingrediente così complesso può sembrare una sfida, ma un prosecco Millesimato, prodotto con le uve di un’unica vendemmia e caratterizzato da maggiore raffinatezza e persistenza gustativa, può essere la scelta ideale per bilanciare l’intensità del tartufo senza coprirne le sfumature caratteristiche.
  1. Piatti di carne bianca e prosecco rosé. Con l’arrivo dell’autunno, aumenta anche il consumo di carni bianche come pollo, coniglio e anatra, spesso cucinate con spezie e salse autunnali a base di frutta o vino. Il prosecco rosé, con le sue note di frutti rossi e la sua bollicina fine persistente, si abbina perfettamente a questi piatti, bilanciandone la ricchezza.
  1. Cacciagione e prosecco col fondo. Con l’arrivo dell’autunno, molti ristoranti iniziano a proporre piatti a base di cacciagione, come il fagiano, il cinghiale o la lepre, spesso cotti a lungo e accompagnati da salse dal sapore intenso. Questi piatti tipicamente autunnali richiedono un vino come il prosecco col fondo che, conosciuto per la sua peculiarità di riportare alla base della bottiglia il cosiddetto “fondo”, composto da residuo di lieviti, è capace di tenergli testa senza però essere troppo invadente.
  1. Dolci autunnali e prosecco Dry. Quando si parla di dessert, l’autunno porta in tavola crostate di frutta, torte di mele, castagne, cioccolato e zucca. Per esaltarne la dolcezza naturale, la scelta ideale è un prosecco Dry che, con il suo residuo zuccherino più elevato, riesce ad equilibrare i dessert senza risultare stucchevole: una torta di mele calda, arricchita da spezie come la cannella e il chiodo di garofano e servita con un calice di prosecco Dry, è un finale perfetto per un pasto autunnale.

Insomma, l'autunno offre una vasta gamma di sapori che il giusto prosecco riesce ad esaltare e valorizzare. Dai piatti di funghi alle torte di mele, la bollicina italiana per eccellenza dimostra ancora una volta di essere un vino estremamente versatile, capace di accompagnare piatti ricchi e avvolgenti senza mai sovrastarli. Che sia Brut, Extra Dry, Dry, Superiore, Millesimato, rosé o col fondo, ogni tipologia di prosecco trova infatti il suo abbinamento ideale nella cucina tipica della stagione autunnale.

Perché il prosecco costa meno dello champagne: le ragioni dietro alla differenza di prezzo

05/10/2024
da Giovanni Mastropasqua

Bollicine conosciute e consumate in tutto il mondo, il prosecco e lo champagne si posizionano sul mercato con una sostanziale differenza di prezzo. Mentre una bottiglia di champagne è infatti sempre considerata una scelta di lusso a causa del suo costo elevato, il prosecco è generalmente molto più accessibile. Ma quali sono le ragioni che si celano dietro a questa differenza di prezzo? Analizziamole insieme!

Prosecco vs champagne: quali sono i fattori che influenzano il prezzo

La differenza di prezzo tra prosecco e champagne è la conseguenza diretta di diversi fattori, tra cui la zona e il metodo di produzione, le varietà di uve utilizzate, il processo di invecchiamento, il posizionamento di mercato e la legge della domanda e dell’offerta. Vediamoli nel dettaglio.

La zona di produzione

Una delle principali ragioni della differenza di prezzo tra prosecco e champagne risiede nella rispettiva zona di produzione. Lo champagne viene infatti prodotto in una regione specifica della Francia, chiamata appunto Champagne, che gode di una denominazione d’origine controllata (AOC) e di un terreno costituito da un substrato di gesso che dona al vino caratteristiche particolari ma che, al tempo stesso, rende la produzione molto costosa (considerando anche la limitata estensione del territorio!). Il prosecco, invece, viene prodotto in Veneto e in Friuli-Venezia Giulia, nel nord-est dell'Italia, e la sua denominazione di origine controllata (DOC) copre una superficie molto più ampia e, di conseguenza, ha un’offerta più vasta a costi inferiori rispetto alla regione della Champagne.

Il metodo di produzione

Un altro importante fattore che influisce sulla differenza di prezzo tra prosecco e champagne è il metodo di produzione. Mentre infatti lo champagne viene prodotto con il metodo classico (o metodo champenoise), che prevede una seconda fermentazione direttamente in bottiglia e richiede molto tempo, lavoro manuale e attrezzature specifiche per gestire le fasi della seconda fermentazione e della sboccatura (l’eliminazione del sedimento che si accumula durante la fermentazione), il prosecco utilizza principalmente il metodo Martinotti-Charmat, che prevede la fermentazione in grandi serbatoi di acciaio inox (autoclavi) piuttosto che in bottiglia, è più rapido e richiede meno manodopera e risorse tecniche, consentendo di produrre grandi quantità di vino in tempi relativamente brevi. A differenza del metodo classico, quindi, il metodo Martinotti-Charmat è più veloce, meno costoso e meno complesso, giustificando così il prezzo inferiore del prosecco rispetto allo champagne.

Le varietà di uve utilizzate

Le varietà di uve utilizzate per produrre il prosecco e lo champagne sono un altro fattore fondamentale per giustificare la differenza di prezzo tra le due bollicine. Lo champagne si ottiene infatti dalla combinazione di tre vitigni principali, Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier, che richiedono un'attenzione meticolosa sia in fase di coltivazione che di vinificazione ed hanno rese relativamente basse a causa delle altrettanto basse temperature della regione della Champagne. Il prosecco, al contrario, è prodotto prevalentemente da un'unica varietà di uva, chiamata Glera, che è più facile da coltivare nelle regioni ben più calde del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia e che ha delle rese per ettaro molto più elevate rispetto alle uve dello champagne. Questa maggiore produttività ne riduce ulteriormente i costi di produzione. 

Il processo di invecchiamento

Il processo di invecchiamento è un altro fattore che influisce pesantemente sul prezzo delle bollicine. Mentre lo champagne deve invecchiare per almeno 15 mesi (o per un periodo anche più lungo per le versioni millesimate) e presenta quindi un processo di invecchiamento prolungato che comporta costi elevati, poiché richiede spazio nelle cantine, monitoraggio continuo e un’immobilizzazione del capitale, il prosecco è un vino pensato per essere consumato giovane, spesso entro un anno dalla vendemmia, non richiede un periodo di invecchiamento, viene immesso rapidamente sul mercato ed ha quindi bassi costi di stoccaggio.

Il posizionamento di mercato

Anche il posizionamento di mercato gioca un ruolo cruciale nella definizione del prezzo. Da un lato lo champagne, che ha costruito nel corso dei secoli un'immagine di lusso e prestigio, grazie alla sua associazione con celebrazioni, eventi mondani e un marketing fortemente orientato all'esclusività; dall’altro il prosecco che, al contrario, è stato storicamente commercializzato come un prodotto più accessibile, perfetto per aperitivi o per occasioni quotidiane, e che oggi, nonostante abbia guadagnato popolarità internazionale, soprattutto nel Regno Unito e negli Stati Uniti, continua ad essere percepito come un'alternativa più economica e informale rispetto allo champagne.

La domanda e l’offerta

C’è ancora un ultimo fattore in grado di influenzare la differenza di prezzo tra prosecco e champagne: la legge della domanda e dell’offerta. Poiché la produzione di champagne è limitata dalla rigida regolamentazione dell’AOC e dalle condizioni geografiche della regione, l’offerta è molto limitata. Al contrario, il prosecco viene prodotto in quantità molto più elevate, grazie alla maggiore disponibilità di terreni e alle condizioni favorevoli per la viticoltura, generando così un’offerta più ampia per far fronte ad una domanda che, seppur crescente, non raggiunge quella dello champagne e rende quindi la bollicina italiana più economica rispetto a quella francese.

In definitiva, il prezzo più basso del prosecco rispetto allo champagne è il risultato di una combinazione di fattori, tutti responsabili della definizione di due esperienze di consumo completamente diverse: informale e accessibile il prosecco, prestigioso lo champagne.

Private Preserve Spray: il metodo infallibile per conservare il prosecco anche dopo l’apertura

30/09/2024
da Giovanni Mastropasqua

Pensato per conservare la freschezza e la qualità del prosecco anche dopo l’apertura, il Private Preserve Spray utilizza una miscela di gas inerti per proteggere la bollicina dall’ossidazione che ne comprometterebbe rapidamente il sapore e l’effervescenza. In questo articolo, ne analizzeremo il funzionamento e ne dimostreremo l’efficacia.

Il ruolo del Private Preserve Spray nella conservazione del prosecco: come si utilizza e quali sono i vantaggi

Ideale per mantenere la freschezza e il perlage del prosecco una volta aperto, il Private Preserve Spray crea una barriera tra il liquido e l’aria all'interno della bottiglia, impedendo che l’ossigeno interagisca con la bollicina. Quando si apre una bottiglia di prosecco, infatti, l’ossigeno entra in contatto con il liquido e inizia un processo di deterioramento, chiamato ossidazione, che ne altera progressivamente il sapore, gli aromi e la qualità. Dopo aver versato la bollicina e prima di richiuderla con il tappo è quindi fondamentale spruzzare, per pochi secondi, il Private Preserve Spray all’interno della bottiglia per fare in modo che i gas inerti contenuti nello spray, che sono più pesanti dell’aria, scendano sulla superficie del prosecco, formando una barriera che impedisca all’ossigeno di entrare in contatto con la bollicina. Non reagendo chimicamente con il liquido, infatti, i gas non alterano il sapore del prosecco e lo spray che li contiene aiuta a mantenerne intatti aromi e bollicine, anche per diversi giorni dopo l’apertura. Ma oltre a prolungare la freschezza del prosecco, il Private Preserve Spray permette anche di evitare gli sprechi, consentendo a privati e ristoratori di non buttare le bottiglie di prosecco aperte bensì di conservarle per un’eventuale occasione successiva. E nel caso dei privati, l’utilizzo del Private Preserve Spray si estende perfino a cene o eventi fuori casa, grazie alle sue dimensioni compatte che lo rendono pratico e portatile.

I gas inerti del Private Preserve Spray

I gas inerti contenuti nel Private Preserve Spray sono stati selezionati per le loro proprietà chimiche e fisiche che li rendono particolarmente efficaci nella conservazione del prosecco. Per questo motivo, lo spray è composto da:

  • azoto, che non si dissolve facilmente nei liquidi, previene la formazione di batteri e microrganismi che potrebbero degradare la qualità della bollicina e aiuta a spingere l’ossigeno fuori dalla bottiglia, rallentando l'ossidazione;
  • argon che, essendo più pesante dell'ossigeno e dell'azoto, si posiziona direttamente sulla superficie del prosecco, creando una barriera fisica tra il liquido e l'aria;
  • anidride carbonica, che viene usata in piccole quantità per evitare che l'eccessiva pressione alteri il perlage del prosecco.

Perché utilizzare il Private Preserve Spray: l'importanza della conservazione del prosecco

La conservazione del prosecco richiede particolare attenzione rispetto ai vini fermi a causa della presenza dell’anidride carbonica, responsabile del perlage. Quando una bottiglia di prosecco viene aperta, infatti, l'esposizione all'ossigeno non solo avvia il processo di ossidazione, che degrada gli aromi e i sapori, ma porta anche alla rapida dispersione dell'effervescenza, influenzando la percezione del gusto e dimostrando che il perlage non è, come a volte erroneamente si pensa, solo una questione estetica. Senza una corretta conservazione quindi, il prosecco perde molto rapidamente la sua vivacità e freschezza perché l'ossigeno dissolve progressivamente l'anidride carbonica, facendo svanire le bollicine e alterando gli aromi delicati che lo caratterizzano. Per questo motivo, utilizzare il Private Preserve Spray diventa cruciale per conservare il prosecco dopo l’apertura, proteggendone non solo il sapore, ma anche la consistenza e la struttura.

Per noi, produttori di prosecco di alta qualità, è imprescindibile che ogni calice possa essere gustato al meglio, anche quando una bottiglia viene aperta e non finita subito. Il Private Preserve Spray è una soluzione eccellente per conservare il nostro prosecco e mantenere inalterate le sue qualità organolettiche nel tempo. 

Il ruolo del perlage nella degustazione del prosecco: perché è importante

28/09/2024
da Giovanni Mastropasqua

Quando si parla di prosecco, uno degli elementi distintivi e più affascinanti è senza dubbio il suo perlage. Ma che cos’è esattamente il perlage e perché gioca un ruolo così importante nell’esperienza di degustazione del prosecco? Ne parliamo in questo articolo!

 

Il perlage del prosecco: un indicatore di qualità

Termine utilizzato per descrivere l'insieme delle bollicine che si formano nei vini spumanti a seguito della fermentazione, il perlage indica precisamente la finezza, la persistenza e la velocità con cui le bollicine risalgono verso la superficie del bicchiere. Le bollicine nascono infatti dall'anidride carbonica prodotta durante la fermentazione e, oltre ad essere visivamente piacevoli, costituiscono un importantissimo indicatore di qualità, capace di esaltare gli aromi e donare freschezza ad ogni vino spumante, influenzandone così l’esperienza gustativa.


Le caratteristiche del perlage del prosecco

Il perlage è uno degli elementi che contribuisce maggiormente a definire l’eleganza e la freschezza caratteristica del prosecco. Tra le qualità principali, che giocano un ruolo essenziale nell’esperienza sensoriale, spiccano: 

1. la finezza, indice di bollicine piccole e delicate che derivano da una fermentazione accurata, tipica dei prosecchi DOC e DOCG. Bollicine troppo grandi, al contrario, possono indicare un processo di fermentazione meno raffinato;

2. la persistenza, ovvero la presenza di un perlage continuo e duraturo: affinché la struttura del prosecco sia vivace e ben bilanciata, le bollicine dovrebbero continuare a risalire nel bicchiere per diversi minuti;

3. la vivacità, che è un indicatore di freschezza: le bollicine devono avere un movimento costante e vivace, ma mai eccessivo, al fine di non alterare gli aromi e i sapori tipici del prosecco.

Il perlage fine e persistente del prosecco non è quindi solo un piacere per gli occhi, ma contribuisce in modo significativo alla sua degustazione, amplificandone le sensazioni fresche e fruttate e contribuendo a sprigionare i suoi aromi tipici, come la mela verde, la pera e i fiori bianchi. Sul palato, le bollicine aggiungono una piacevole sensazione tattile, rendendo il sorso leggero e scorrevole, senza risultare invasivo, e creando quell’equilibrio tra eleganza e vivacità che ha reso il perlage del prosecco unico e apprezzato in tutto il mondo.

 
Come valorizzare il perlage del prosecco: il segreto nel servizio

Per valorizzare al meglio il perlage del prosecco, è importante prestare attenzione ad alcuni dettagli legati alla temperatura di servizio, al bicchiere utilizzato e alla corretta apertura della bottiglia. Questi accorgimenti permettono infatti di esaltare la finezza e la persistenza delle bollicine, rendendo l’esperienza di degustazione più piacevole e raffinata.

  • Il prosecco va servito a una temperatura compresa tra i 6°C e gli 8°C, un intervallo che garantisce che le bollicine rimangano vivaci e persistenti, senza disperdersi rapidamente. Temperature troppo alte farebbero infatti svanire il perlage, mentre se il vino fosse eccessivamente freddo, rischierebbe di mascherare i suoi stessi aromi. Si consiglia pertanto di mantenere il prosecco in un secchiello con ghiaccio o in frigorifero prima di servirlo.
  • Il calice più adatto per valorizzare il perlage del prosecco è quello a tulipano che, con la sua forma leggermente più ampia alla base e stretta in cima, permette di concentrare gli aromi e allo stesso tempo di esaltare la persistenza delle bollicine. La flûte, pur essendo tradizionalmente associata agli spumanti, limita leggermente la diffusione dei profumi, mentre la coppa larga disperde troppo rapidamente il perlage.
  • L’apertura della bottiglia di prosecco deve essere controllata, facendo ruotare lentamente la bottiglia mentre si tiene fermo il tappo. È infatti importante evitare che il tappo esca con un botto rumoroso, poiché ciò potrebbe causare una perdita eccessiva di anidride carbonica, compromettendo la freschezza delle bollicine.
  • Il prosecco va versato con attenzione, inclinando leggermente il bicchiere per ridurre l’impatto del vino sulla superficie e mantenere intatto il perlage: versarlo troppo velocemente potrebbe infatti far evaporare le bollicine più rapidamente, riducendone la vivacità.

Seguendo questi semplici accorgimenti, sarà possibile esaltare al massimo il perlage del prosecco, garantendo un’esperienza di degustazione elegante e appagante, in cui le bollicine svolgeranno il loro ruolo da protagoniste.

 

 

Le origini dello Spritz: il cocktail veneto simbolo dell’aperitivo italiano

12/09/2024
da Giovanni Mastropasqua

Originario del Veneto, lo spritz viene oggi riconosciuto, in tutto il mondo, come il simbolo per eccellenza dell’aperitivo italiano: fresco, semplice e versatile. In questo articolo, ne esploreremo le origini, la storia e scopriremo le sue numerose varianti.

La storia dello spritz: origine ed evoluzione del cocktail veneto

Le origini dello spritz risalgono al XIX secolo, epoca in cui il nord-Italia era dominato dall’impero austro-ungarico. Si racconta infatti che i soldati austriaci, stanziati in Veneto, trovassero i vini locali troppo forti rispetto a quelli a cui erano abituati e che chiedevano quindi ai camerieri di "spruzzare" (in tedesco "spritzen") acqua frizzante nel vino per diluirlo. Da questa semplice combinazione tra vino e acqua gassata nacque l'idea dello spritz, la cui ricetta si è evoluta nel corso degli anni, sostituendo prima la semplice acqua con la soda e includendo poi ingredienti più complessi come l’Aperol, il Select o il Campari. Il grande successo dello spritz si deve infatti proprio all’introduzione dell’Aperol negli anni ’50, che ha conferito al drink il suo caratteristico colore arancione e il suo gusto dolce-amaro.

Spritz Aperol: la ricetta originale

La ricetta originale dello spritz, nella sua versione più tradizionale e popolare con Aperol, è semplice e richiede pochi ingredienti:

  • 3 parti di prosecco
  • 2 parti di Aperol
  • 1 parte di soda (o acqua frizzante)
  • ghiaccio
  • 1 fetta di arancia per guarnire

Per preparalo, si riempie un bicchiere da vino con del ghiaccio, si versa prima il prosecco seguito dall’Aperol e si aggiunge una spruzzata di soda per dare un tocco di freschezza e completare il drink. Si mescola delicatamente per amalgamare gli ingredienti, si guarnisce con una fetta di arancia, et voilà, lo spritz Aperol è pronto!

Le varianti dello spritz Aperol

Lo spritz, sebbene nella sua versione più famosa sia preparato con Aperol, ha dato vita a numerose varianti regionali e internazionali che offrono diverse sfumature di gusto. Ogni variante riflette infatti la creatività e le preferenze locali, mantenendo però la base del cocktail originale. Ecco alcune delle più conosciute:

  1. spritz Campari, per chi preferisce un gusto più deciso e amaro. Viene preparato con le stesse proporzioni della versione classica, sostituendo però l'Aperol con il Campari e conferendo quindi al cocktail un colore rosso più intenso e un sapore più robusto;
  1. spritz Select, che è la variante più popolare a Venezia, dal gusto equilibrato dolce-amaro. Anche in questo caso, le porzioni sono le stesse della versione classica, ma l’Aperol viene sostituito con il Select e la fettina di arancia con l’oliva verde;
  1. spritz al Vermouth, per chi ama i sapori complessi. Questo cocktail rappresenta una versione più sofisticata dello spritz tradizionale, che utilizza il vermouth rosso al posto dell’Aperol o del Campari ed ha quindi un sapore più profondo e speziato;
  1. spritz Cynar che, pur mantenendo la freschezza dello spritz, aggiunge al cocktail un’interessante profondità aromatica, dal sapore erbaceo e complesso. In questo caso, si consiglia di guarnire il bicchiere con una fettina di limone;
  1. spritz Hugo, che è una versione più leggera e floreale, perfetta per chi cerca un’alternativa più dolce e delicata allo spritz Aperol. Originaria dell’Alto Adige, questa variante si prepara con 3 parti di prosecco, 2 parti di sciroppo di fiori di sambuco, 1 parte di soda, foglie di menta fresca e una fettina di limone per guarnire;
  1. spritz con bitter locali, che è tipico di molte regioni italiane, soprattutto del Trentino Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia e che viene guarnito con arancia o limone;
  1. spritz bianco, che riprende la tradizione originale dello spritz, nato come vino diluito con acqua. Questa versione prevede l’uso di vino fermo, senza l’aggiunta di Aperol o altri liquori amaricanti. Si prepara quindi con 3 parti di vino bianco fermo (preferibilmente fresco, come un Pinot Grigio o un Soave), 1 parte di soda (o acqua frizzante), del ghiaccio e una fetta di limone o lime per guarnire;
  1. spritz rosé, che è diventato popolare negli ultimi anni grazie alla sua freschezza e al suo colore delicato. In questa versione, il prosecco viene sostituito con un vino spumante rosato, spesso accompagnato da un liquore leggero come il Pampelle, a base di pompelmo, frutto che viene anche utilizzato come guarnizione.

Le varianti che abbiamo appena descritto mostrano la versatilità dello spritz, un cocktail che si adatta facilmente a nuovi sapori, mantenendo però intatta la sua identità di aperitivo fresco e leggero. Ma se lo si vuole rendere ancora più speciale, si può provare ad utilizzare del ghiaccio aromatizzato (cubetti di ghiaccio fatti con infusi di erbe come rosmarino o lavanda), della frutta fresca come frutti di bosco, fettine di pesca e lime, o delle erbette fresche come menta, basilico e rosmarino.

Prosecco e salumi: come creare l’abbinamento perfetto

05/09/2024
da Giovanni Mastropasqua

L’abbinamento tra cibo e vino è un’arte che richiede una conoscenza approfondita delle caratteristiche organolettiche di entrambi, affinché si crei un equilibrio che ne valorizzi appieno le qualità. Fattori come la struttura, l'acidità, la dolcezza e l'intensità aromatica del vino saranno quindi fondamentali per creare abbinamenti capaci di esaltare i sapori di piatti leggeri e delicati o più intensi e strutturati. In questo articolo, scopriremo insieme come combinare l’incredibile versatilità del prosecco, declinata nelle versioni Brut, Dry ed Extra Dry, con la vasta gamma di sapori, dal dolce allo speziato, delle numerosissime varietà di salumi.

Abbinamento prosecco-salumi: quali sono gli aspetti da non sottovalutare

Il segreto per creare un abbinamento prosecco-salumi che si possa definire perfetto è non tralasciare nessun dettaglio. Dovrete quindi valutare:

  1. l'intensità dei sapori: il prosecco, grazie alla sua naturale freschezza e alle sue note fruttate, si combina perfettamente con le diverse intensità dei salumi. Il prosecco Extra Dry, con la sua leggera dolcezza, si sposa particolarmente bene con salumi delicati come il prosciutto crudo, mentre il prosecco Brut, più secco, è ideale per i sapori più forti e speziati che caratterizzano, ad esempio, la soppressata;
  1. l'acidità del prosecco, che è fondamentale per bilanciare la grassezza dei salumi: un prosecco Brut, con una buona acidità, ha la capacità di pulire il palato ed è quindi perfetto per essere abbinato con salumi più grassi come la mortadella o il salame;
  1. l’equilibrio tra dolcezza e sapidità: quando abbinate il prosecco a salumi particolarmente saporiti, come il prosciutto di Parma, optate per una varietà Extra Dry che, con le sue note dolci, riesca a contrastare la sapidità del salume, creando un abbinamento equilibrato e armonioso;
  1. l’intensità aromatica: alcuni salumi, come la finocchiona, hanno profili aromatici distintivi che solo un prosecco con note fruttate e floreali, come il rosé, può amplificare e completare, creando un'esperienza gustativa complessa e appagante;
  1. la struttura del vino: per salumi più strutturati e saporiti, come il salame piccante, preferite sempre un prosecco superiore corposo e complesso.

Gli abbinamenti che vi consigliamo di provare

Ogni tipo di salume ha caratteristiche uniche ma esistono abbastanza varietà di prosecco per esaltarle tutte. Ecco alcuni abbinamenti consigliati per ottenere il massimo da questa combinazione:

  • prosciutto di Parma e prosecco Extra Dry: il prosciutto di Parma, con la sua dolcezza delicata e la sua consistenza morbida, trova un partner ideale nelle leggere note dolci e nell’acidità bilanciata del prosecco Extra Dry, che aiuta a pulire il palato dalla grassezza del salume;
  • mortadella e prosecco Brut: la mortadella, con il suo sapore ricco e speziato, richiede un prosecco Brut con una buona acidità, capace di alleggerirne l’intensità ed esaltarne le note aromatiche;
  • prosciutto cotto e prosecco Dry: il prosciutto cotto, con il suo gusto dolce e delicato, si abbina perfettamente con il prosecco Dry, noto per il suo contenuto zuccherino particolarmente elevato;
  • finocchiona e prosecco rosé: la finocchiona, aromatizzata appunto con semi di finocchio, richiede un prosecco rosé che ne completi il profilo aromatico con le sue note fruttate e ne contrasti efficacemente la grassezza con la sua acidità;
  • speck e prosecco Brut: lo speck, con il suo sapore affumicato e la sua leggera sapidità, trova un alleato perfetto nell’acidità e nella secchezza del prosecco Brut che, con le sue note fruttate, aggiunge anche una piacevole dimensione al palato, rendendo l'abbinamento ricco e armonioso.

Scegliere il prosecco giusto in base al tipo di salume che si consuma non è solo una questione di gusto, ma anche di valorizzazione e armonizzazione delle caratteristiche organolettiche di entrambi. Seguendo le nostre linee guida e sperimentando gli abbinamenti proposti, potrete creare combinazioni che non solo soddisferanno il vostro palato e quello dei vostri ospiti, ma che celebreranno anche l’eccellenza della radicata tradizione enogastronomica italiana.