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Con l’arrivo della primavera, i sapori in cucina si fanno più freschi, leggeri e profumati. Le verdure di stagione, le erbe aromatiche e la frutta colorata diventano protagonisti di piatti equilibrati e raffinati, perfetti per essere accompagnati da un buon prosecco. Grazie alla sua versatilità, infatti, il prosecco riesce ad esaltare i sapori senza sovrastarli, offrendo così un’armonia gustativa che rende ogni pasto un’esperienza piacevole e vivace. Ma quali sono gli abbinamenti migliori per la stagione in corso? In questo articolo scopriremo le combinazioni ideali tra prosecco e piatti primaverili, analizzando le caratteristiche di ogni accostamento e consigliandovi la tipologia di bollicine più adatta a valorizzare ogni sapore.
La primavera porta con sé un’esplosione di colori e sapori che si riflettono anche sulla tavola. Mentre le temperature si fanno più miti, infatti, i piatti diventano più leggeri e aromatici, ricchi di ingredienti freschi e colorati di stagione, ideali da abbinare alla freschezza, alle note fruttate e floreali e alle bollicine eleganti e vivaci di un buon prosecco.
Gli antipasti primaverili sono spesso caratterizzati da ingredienti freschi e delicati come asparagi, carciofi, fave, piselli, agrumi e pesce crudo. Un’ottima scelta per accompagnarli è, per questo, il Prosecco Brut che, con la sua acidità equilibrata e le sue bollicine fini, valorizza la delicatezza degli ingredienti esaltandone il gusto. Ecco alcuni esempi:
Come gli antipasti, anche i primi piatti in questa stagione sono spesso a base di verdure, fiori di zucca ed erbe aromatiche, con condimenti leggeri ma ricchi di profumi. In questo caso, però, è il Prosecco Extra Dry a rappresentare l’abbinamento ideale, complici il suo leggero residuo zuccherino, le sue note fruttate e la sua leggera morbidezza, capaci di bilanciare il sapore dolce e delicato di preparazioni come:
A differenza degli antipasti e dei primi piatti, capaci di adattarsi ad un’unica tipologia di prosecco, i secondi piatti richiedono una distinzione tra:
Per concludere il pasto, il Prosecco Demi-Sec rappresenta il compagno ideale di dessert primaverili a base di frutta, quali:
Il prosecco è un vino estremamente versatile, capace di accompagnare piatti freschi e leggeri tipici della primavera senza mai sovrastarli. Dall’antipasto al dessert, le sue bollicine eleganti e il suo profilo aromatico lo rendono perfetto per esaltare ogni sfumatura di sapore.
Nel cuore delle colline di Conegliano e Valdobbiadene, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, la Primavera del Prosecco Superiore festeggia quest’anno il suo trentesimo anniversario. Nata come una serie di piccole mostre locali e cresciuta fino a diventare un evento di riferimento per gli appassionati di enogastronomia e turismo esperienziale, la Primavera del Prosecco Superiore rappresenta oggi un vero e proprio viaggio alla scoperta del Prosecco Superiore DOCG, delle sue sfumature e del suo legame indissolubile con il territorio.
Ha avuto inizio il 14 marzo la trentesima edizione della Primavera del Prosecco Superiore che si protrarrà fino all’8 giugno, offrendo ai visitatori la possibilità di conoscere le cantine locali, partecipare a degustazioni guidate e immergersi nelle atmosfere suggestive dei piccoli borghi che le ospiteranno. Ogni mostra del vino è infatti un’occasione non solo per degustare le migliori espressioni del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, ma anche per scoprire altre eccellenze e prodotti tipici locali. Ecco le principali mostre in programma:
Oltre a questi appuntamenti, strettamente legati al vino, la manifestazione offre passeggiate naturalistiche, percorsi in bici tra i vigneti, escursioni alla scoperta delle osterie tipiche e delle antiche pievi e persino esperienze di degustazione all’alba o al tramonto con vista sulle colline. Negli ultimi anni, infatti, la Primavera del Prosecco Superiore si è distinta anche per la promozione di un turismo attento all’ambiente e alla valorizzazione del territorio, portando oggi sempre più realtà vitivinicole, oltre alle cantine storiche, ad offrire visite guidate con percorsi eco-friendly, esperienze di wine trekking e incontri con i produttori per far conoscere da vicino il proprio lavoro.
Con il suo trentesimo anniversario la Primavera del Prosecco superiore si conferma quindi un evento imperdibile per gli amanti del vino e del turismo esperienziale, celebrando non solo la bollicina italiana per eccellenza ma anche il suo profondo legame con il territorio.
Bevanda raffinata e delicata, il vino presenta proprietà organolettiche che possono essere facilmente compromesse se non viene conservato correttamente. Per evitarne ossidazione e deterioramento esistono oggi diversi metodi di conservazione, tra cui quelli meccanici come la Caraffa di Savino e il Nitro Tap; vediamo insieme come funzionano.
Quando una bottiglia di vino viene aperta inizia il processo di ossidazione, ovvero l’ossigeno reagisce con i composti del vino, alterandone gradualmente il gusto e il profumo. Per questo, appassionati ed esperti del settore utilizzano frequentemente i cosiddetti metodi meccanici di conservazione, che mirano a ridurre al minimo il contatto con l’ossigeno, prolungando la durata del vino aperto senza alterarne le qualità.
A prima vista, la Caraffa di Savino sembra una comune caraffa, ma il suo design intelligente la rende un potente strumento per preservare il vino dall’ossidazione. Il suo funzionamento si basa infatti su un galleggiante interno che, riducendo il contatto con l’aria e creando una barriera tra il vino e l’ossigeno, rallenta il deterioramento del vino stesso. Per sfruttarlo al meglio, tuttavia, è consigliabile versare immediatamente il vino nella caraffa dopo l’apertura della bottiglia, chiudere il tappo ermetico, che impedisce l’ingresso di ulteriore ossigeno, e conservare la caraffa in un luogo fresco, come una cantinetta o il frigorifero: ciò consente di mantenere il vino fresco per diversi giorni senza che se ne alterino struttura e sapori.
Il Nitro Tap è un altro metodo meccanico di conservazione che sfrutta l’uso di gas inerti, in particolare l’azoto, capace di creare uno strato protettivo che impedisce all’ossigeno di entrare in contatto con il liquido. Questo sistema è molto apprezzato nella ristorazione e nelle enoteche, ma può essere utilizzato anche a casa. Dopo aver aperto la bottiglia, sarà infatti sufficiente applicare il tappo al nitrato, dotato di valvola e collegato alla bottiglia da una bomboletta di azoto, che rilascerà il gas inerte all’interno della bottiglia stessa, creando uno strato protettivo sopra il vino, impedendo l’ingresso di ossigeno e rallentando quindi l’ossidazione.
Il Nitro Tap è ideale per la conservazione di bottiglie aperte per giorni o settimane. Al contrario della Caraffa di Savino, inoltre, non richiede travaso, evitando il rischio di contaminazione o sprechi, ed è perfetto non solo per conservare correttamente i vini fermi ma anche per mantenere l’effervescenza dei vini frizzanti. Entrambi i metodi, tuttavia, rappresentano alternative valide ai tradizionali tappi sottovuoto e ai wine preserver chimici, garantendo una conservazione ottimale del vino senza alterarne il gusto. Se si desidera un metodo semplice ed elegante per conservare il vino per alcuni giorni, la Caraffa di Savino è una soluzione pratica e senza necessità di gas aggiuntivi. Se invece si vuole prolungare la durata del vino per settimane senza travasi e con una maggiore protezione dall’ossigeno, il Nitro Tap è la scelta migliore, specialmente per chi consuma più bottiglie aperte in parallelo.
Cocktail semplice ma raffinato, composto da succo d’arancia e prosecco, il Mimosa presenta una tonalità luminosa e una freschezza ideali per accompagnare i più disparati momenti conviviali, dai brunch tra amici, alle cene più intime con il proprio partner e con la propria famiglia, fino alla celebrazione della Giornata Internazionale delle Donne. Il nome del cocktail è infatti un omaggio all’omonimo fiore, la Mimosa, di cui richiama non solo il caratteristico colore dorato ma anche il forte carattere simbolico. Scopriamo allora insieme com’è nato e come si è evoluto, negli ultimi anni, il cocktail Mimosa.
L’invenzione del Mimosa viene attribuita a Frank Meier, barman dell’Hôtel Ritz di Parigi che, negli anni ’20, avrebbe (almeno secondo alcuni) rivisitato il Buck’s Fizz, un drink simile, ma caratterizzato da una maggiore quantità di spumante rispetto al succo d’arancia, nato pochi anni prima a Londra.
Nonostante la sua semplicità di preparazione, il cocktail Mimosa deve risultare fresco ed equilibrato al palato; sensazione che è possibile generare solamente utilizzando ingredienti di altissima qualità. La scelta del vino spumante, in particolare, gioca un ruolo chiave e il prosecco, con le sue note fruttate e la sua effervescenza fine, si rivela un’alternativa ideale rispetto allo champagne, capace di conferire al cocktail una maggiore freschezza e leggerezza.
Pur essendo perfetto nella sua versione classica, soprattutto in abbinamento a piatti e dessert delicati come tartine con formaggio cremoso, carpaccio di pesce bianco e torte agli agrumi, il Mimosa si presta a interessanti varianti, quali:
Che sia nella sua versione classica o arricchito da note fruttate, esotiche o speziate, il Mimosa, semplice, versatile e raffinato, è oggi il cocktail ideale per celebrare momenti speciali e per rendere omaggio alle donne in ogni occasione.
La potatura invernale della vite è una delle operazioni agronomiche più importanti per garantire una produzione di uva sana e di qualità, anche nella coltivazione del Glera, il vitigno alla base del prosecco. Questo intervento, che si svolge nei mesi più freddi dell'anno, permette infatti di gestire lo sviluppo della pianta, di migliorare la resa produttiva e di prevenire eventuali malattie. Scopriamo insieme come.
Pianta a foglia caduca, la vite, in inverno, entra in una fase di riposo vegetativo che appare ideale per la potatura, in quanto:
Il periodo ideale per la potatura invernale della vite varia in base al clima e alla varietà coltivata (precoce o tardiva), ma in generale:
Nel caso specifico del prosecco, la potatura viene eseguita con il sistema a Guyot, in un periodo variabile tra dicembre e marzo, per garantire un equilibrio ottimale tra produzione e qualità dell'uva Glera.
Il sistema a Guyot, o potatura lunga, richiede attenzione nella scelta dei tralci da lasciare, per garantire equilibrio tra resa e qualità dell’uva. Si contrappone al metodo a sperone (potatura corta), che prevede il mantenimento di pochi nodi per una produzione minore ma di qualità superiore.
Potatura lunga e corta possono essere combinate lasciando speroni per la produzione futura e un tralcio lungo per la fruttificazione nell'anno successivo.
Prima di iniziare la potatura, gli addetti:
La potatura invernale è fondamentale per ottenere una produzione di uva sana e di qualità, anche per il prosecco. Conoscere le tecniche corrette e i tempi giusti aiuta a mantenere le viti in salute, garantendo vendemmie abbondanti e vini eccellenti.
Variante della classica e più conosciuta cheesecake, la cheesecake al prosecco unisce le note aromatiche della bollicina italiana con la consistenza cremosa del formaggio spalmabile, dando vita a un dessert fresco e avvolgente, ideale per ogni occasione. Vediamo insieme, passo dopo passo, dalla scelta degli ingredienti all’impiattamento, come prepararla.
Nonostante la cheesecake sia un dolce di origini anglosassoni, la sua eccezionale versatilità ha permesso, negli anni, a pasticceri di tutto il mondo di declinarla in numerose varianti, tra cui quella al prosecco senza cottura. Base, crema e topping di ogni ricetta possono quindi assomigliarsi oppure essere completamente diversi, dando origine a versioni e gusti ogni volta nuovi.
Una volta recuperati tutti gli ingredienti necessari, potrai procedere con la preparazione della base, della crema e del topping della tua cheesecake al prosecco.
Frulla i biscotti fino a ottenere una polvere fine, sciogli il burro, mescola i due ingredienti e versa il composto in una tortiera a cerniera (del diametro di 22 cm), pressandolo bene con il dorso di un cucchiaio. Lascialo poi riposare in frigorifero per almeno 30 minuti, in modo che la base si compatti.
Metti la gelatina in ammollo in acqua fredda per 10 minuti. Nel frattempo, in una ciotola capiente, mescola il formaggio spalmabile, il mascarpone e lo zucchero a velo fino a ottenere una crema liscia. Aggiungi poi la scorza di limone, il prosecco e la gelatina precedentemente strizzata e sciolta in un pentolino con un cucchiaio di panna. Monta la panna e incorporala delicatamente alla crema, prima di versarla sulla base di biscotti, livellarla e riporla in frigorifero per almeno 4 ore.
Ammolla la gelatina in acqua fredda per 10 minuti. Nel frattempo, in un pentolino, scalda il prosecco con lo zucchero senza portare a ebollizione. Aggiungi poi la gelatina strizzata e mescola fino a completo scioglimento. Una volta sciolto, lascia intiepidire il topping e versalo delicatamente sulla cheesecake già rassodata. Riponi quindi la cheesecake in frigorifero per altre 2 ore, fino a quando il topping sarà completamente solidificato.
Una volta pronta, la tua cheesecake al prosecco sarà un dessert fresco e avvolgente, capace di conquistare tutti i tuoi ospiti al primo assaggio e ideale, realmente, per ogni occasione.
Il prosecco rosé è una delle novità più interessanti nel mondo delle bollicine italiane, capace di unire la freschezza del classico prosecco con la raffinata eleganza del Pinot Nero. Il suo successo è in continua crescita, grazie al suo profilo aromatico fruttato e alla sua versatilità a tavola. Ma come nasce questo spumante? Quali sono le sue caratteristiche distintive? Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere sul prosecco rosé.
Il prosecco DOC rosé è stato ufficialmente riconosciuto nel 2020, quando il Consorzio di Tutela del Prosecco ha ottenuto l’approvazione per questa nuova denominazione, ma l’idea di creare una versione rosata e quindi nuova del prosecco esisteva già da tempo. Variante del prosecco DOC, il prosecco rosé unisce oggi le uve Glera (minimo 85%) con una percentuale di Pinot Nero (tra il 10 e il 15%), responsabile del suo colore rosato e delle sue caratteristiche aromatiche più complesse.
Come il prosecco tradizionale, anche il prosecco rosé viene prodotto con il metodo Martinotti-Charmat, che prevede una seconda fermentazione in autoclave per almeno 60 giorni, garantendo freschezza ed esaltando gli aromi fruttati, ma la sua produzione avviene esclusivamente nelle zone del Prosecco DOC, che si estendono tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia e che prevedono regole precise di vinificazione.
Dopo averle raccolte separatamente, infatti, le uve Glera vengono pressate delicatamente per ottenere un mosto chiaro, che fermenta a temperatura controllata per preservare gli aromi fruttati, mentre le uve Pinot Nero vengono vinificate in rosso, ovvero fermentano con le bucce per estrarre colore e struttura. I due vini vengono poi assemblati per ottenere il colore rosato desiderato e il giusto equilibrio aromatico prima di procedere alla seconda fermentazione, che sviluppa le caratteristiche bollicine e che ne arricchisce notevolmente il profilo aromatico.
Si passa quindi alla filtrazione e alla stabilizzazione; step dopo i quali il prosecco rosé viene imbottigliato e lasciato affinare per alcuni mesi prima di essere commercializzato.
Con il suo colore rosa tenue, il suo perlage fine e persistente e le sue note fruttate e floreali, il prosecco rosé è leggero, fresco e vivace, ideale da abbinare ad aperitivi e antipasti freddi, ma anche a primi e secondi piatti di terra e di mare e a dessert alla frutta, come:
Il prosecco rosé è oggi un vino estremamente versatile, capace di accompagnare con eleganza ogni momento del pasto: dai crostacei ai primi piatti delicati, dal pesce grigliato alla frutta, la sua freschezza e il suo perlage fine esaltano i sapori senza mai coprirli.
Dai grandi appuntamenti internazionali ai festival locali, il 2025 sarà un anno ricco di eventi e fiere dedicati ai più appassionati della bollicina italiana, in costante ricerca di approfondimenti, nuove etichette e incontri con i produttori. Per voi, abbiamo realizzato una selezione degli eventi imperdibili di quest’anno, in Italia e nel mondo.
Con le sue bollicine vivaci e il suo gusto fresco e fruttato, il prosecco è diventato, negli anni, il protagonista assoluto di numerosi eventi enogastronomici capaci di riunire visitatori e appassionati provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo: scopriamoli insieme!
Con un mercato in forte espansione, l’Australia ospita anche quest’anno il Prosecco Festival, un evento nato per celebrare le migliori etichette di prosecco con degustazioni e abbinamenti enogastronomici innovativi, utile anche per conoscere il ruolo del prosecco in contesti internazionali.
Evento che si svolge annualmente tra marzo e giugno nelle colline, patrimonio UNESCO, di Conegliano e Valdobbiadene, la Primavera del Prosecco Superiore offre ai propri visitatori l’opportunità di scoprire le diverse espressioni del Prosecco Superiore, attraverso degustazioni, visite organizzate nelle migliori cantine locali, incontri con i produttori e passeggiate tra i vigneti.
Anche quest’anno, in occasione del Vinitaly, la più grande fiera del vino in Italia e una delle più prestigiose al mondo, Verona accoglie produttori, sommelier e appassionati provenienti da ogni parte del mondo per presentare le migliori etichette di vino tra cui, ovviamente, anche il prosecco. Durante il Vinitaly è infatti possibile partecipare a masterclass, degustazioni guidate e incontri con esperti del settore per scoprire le ultime novità delle cantine produttrici di Prosecco DOC e DOCG.
Manifestazione ufficiale del Consorzio di Tutela del Prosecco Superiore DOCG, Vino in Villa si svolge ogni anno in un contesto suggestivo, quello del Castello di San Salvatore a Susegana, ed offre ai partecipanti un’esperienza immersiva tra vino, cultura e gastronomia locale.
Considerato uno degli eventi enologici più importanti per il settore vitivinicolo internazionale, il London Wine Fair vede ogni anno la partecipazione di numerose cantine produttrici di prosecco che offrono l’opportunità, a tutti i visitatori, di approfondire la propria conoscenza sulla bollicina italiana e di valutarne il posizionamento anche all’estero.
Evento estivo che si svolge ogni anno tra fine luglio e fine agosto, Calici di Stelle anima le zone di produzione del prosecco con degustazioni sotto le stelle, accompagnate da musica dal vivo e spettacoli pirotecnici.
Nata in occasione dell’inizio della raccolta dell’uva Glera, la Festa della Vendemmia coinvolge ogni anno tutte le zone di produzione del prosecco, celebrando il duro lavoro dei viticoltori con spettacoli folcloristici e mercatini enogastronomici.
Organizzato ogni anno tra fine settembre e inizio ottobre, il Prosecco Cycling è l’evento sportivo in grado di combinare una vera e propria gara ciclistica tra le magnifiche colline di Conegliano e Valdobbiadene con degustazioni di prosecco nelle migliori cantine della zona.
Offrendo diverse competizioni podistiche, il Conegliano Valdobbiadene Running Festival riunisce atleti provenienti da tutto il mondo, impegnati in percorsi che attraversano cantine, strade e sentieri lungo le colline di Conegliano e Valdobbiadene.
Le fiere e gli eventi dedicati al vino in generale e al prosecco in particolare rappresentano oggi un’occasione imperdibile per gli appassionati di vino e per gli addetti ai lavori. Che voi siate sommelier o semplici amanti delle bollicine, non perdervi questi appuntamenti vi permetterà di approfondire la cultura del prosecco e di degustare, anche quest’anno, le migliori etichette direttamente dai produttori.
Negli ultimi anni, il cambiamento climatico è diventato un fenomeno globale e le colline del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, patria del prosecco, ne sono state fortemente influenzate. L’innalzamento delle temperature, le alterazioni del regime delle precipitazioni e l’aumento della frequenza di eventi meteorologici estremi stanno infatti modificando radicalmente le dinamiche di viticoltura di queste aree. Vediamo allora insieme quali sono le principali sfide che i produttori di prosecco devono e dovranno affrontare e quali soluzioni stanno già adottando per garantire la qualità e la sostenibilità della bollicina italiana per eccellenza.
Sempre più evidenti, gli effetti del cambiamento climatico hanno, negli ultimi anni, causato danni significativi al vitigno Glera, riducendo la quantità di uva raccolta e mettendo a rischio la qualità del prosecco prodotto. Vediamoli nel dettaglio.
Con le temperature medie in continua crescita, l’uva Glera matura più rapidamente, causando:
Le variazioni nei regimi delle precipitazioni presentano sfide significative, quali:
Nonostante le sfide siano sempre più complesse, i produttori di prosecco stanno dimostrando una grande capacità di adattamento, attraverso:
Il cambiamento climatico rappresenta una sfida complessa per i produttori di prosecco e richiede un approccio a lungo termine che coinvolga ricerca scientifica, pratiche sostenibili e politiche di tutela del territorio, ma può anche essere un’opportunità per ripensare il modo in cui viene coltivata la vite e prodotto il prosecco. Investire in tecnologie sostenibili, ricerca e innovazione sarà cruciale per preservare non solo la qualità del prosecco, ma anche il territorio unico che lo rende possibile.
Semplice da preparare e perfetto per qualsiasi occasione, il Prosecco Royale è la versione italiana del celebre Kir Royale francese, il cocktail a base di champagne e Crème de Cassis che, nel tempo, ha trovato nuove e popolari declinazioni. Scopriamo insieme le sue origini e, soprattutto, come prepararlo.
Il Prosecco Royale è una raffinata rivisitazione del celebre cocktail francese Kir Royale, una bevanda nata in Borgogna e riconosciuta fin da subito come simbolo di eleganza. Il nome Kir Royale deriva da Felix Kir, sindaco della città di Digione che, negli anni ’40 e ’50, era noto per promuovere i prodotti locali della sua regione, tra cui la Crème de Cassis, un liquore dolce e intenso ottenuto dal ribes nero.
Mentre secondo alcune fonti Kir avrebbe semplicemente proposto la creazione di un giovane cameriere francese, secondo altre sarebbe stato proprio Kir ad avere l’idea di mescolare la Crème de Cassis con il vino bianco della Borgogna, dando vita al classico Kir che, per le occasioni più prestigiose, si sarebbe trasformato in Kir Royale, sostituendo il vino con lo champagne.
Con il tempo, la ricetta del Kir Royale è uscita dai confini francesi e si è adattata ai gusti e alle tradizioni di altre regioni. In Italia, in particolare, è stato il prosecco, con il suo carattere vivace e fruttato, ad essere utilizzato in sostituzione allo champagne, dando vita ad una delle varianti più apprezzate del cocktail originale, il Prosecco Royale.
Prendendo ispirazione dal celebre Kir Royale francese, il Prosecco Royale sostituisce lo champagne con il prosecco, dando vita ad una bevanda dal carattere altrettanto sofisticato, ma più accessibile e leggera. Ecco cosa ti serve per prepararla:
Prepara quindi un flûte, facendolo raffreddare con dei cubetti di ghiaccio, versa 15ml di Crème de Cassis e completa con il prosecco, facendo attenzione a non versarlo troppo velocemente per evitare di compromettere le bollicine. Decora a tuo gusto e servilo ai tuoi ospiti come drink di benvenuto prima di una cena elegante o informale, come aperitivo oppure come protagonista del brindisi che hai organizzato per la tua occasione speciale.
Oggi le varianti del Kir Royale sono numerosissime; il cocktail francese può essere preparato utilizzando liquori fruttati alternativi, aggiungendo succo di limone, arancia o frutti di bosco e addirittura sostituendo lo champagne con vodka o birra, ma la versione italiana a base di prosecco non accenna a perdere notorietà.